Imprese come risposta alla disoccupazione - QdS

Imprese come risposta alla disoccupazione

Francesco Sanfilippo

Imprese come risposta alla disoccupazione

martedì 04 Giugno 2013

Forum con Alessandro Ferrara, dirigente generale dipartimento Attività produttive della Regione siciliana

Il suo dipartimento è strategico per la Sicilia, poiché le imprese e le cooperative avrebbero bisogno di uno slancio enorme. Che cosa pensa a questo proposito?
“Le imprese sono gli unici riferimenti per dare una risposta al problema occupazionale e, in concerto con l’assessore Vancheri, abbiamo delle idee innovative per l’internazionalizzazione e per la promozione del prodotto Sicilia. Puntiamo moltissimo a una politica della diffusione che parta dai prodotti di qualità e che ci porti a una tappa come l’Expo 2015 che sarà una grande vetrina internazionale. La promozione del marketing richiede, oggi, la collaborazione di esperti con conoscenze internazionali, anche se la condizione delle nostre casse non consentono grandi spese”.
Come ha trovato il dipartimento dalla sua nomina avvenuta a febbraio?
“Da quando sono stato nominato, ho cercato di condurre questa macchina complessa con i dirigenti a disposizione, poiché la fase di rotazione mi ha messo in difficoltà. Tutti i servizi sono stati occupati, tranne la cooperazione. Del resto, il dipartimento delle attività produttive mette insieme ciò che un tempo era l’Industria, parte della Cooperazione, dell’Energia e del Turismo. Eccetto l’agricoltura, questo dipartimento riunisce tutto il cuore nevralgico del nostro sviluppo, solo che i capitoli ordinari che potevano dare aiuto alle imprese, sono stati azzerati. Perciò, si stanno mettendo a frutto, meglio che si può, i finanziamenti della Unione europea, i cosiddetti Po-Fesr 2007-2013. Infatti, si è riusciti a sbloccare bandi importanti come quelli sul turismo, sui Centri commerciali naturali e si sta approvando la graduatoria sulle imprese di qualità. Invece, abbiamo ricevuto finanziamenti per migliorare le condizioni degli immobili degli ex consorzi Asi, abbiamo un settore nevralgico molto attivo che sono i distretti delle imprese. In più, il settore dell’innovazione e della ricerca è stato particolarmente a fuoco anche nell’ottica della futura programmazione 2014-2020. Si sta studiando una piattaforma per uno sviluppo intelligente per la Sicilia che dimostra un lavoro certosino di tutti i dipartimenti, guidato dal Dipartimento della Programmazione e che ci coinvolge particolarmente. Questo lavoro è partito da Roma e, ora, è arrivato in sede locale per riprodurre ciò che è stato realizzato in ambito ministeriale”.
Il processo che ha portato dai consorzi Asi all’Irsap, è stato corretto? Qual è la strategia che si vuole seguire?
“L’Irsap, oggi, è una realtà ed è l’unico istituto che può garantire uno sviluppo industriale per la Sicilia, perciò va tutelato. Inoltre, il nostro dipartimento ha compiti di controllo nei confronti di quest’istituto. Ciò che si è cercato di fare, innanzitutto, è stato di mantenere la sua capacità d’azione e occupazionale, difendendola da attacchi proditori che volevano fare giustizia su rapporti legati al malaffare che vi erano stati e che sono stati provati. Non a caso, in finanziaria, nonostante la legge 8 del 2012 che ha sancito la nascita dell’Irsap, è stato introdotto un emendamento per chiarire che tutti i numerosi debiti che le Asi hanno avuto, non possono incidere sulla vita dell’Irsap stessa. Si sta cercando di recuperare opifici e terreni non utilizzati e attraverso il bilancio restituirli all’Irsap perché favoriscano l’arrivo di imprenditori che portino investimenti e nuovo lavoro di cui c’è bisogno. Ciò che colpisce molto nel dipartimento che dirigo, è la presenza costante di aree di crisi che chiedono aiuto, pur sapendo che non è possibile darlo facilmente”.
 
