La legge va applicata, Salvino Caputo fuori dall’Ars - QdS

La legge va applicata, Salvino Caputo fuori dall’Ars

Raffaella Pessina

La legge va applicata, Salvino Caputo fuori dall’Ars

giovedì 13 Giugno 2013

Ieri due audizioni in Commissione Bilancio con gli assessori Bianchi e Valenti. Condannato con sentenza definitiva è divenuto ineleggibile

PALERMO – “Dura lex sed lex”. E’ quanto ha dichiarato ieri in Aula il presidente della Assemblea Regionale Siciliana Giovanni Ardizzone in merito alla vicenda che ha visto protagonista  Salvino Caputo. Il parlamentare del Pdl è stato dichiarato decaduto dalla carica di deputato regionale, dalla Commissione verifica poteri dell’Ars. La decadenza si lega alla condanna subita da Caputo per tentato abuso di ufficio per fatti risalenti al tempo in cui era sindaco di Monreale (Palermo). Il parlamentare è stato ritenuto ineleggibile, perché, secondo la normativa in vigore per condanne superiori a un anno l’ineleggibilità dei deputati regionali è automatica.
Accusato di aver tentato di annullare contravvenzioni stradali elevate a esponenti politici ed ecclesiastici, Caputo è stato condannato a un anno e cinque mesi con una sentenza diventata definitiva due settimane fa. Ieri ad apertura di seduta è intervenuto a Sala D’Ercole Vincenzo Vinciullo che ha dichiarato come questa sentenza di decadenza stia introducendo una limitazione dei poteri del Parlamento siciliano che in questo caso si trova nelle condizioni di fare solo una presa d’atto sulle decisioni prese.
Il capogruppo del Pdl, Nino D’Asero ha detto che  si tratta di una vicenda che deve richiamare l’attenzione di tutti deputati regionali. “C’è un problema che esula dalle prerogative di un parlamentare– dice –  ma riguarda il parlamento intero che ha semplicemente preso atto di una decisione presa da altra istituzione. Ritengo che quelle che sono le condizioni umane e istituzionali debbano essere salvaguardate”.
Quindi, D’Asero ha invitato tutto il parlamento siciliano a esprimersi in ogni caso sulla vicenda Caputo, considerandola di fatto non ancora chiusa, anche perché “non è stata consentita replica a Caputo e ciò non mi sembra né legittimo né etico”.
Il presidente Ardizzone ha risposto in Aula dichiarando che l’interpretazione di una legge spetta soprattutto al giudice, che è un atto questo della decadenza che non fa piacere a nessuno e che le leggi vanno rispettate.
Sempre ieri la commissione Affari istituzionali ha avviato l’esame della riforma della legge elettorale regionale. E’ stata presa in considerazione la abolizione del listino del presidente, alla luce della riduzione a 70 del numero dei parlamentari a partire dalla prossima legislatura, “Non v’è dubbio – riferisce il presidente Marco Forzese-  che appare cogente questo intervento normativo al fine di dare maggiore rappresentatività agli eletti, con un numero di consensi popolari legato alla preferenza secca”.
 
Sono state avanzate anche richieste per introdurre la doppia preferenza di genere al voto regionale. In Commissione Bilancio ieri si è tenuta l’audizione dell’assessore all’Economia Luca Bianchi in merito al recente abbassamento del rating della Regione siciliana, da parte dell’agenzia Moody’s, da Baa3 a Ba1. Nel corso dell’audizione esposte anche le prospettive per la riduzione del debito nel breve e medio periodo. All’ordine del giorno pure un’audizione con l’assessore alle Autonomie locali Patrizia Valenti, i sindaci dei Comuni delle Madonie e di Termini Imerese sulla riduzione dei trasferimenti regionali a valere sul fondo delle autonomie locali per il 2013.

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