È triste lavorare per non produrre nulla - QdS

È triste lavorare per non produrre nulla

Carlo Alberto Tregua

È triste lavorare per non produrre nulla

giovedì 16 Maggio 2013
Anche le capre scalano le montagne. Ma restano capre. Tutti chiedono lavoro ma nessuno spiega come produrlo. Tutti parlano di diritti, ma nessuno di doveri. Il lavoro come consumo di energia, come fonte di fatica e di sudore, quando non produce qualcosa di materiale o immateriale, è un’attività inutile e triste perché rende vuota la vita.
Quando usciamo dal nostro lavoro, non importa se autonomo o dipendente, se imprenditoriale o professionale, se politico o burocratico; quando usciamo dal nostro lavoro, non importa se la sera dopo aver lavorato il giorno o il mattino dopo aver lavorato la notte; quando usciamo dal nostro lavoro, non importa se in un ambiente chiuso o aperto, ci dobbiamo chiedere che cosa abbiamo prodotto, se siamo stati concludenti e se abbiamo ottenuto qualche risultato.
Se non ci poniamo queste domande, noi stessi diventiamo persone inutili.

Molti lavorano con tristezza, presi da tanti problemi che lasciano nella vita privata. Non pensano che un sorriso potrebbe diminuire il loro peso. Non hanno la forza e la voglia di sorridere. Ci riferiamo anche a chi ha problemi di salute, spesso irrisolvibili. Ma sapendo che peggio della morte non c’è altro, salvo le sofferenze del percorso terminale della vita, si potrebbe tentare, nonostante tutto, di sorridere.
Molti non sanno che la vita è come uno specchio. Ti sorride se la guardi sorridendo. Il sorriso è come un antidoto alle difficoltà, ai malesseri, al vedere tutto nero. L’incapacità di sorridere porta spesso all’uso di droghe, alla ludopatia (la malattia del gioco), ai pensieri negativi e spesso al suicidio. Tante volte con ragione, altre volte senza.
Ed è proprio qui la differenza di cui ognuno di noi deve avere consapevolezza. Stare nel versante della positività di chi, vivendo, progetta e costruisce ciò che fa per gli altri e per sé medesimo.
Senza la voglia di fare, non importa se nel versante personale, sociale o professionale, si rimane inebetiti ed il tempo passa male.
È proprio l’inazione e la mancanza di voglia di fare che rendono la vita negativa, che fanno vedere la prospettiva buia, perché dominata dal pessimismo. 

 
è triste lavorare per non produrre nulla. Ma è anche inutile. Tutti ci dobbiamo occupare della compartecipazione alla vita sociale ed istituzionale e prendere parte attiva alla buona amministrazione del nostro Comune, della nostra Regione e della nostra Patria.
Patria ha un senso se costituisce il bene immateriale comune di tutti i suoi cittadini. Diversamente è una parola vuota, priva di significato concreto.
Per compartecipare al bene comune dobbiamo conoscere, dobbiamo sapere le regole etiche e le leggi che tutti debbono osservare: cioè dobbiamo essere cittadini.
Se lo fossimo sul serio, evidenzieremmo i cattivi comportamenti di altri cittadini. In altre parole non basta scopare l’uscio della propria casa, ma anche il marciapiede davanti ad esso, nonché redarguire gli altri cittadini quando non si dimostrano tali.
Una sinergia fra tutti fa migliorare la qualità della società, civile o incivile. 

Il Governo Monti ha lasciato in eredità due ottimi provvedimenti, che abbiamo commentato in altri editoriali. Il Dlgs 33/13 riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni, ed il Dlgs 39/13 riguardante l’inconferibilità e l’incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni.
È stato, inoltre, aggiornato il CAD (Codice dell’Amministrazione Digitale, Dlgs 82/05) al 20/04/13. è peraltro vigente la legge anti corruzione (190/12). Queste norme hanno un comune denominatore: la lotta ai reati nella cosa pubblica, con una funzione etica oltre che legislativa.
Tutti dobbiamo lavorare per aiutare le pubbliche amministrazioni ad osservare scrupolosamente e tempestivamente queste norme. Ancor più doveri hanno i Club Service quando svolgono la loro attività in osservanza ai rispettivi codici etici. Mentre, spesso, osserviamo il loro lavoro lontano dall’etica del risultato.
Si è utili o inutili alla collettività solo nella misura in cui si contribuisce alla sua elevazione con atti concreti e produttivi, non con vuoti bla-bla-bla.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017