La Villa del Casale è di nuovo a rischio. A un anno dal restauro è già nel degrado - QdS

La Villa del Casale è di nuovo a rischio. A un anno dal restauro è già nel degrado

Daniela Guarasci

La Villa del Casale è di nuovo a rischio. A un anno dal restauro è già nel degrado

giovedì 13 Giugno 2013

Primi inquietanti segni di abbandono: macchie verdastre coprono i magnifici colori dei mosaici

PIAZZA ARMERINA (EN) – A poco meno di un anno dal completamento dei lavori di restauro (l’ultimo intervento lo scorso luglio) e a pochi mesi dallo smantellamento del cantiere che è stato definitivamente dismesso a dicembre, la Villa romana del Casale, patrimonio mondiale dell’Unesco, comincia a presentare i primi inquietanti segnali di sofferenza e abbandono. Macchie bianche e verdastre sono apparse a coprire gli splendidi colori delle tessere, appena ritornati alla loro lucentezza originaria grazie ai lunghi e minuziosi lavori di recupero.
Il cortile interno e il colonnato del Peristilio, il Frigidarium, la Palestra, il Corridoio della Grande caccia, l’interno del Triclinium, la Sala Absidata, gli appartamenti padronali Sud e, vicino alle Terme, persino la grande Basilica appaiono chiazzati di bianco e oltremodo sporchi, invasi come sono da piccioni e loro escrementi e dalla polvere che si accumula agli angoli delle stanze.
“C’è effettivamente un’aggressione dal basso e dall’alto per le tessere dei mosaici – conferma Guido Meli, direttore del Parco Villa Romana che quasi giornalmente riceve segnalazioni da turisti e visitatori sul pessimo stato del sito – Per la cronica mancanza di fondi, praticamente è impossibile garantire anche la semplice manutenzione ordinaria in modo costante e adeguato”.
Ad aggredire le tessere dei mosaici grandi macchie biancastre e verdi. Diversa a quanto pare l’origine. Da una parte, cioè dal basso, vi sono i sali che risalgono da sotto la pavimentazione. Dall’altra, cioè dal cielo, gli escrementi di una popolazione crescente di piccioni e le macchie che l’acqua piovana causa sgocciolando dalle grondaie ramate.
“Per quanto riguarda le macchie da sali – spiega Meli – in verità, con i recenti interventi si è tentato di abbassare il livello di umidità che naturalmente risale dalla terra, cercando sistemi per ridurre al minimo il contatto con le tessere. Ma non basta. L’umidità è naturale, c’è sempre”. “Per ottenere dei risultati soddisfacenti – continua il direttore – bisognerebbe quasi giornalmente trattare le tessere con dei particolari prodotti, alcuni in grado di convertire i sali, altri a ciclo continuo con fogli assorbenti e carta giapponese. Insomma, operazioni tecniche che richiedono soldi (siamo nell’ordine di 150mila euro l’anno) sia per acquistare i materiali, sia per pagare il personale sufficiente (almeno tre persone specializzate, stabilmente e unicamente dedite a questo lavoro). Solo così si potrebbe portare avanti la manutenzione in modo opportuno su tutta la pavimentazione”.
In effetti qualcuno che sta cercando di salvare il salvabile c’è. Da una parte lo stesso Meli e i suoi collaboratori del Parco che più volte (con gesti volutamente clamorosi) sono stati sorpresi scopa e paletta in mano, dall’altro e più regolarmente gli operai dell’Esa per la cura del giardino e due operai non specializzati inviati nella Villa dal Comune di Piazza Armerina.
“Si tratta di due persone – dice Meli – che insieme a un tecnico del Parco cercano alla meno peggio di provvedere a spolverare il pavimento, a pulire passerelle e vetri. Questo chiaramente può servire solo contro gli escrementi dei colombi e contro la sporcizia normale. E in ogni caso solo in parte. Se si pensa che la villa ha un’estensione di circa 3.500 metri quadri, si capisce bene che quando è stata pulita una parte, bisogna ricominciare già con la precedente”.
A tutto questo si aggiunga il problema piccioni, per nulla indifferente, vista la presenza sempre crescente degli animali che sporcano e portano polvere svolazzando dall’esterno all’interno delle stanze.
“Contro di loro ci vorrebbero i falchi – spiega l’architetto – Ma anche i falchi costano”. Insomma per mantenere la bella Villa ci vogliono soldi e mamma Regione ad oggi non ne dà. “Li ho chiesti e tornerò presto alla carica – assicura Meli –. Con il solo sbigliettamento non facciamo nulla (10 euro biglietto intero; 5 ridotto, 1 residenti provincia, nda). Anche perché di quelle entrate, il 70% va al Fondo comune della Regione (per pagare la sanità, e adesso forse anche i precari siciliani), il 30% va al Comune di Piazza che si occupa, con una spesa media di 50/60mila euro annui circa, delle pulizie e del trasporto turisti con pulmino dal centro storico”.
 

Nonostante il boom di visite eventi solo a costo zero

PIAZZA ARMERINA (EN) – Se rimangono irrisolte le carenze organizzative e di manutenzione alla Villa romana del Casale, tuttavia – e per fortuna- cresce il numero dei visitatori, tanto da farla affermare quale secondo sito archeologico siciliano per presenze registrate. E il trend è assolutamente in crescita per l’anno in corso. Se infatti sono state 4.315 le presenze registrate a gennaio, 4.973 quelle di febbraio, 17.970 quelle di marzo, ad aprile c’è stata un’impennata sino a 52.201 visitatori.
“Numeri ben più alti rispetto a quelli dell’anno scorso – commenta il direttore Guido Meli – che lasciano ben sperare. Certo adesso sappiamo che intorno a luglio ci sarà un calo naturale, mentre tra agosto e ottobre ci attendiamo una ripresa delle visite. Vedremo”. E intanto, in attesa che arrivi l’estate, si pensa anche a riproporre le “Notti in Villa” che lo scorso anno con la stagione “Artesiana” hanno visto vari artisti intrattenere con spettacoli musicali o teatrali i visitatori della sera.
“Bell’esperimento – chiosa Meli – ma troppo costoso. Quest’anno non ce la faremo a riproporlo”. E così da giugno a settembre la Villa romana sarà visitabile anche di notte, ma senza animazione. “Godremo però delle installazioni artistiche che gratuitamente vari artisti internazionali ci porteranno per tutta la stagione o solo nei weekend”. Tra queste, anche le opere dello svedese Richard Brixel.

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