Dall’1 luglio Pec obbligatoria anche per le microaziende - QdS

Dall’1 luglio Pec obbligatoria anche per le microaziende

Patrizia Penna

Dall’1 luglio Pec obbligatoria anche per le microaziende

sabato 15 Giugno 2013

In Sicilia, secondo Infocamere, su 293.006 imprese individuali, ne sono in possesso solo l’8,5%. Lo prevede l’articolo 5 del decreto legge 179/2012 (Dl sviluppo bis)

PALERMO – Quella della scarsa propensione agli investimenti nell’innovazione, è storia vecchia per le aziende siciliane. I tempi però, sono cambiati: la modernità incalza e le nuove leggi a sostegno di quest’ultima, pure.
Scade il 30 giugno, infatti, il termine previsto dall’articolo 5 del decreto legge 179/2012 (Dl sviluppo bis) per comunicare al registro delle imprese un indirizzo di posta elettronica certificata (Pec). L’obbligo riguarda le imprese individuali e fa seguito ad analogo obbligo stabilito dall’articolo 16 del decreto legge 185/2008 per le imprese costituite in forma societaria e per i professionisti iscritti a Ordini o Collegi.
L’obbligo previsto dal Dl sviluppo bis è perentorio: le domande di iscrizioni di atti presentate alla Camera di Commercio dalle microaziende che non hanno ottemperato alla legge, verranno “congelate”, ovvero momentaneamente sospese fino a quando non si saranno munite di una Pec. Il “congelamento” della domanda avrà la durata di 45 giorni, dopo di che la domanda si intenderà non presentata.
Si prospettano tempi duri, dunque, per le imprese refrattarie a quel processo di efficientamento nel dialogo tra le stesse aziende e tra queste e la pubblica amministrazione. Il processo di dematerializzazione e digitalizzazione che si viene a realizzare mediante l’utilizzo della via elettronica in sostituzione della carta, rappresenta senza dubbio un passo in avanti “virtuoso” e significativo non solo sul fronte della riduzione dei costi, ma anche su quello dello snellimento delle procedure.
A livello nazionale, secondo i dati forniti da Infocamere, al momento solo il 13,5% delle imprese possiede una mail certificata. Gli indirizzi Pec attivi sono invece 5 milioni per un totale di circa 91 milioni di messaggi all’anno.
Il Mezzogiorno, come al solito, registra le peggiori prestazioni sul fronte e-government: in Sicilia, ad esempio, su 293.006 imprese individuali, solo l’8,5% possiede una mail certificata.
Va leggermente meglio in Calabria (8,8%). Peggio di noi, invece, la Basilicata (8,1% su 41.520 microaziende), la Puglia (8% su 252.328). Record negativo assoluto per la Campania con il 7,2% su 302.760 imprese. Si tratta di numeri che la dicono lunga sull’abisso che ci divide dalle altre regioni, specialmente del Nord: la migliore performance è quella della Valle d’Aosta con il 32,4%, seguita da Trentino Alto Adige (26,5%) e Lombardia (20,9%).

Ma quali sono gli step da compiere per l’attivazione della posta certificata?

Occorre innanzitutto rivolgersi ad un gestore autorizzato di Pec da cui acquistare la casella. è possibile visionare l’elenco di gestori dal sito dell’Agenzia per l’Italia Digitale (http://www.digitpa.gov.it/). I prezzi di attivazione e gestione variano a seconda delle caratteristiche richieste
Il passo successivo è comunicare l’indirizzo di posta certificata al registro delle imprese (sia l’iscrizione che l’eventuale variazione degli indirizzi sono a costo zero per le imprese).
“Pratica semplice” è il sistema gratuito messo a punto da Infocamere e disponibile su wwww.registroimprese.it, grazie al quale è possibile verificare in automatico la corrispondenza tra i dati inseriti dall’impresa che intende attivare la Pec e i dati contenuti nel registro delle imprese: il vantaggio è rappresentato dalla possibilità di evitare il controllo incrociato che spetterebbe agli uffici competenti delle Camere di Commercio e che finirebbe con l’allungare inevitabilmente i tempi.

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