Pil siciliano, il 17,4% è giovane - QdS

Pil siciliano, il 17,4% è giovane

Marina Pupella

Pil siciliano, il 17,4% è giovane

sabato 15 Giugno 2013

In Sicilia il valore aggiunto degli under 35 nel Prodotto interno lordo è pari a 13 miliardi. Percentuali confortanti, nonostante il record di disoccupazione tra i 15 e 24 anni

PALERMO – Oltre 13 miliardi di euro pari al 17,4% del Pil regionale. A tanto ammonta il valore aggiunto prodotto dai giovani occupati nel 2012 in Sicilia, a dispetto del 51% di disoccupazione giovanile (tra i 15 e 24 anni). Un dato rilevante che equivale all’apporto dell’intero comparto manifatturiero nazionale. La percentuale del valore aggiunto determinata dagli under 35 siciliani incide per 5,5% sul totale del Paese (17,2%).
 
A livello nazionale è di 242 miliardi di euro il valore aggiunto prodotto dagli oltre 3,8 milioni di giovani che hanno un’occupazione. Una parte significativa proviene dalle 675mila imprese di under 35, aumentate lo scorso anno di oltre il 10%, pari a 70mila unità in più. E ci sono altre 100mila imprese che potrebbero nascere per iniziativa giovanile che attendono solo l’occasione per mettersi sul mercato. Sono queste le cifre che emergono da un focus realizzato per la prima volta da Unioncamere e presentato in occasione della 137ª Assemblea dei presidenti delle Camere di commercio italiane.
 
La stima del valore aggiunto prodotto dall’occupazione giovanile mostra che esso si ripartisce per oltre tre quarti nel terziario, per il 22,4% nel settore industriale e per l’1,7% nell’agricoltura. Costruzioni (22,8%), terziario nel suo complesso (17,8%), e, al suo interno, il commercio (21,2%) gli ambiti nei quali il lavoro dei giovani incide di più sul totale dei singoli settori. Minore, ma pur sempre rilevante, l’apporto fornito al manifatturiero (13,3%) e all’agricoltura (14,6%).
 
Al Mezzogiorno il primato della maggiore incidenza della ricchezza prodotta dalle giovani generazioni a livello di macro ripartizione (18%). In linea con la media nazionale, invece, quello delle due ripartizioni settentrionali (17,3% il Nord-Ovest, 17,2% il Nord-Est) mentre inferiore di oltre un punto percentuale rispetto alla media è quello del Centro (16%). Tra le regioni, spicca la Puglia, in vetta alla classifica in termini di valore aggiunto prodotto dalla componente giovanile sul totale regionale (21,3%), quindi il Trentino Alto Adige (20,4%), l’Umbria (17,9%), la Calabria (17,8%), il Veneto (17,7%) e la Lombardia (17,5%). A dare maggiore impulso alla formazione della ricchezza prodotta dai giovani è la componente dei lavoratori dipendenti, cui si deve il 71% del valore aggiunto contro il 29% derivante da quella indipendente. Quest’ultima è particolarmente consistente però nel Mezzogiorno (33,6%), con valori massimi in Calabria (40%) e Molise (38,1%), quindi Toscana (34,5%), Campania (34,4%) e Sicilia (34,3%).
 
La reattività e il coraggio di fare impresa dei giovani, spinti prima di tutto dalla voglia di cogliere un’opportunità di business valorizzando le proprie capacità e competenze è quindi dimostrata dai numeri. Lo stesso bacino di disoccupati giovani fornisce un vero e proprio ‘esercito di riserva’ di potenziali neo-imprenditori, che potrebbero essere avviati all’autoimpiego tramite strumenti di finanza dedicata (venture capital, microcredito, crowd funding per le iniziative più piccole) e opportuni percorsi di crescita e formazione nel campo, ad esempio, della cultura manageriale, delle competenze sull’impresa e sul lavoro, dell’apprendimento e applicazione delle tecnologie (anche in chiave green), dell’internazionalizzazione. Peraltro, le cifre che emergono dalle elaborazioni di Unioncamere sull’indagine Istat sulle forze lavoro evidenziano che oltre 13mila giovani tra 18 e i 34 anni alla ricerca di lavoro vorrebbe avviare un’attività in proprio.

I DATI PARLANO
– 242 Mld di euro ricchezza prodotta dai giovani nel 2012 nel Paese
– 13,249 Mld di euro la ricchezza prodotta dai giovani occupati in Sicilia
– 17,4% incidenza sul Pil regionale
– 5,5 incidenza sul Pil nazionale

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