Secondo lei, sono necessarie delle riforme per Crias, Ircac e Irfis?
“Un problema che è stato affrontato fin dal mio insediamento insieme all’assessore Vancheri è la riforma dei Confidi. Fermo restando gli altri tipi di aiuto già citati prima, Crias, Ircac e Irfis danno un grande contributo all’economia siciliana. Si sta studiando la rinascita dell’Irfis potenziandolo, mentre gli altri due Istituti avrebbero bisogno di una revisione dei meccanismi di credito, avendo una filosofia risalente agli anni 50. L’Ircac ha operato molto bene nella nascita delle imprese cooperative, ma sarebbe necessario un ripristino degli organi interni, che aiuterebbe non poco l’istituto che da troppo tempo è commissariato”.
Ha già avuto modo di occuparsi del problema dei Cantieri navali di Palermo?
“Ci sono due grossi appalti, bloccati entrambi da due ricorsi al Tar. Si sta verificando se c’è la possibilità di sbloccare quello di 50 milioni di euro che riguarda la ristrutturazione dei due bacini di carenaggio. Si stanno facendo incontri con i sindacati, con la Confindustria e con la stessa Fincantieri per salvare i cantieri che sono tra i più attrezzati al mondo e che possono sostenere la concorrenza estera. Vogliamo verificare se c’è la possibilità di fornire nuova linfa ai cantieri, valutando se sia conveniente recuperare i bacini o realizzarne di moderni”.
Come sono i rapporti con l’Assessore?
“Con l’assessore condividiamo la strategia e i principi. Stiamo riuscendo nel nostro dipartimento a creare un ambiente sinergico e di condivisione”.
 
Qual è la situazione del polo industriale di Termini Imerese?
“La situazione di Termini Imerese è emblematica, ma ci sono due accordi di programma di cui uno prevede l’avviamento di una serie di opere per ammodernare e rendere strategica l’area di Termini. Al di là del caso Fiat, la politica seguita è di creare dei presupposti, perché le imprese siano attratte nell’investire attraverso le giuste agevolazioni fiscali al fine di ridare lavoro agli ex operai della Fiat. In questo senso, i lavori sono già avanti e ci sono 150 milioni di euro stanziati per interventi promossi dal comune, dall’Anas, dalle ferrovie e dall’Irsap, così che si crei un’area industriale moderna e attrezzata in grado di dare risposte agli operatori. Altro discorso riguarda la Fiat, per cui abbiamo avuto diversi incontri con i sindacati e gli stessi operai. Ci sarà l’impegno per garantire la cassa integrazione in assenza di risposte occupazionali ma non sarà seguita una soluzione necessariamente dedicata all’automobile. Il presidente Crocetta e l’assessore Vancheri hanno esaminato diverse ipotesi che possono riguardare la produzione di biomasse o combustibili alternativi. In questo caso, si coinvolgerebbe una vasta area agricola limitrofa e si creerebbero 700 posti di lavoro, rispondendo alle situazioni di disagio in atto”.
Le biomasse possono rappresentare una possibilità industriale per la Sicilia?
“Lo sviluppo può abbracciare numerosi e vari settori. Abbiamo una terra straordinaria per il clima e per le ricchezze naturali e culturali che detiene. In questo contesto, s’innesta il recupero di aree degradate, dove possono essere inseriti modelli di produzione di energie alternative come le biomasse in grado di creare posti di lavoro”.
 


Curriculum Alessandro Ferrara
 
Alessandro Ferrara si è laureato in Architettura nel 1982, abilitandosi nel 1984. Nel 1989 entra all’assessorato ai Lavori Pubblici come dirigente tecnico presso il Genio civile di Caltanissetta. Dal 1990, ha operato presso l’assessorato dei Beni Culturali, Ambientali e della Pubblica Istruzione come dirigente tecnico della Sovrintendenza di Caltanissetta fino al 2001. In seguito, svolge vari incarichi presso l’assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana. Nel 2013, è nominato dirigente generale del dipartimento Attività produttive.

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