Credito siciliano, una rete territoriale di 136 sportelli - QdS

Credito siciliano, una rete territoriale di 136 sportelli

Rosario Battiato

Credito siciliano, una rete territoriale di 136 sportelli

sabato 25 Maggio 2013

Forum con Paolo Scarallo e Saverio Continella, presidente e dg del Credito Siciliano

La Banca d’Italia ha certificato la diminuzione del numero degli sportelli bancari in Sicilia. Un dato che vale anche per il Credito Siciliano?
P.S.:
“Il Credito Siciliano è oggi la quarta banca della Regione per numero di sportelli, con una quota di mercato del 7,8%, preceduta solo da grandi banche nazionali. La nostra rete territoriale annovera attualmente 136 sportelli (invariati dal 2006), di cui due fuori dal territorio isolano, che garantiscono un presidio capillare di tutte le nove province isolane ed un equilibrato sviluppo della banca. Risulta poi particolarmente significativa la presenza di esponenti locali del mondo delle professioni in seno agli organi societari della banca che si avvale, a partire dal direttore generale, anche di un qualificato management siciliano”.
Questa radicata presenza sul territorio come si traduce in termini di sostegno finanziario al sistema Sicilia a fronte di una riduzione regionale dei prestiti (-1,2%) che, pur essendo inferiore al dato nazionale (-2,6%), resta comunque in flessione?
P.S.: “Noi ci riteniamo vincolati da un patto d’onore con il territorio, e, infatti, siamo fermamente convinti di dover investire in loco le risorse che raccogliamo. Seguendo questa logica il Credito Siciliano ha continuato, anche nel 2012, a incrementare il credito erogato (+1,3%) e il risparmio raccolto da famiglie ed imprese isolane (+0,4%) più di quanto abbia fatto il “sistema Sicilia”. In particolare il dato puntuale di bilancio relativo all’incremento dei crediti verso la clientela (+40 milioni) non esaurisce il reale sostegno prestato all’economia isolana. La banca – tramite la partecipata Mediocreval – ha continuato a sostenere le imprese isolane attraverso il leasing, erogando nel 2012 oltre 21 milioni di euro. Inoltre, sulla scorta di un rapporto di collaborazione con Compass, sono stati erogati nel 2012 prestiti personali per ulteriori 26 milioni di euro. Il percorso di finanziamenti non si esaurisce qui perché, grazie a una collaborazione con Banca IFIS, società specializzata nel settore del factoring, la banca ha finanziato l’economia locale per ulteriori 21,2 milioni di euro. A queste somme va aggiunto il reimpiego delle somme rivenienti dai mutui scaduti (rollover, ndr) per 202 milioni. Complessivamente nel 2012 abbiamo erogato oltre 310 milioni di euro di nuovo credito”.
Nell’ottica di un ulteriore sostentamento del credito isolano, a marzo 2013 avete siglato una convenzione con il Consorzio fidi Cofiac. Può illustrarci quali sono le finalità e quali altre convenzioni ha in atto il Credito Siciliano sul territorio?
S.C.: “La nostra banca, in coerenza con le aspettative del territorio, ha utilizzato anche questo canale per sostenere l’economia siciliana: a dicembre 2012 gli impieghi garantiti da confidi erano pari a 192 milioni di euro, il 6,3% degli impieghi totali. Attualmente la nostra Banca ha in essere convenzioni con tutti i principali confidi isolani (n. 19)”.
Maggiore incisività sul territorio significa anche informatizzazione dei servizi bancari, e incentivazione delle start up e capital venture. Come state agendo in tal senso?
P.S.: “Per noi l’informatizzazione è un arricchimento della relazione con il cliente che vuole poter usufruire dei servizi bancari ovunque e 24 ore al giorno, ma contestualmente continua ad aver bisogno del ‘rapporto personale’. Al riguardo dal 2 maggio scorso due nostre dipendenze (la sede di Catania e la sede di Palermo) rimarranno aperte al pubblico con orario continuato dalle ore 8:25 alle ore 20:00. Qualunque innovazione sarà inoltre conforme ai principi riconoscibili e uniformi per tutti i collaboratori del Gruppo Creval, così come individuati nella nostra Carta dei valori che si basa su otto punti tra cui spiccano integrità e responsabilità, orientamento al cambiamento e spirito cooperativo”.
S.C.: “Crediamo nel venture capital e nel sostentamento alle start up, e come Credito siciliano siamo attenti alle nuove imprese e alle esigenze dei giovani talenti siciliani, ma è bene essere chiari: la soluzione del problema occupazionale non può passare soltanto da queste procedure”.
 


Credito su pegno, servizio ad alto valore sociale

A gennaio avete aperto a Torino lo sportello ‘InPegno’, il secondo fuori Sicilia dopo quello di Roma. Come procede questo processo di espansione?
S.C.: “Il credito su pegno rappresenta per la nostra banca un servizio ad alto valore sociale per il territorio. Abbiamo iniziato nel 2009 con l’apertura della filiale romana che ha avuto un seguito, lo scorso 31 dicembre, con l’apertura del secondo sportello pegni fuori dal territorio isolano nel cuore di Torino.
Attualmente siamo il terzo operatore nazionale, con 56 milioni di credito su pegno erogato all’anno, ma il nostro processo di espansione è ancora in atto e potrà proseguire con l’apertura di altre filiali “InPegno” nelle regioni già presidiate dagli altri istituti di credito appartenenti al Gruppo Creval”.
Il credito su pegno è uno dei prodotti offerti alla clientela. Ma cos’è che effettivamente vi distingue dalle altre banche operanti nell’Isola?
“Nell’impostare il proprio rapporto con il territorio, ogni banca opera delle scelte organizzative, logistiche e di offerta che influenzano significativamente il servizio reso alla clientela di riferimento e, conseguentemente, il grado di fidelizzazione della stessa.
Ciò che ci distingue è probabilmente il commitment reciproco fra noi ed il territorio – inteso come  luogo in cui i contratti diventano relazioni e i clienti diventano persone – nella consapevolezza della necessità dell’impegno reciproco fra banca e popolazione, fra banca e tessuto produttivo, fra necessità di crescita e fabbisogno di risorse. In tal senso, il Credito Siciliano, quale “banca del territorio”, consente la “chiusura” del circuito finanziario in sede locale, indirizzando il risparmio del territorio alle imprese che nello stesso territorio creano ricchezza”.
 

 
De Censi: Credito siciliano una banca del territorio
 
In occasione del nostro incontro con il Credito Siciliano, abbiamo chiesto a Giovanni De Censi, presidente del Credito Valtellinese, gruppo bancario a cui fa capo, un commento sulla realtà siciliana.
Il Credito Siciliano ha dimostrato negli anni di saper declinare nel territorio le connotazioni tipiche del modus operandi delle banche popolari: localismo, integrità morale, responsabilità sociale, solidarietà e sussidiarietà. Quale futuro immagina per questa realtà bancaria?
“Sono stato sin dall’inizio un convinto sostenitore dell’opportunità dell’ingresso del Gruppo in Sicilia, regione di cui sono un estimatore tanto che amo definirla ‘California d’Europa’.
Sono pertanto orgoglioso che il percorso intrapreso attraverso l’iniziale operazione di acquisizione della Banca Popolare Santa Venera e progressivamente implementato e consolidato con le successive aggregazioni della Banca Regionale Sant’Angelo e della storica Cassa San Giacomo sia sempre stato nel segno della coerenza ai valori del credito popolare. Ciò ha fatto sì che il Credito Siciliano sia riconosciuto oggi come una vera banca del territorio.
A questo proposito vorrei citare testualmente quanto mi ha recentemente scritto uno dei maggiori imprenditori dell’isola. “In questi giorni tantissimi amici e colleghi si sono complimentati per la nomina in Credito Siciliano e tutti mi hanno detto: ‘Questa è davvero una banca al servizio della Sicilia, che continua nonostante la crisi e le difficoltà a supportare le imprese che lo meritano’. 
Sono convinto che il Credito Siciliano possa trarre importanti opportunità dalle risorse proprie del contesto in cui opera. Questa bellissima terra offre innumerevoli occasioni di sviluppo per attività imprenditoriali in ambiti quali il turismo o l’agricoltura ecosostenibile e, conseguentemente, anche in ambiti infrastrutturali, che il Credito Siciliano è pronto a valutare e sostenere.
Come amante della pratica golfistica e acceso sostenitore del ruolo che tale sport può avere per lo sviluppo turistico, colgo l’occasione per rimarcare l’utilità di intraprendere iniziative volte a valorizzare le incomparabili potenzialità che l’isola presenta.

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