“La provincia di Messina è molto grande e articolata. Ho cercato di dare un’impronta personale con alcune idee in linea con le disposizioni generali che ci vengono date e che rispondono alla necessità di dare concretezza alla nostra attività. Non che il collega che mi ha preceduto non ne desse, ma dobbiamo cercare di fare sempre di più”.
“Siamo molto soddisfatti per le attività relative alle verifiche fiscali: ad oggi abbiamo segnalato all’agenzia delle Entrate un imponibile in materia di imposte dirette da recuperare per oltre 180 milioni di euro su cui chiaramente vanno applicate le aliquote ed è comunque un significativo risultato. Quest’anno il Comando generale sta introducendo nuovi metodi di consuntivazione che non dipenderà più solo da un numero ma da una media che deve essere superiore alle risultanze dell’anno scorso: bisogna dimostrare di aver fatto di più non solo in termini quantitativi ma anche qualitativi. Stiamo cercando di avere per i fenomeni più gravi scoperti finora, dal tribunale o da altro organo competente, in presenza di fattispecie costituenti reato, la possibilità dei sequestri per equivalente, in modo da poter assicurare all’erario gli introiti che sono mancati”.
“Bisogna stare attenti e scegliere con oculatezza i soggetti da attenzionare e fare controlli mirati. Abbiamo una platea di contribuenti significativa e non è possibile verificare tutto. Riscontriamo soprattutto casi di evasione, pochi sono quelli di elusione, riferiti cioè a soggetti che utilizzano strumenti particolari per non pagare le imposte, ne abbiamo in questi giorni in attenzione un paio ma è un fenomeno limitato. Questo non significa comunque che siamo nel regno dell’evasione”.
Disponiamo di 550 uomini, sufficienti per gli obiettivi che ci proponiamo. Abbiamo oltre 200 attività di controllo l’anno e sono commisurate con le risorse di cui disponiamo. Diversa è la situazione per quel che riguarda l’azione di polizia giudiziaria, su quel fronte, non siamo certo in sofferenza, ma dobbiamo fare molti sforzi. Ci sono poi quelle che si chiamano attività di funzionamento, amministrazione e logistica, che stiamo cercando di limare dal punto di vista dell’impiego di personale, ma sempre entro i limiti del buon funzionamento dei servizi”.
“Siamo all’avanguardia, l’informatica ha cambiato il modo di lavorare facendo aumentare l’efficienza del servizio a fronte di un risparmio di energie e risorse. Questo sia per le attività di polizia giudiziaria che per quelle di polizia tributaria. Lungi da me affermare che basta usare il computer per trovare l’evasore, l’incrocio dei dati fa da premessa ad un’attività complessa dove l’elemento umano è ancora fondamentale. L’informatica è solo uno strumento non la chiave di tutto”.
“Sono stati effettuati nella provincia una cinquantina di interventi presso le scuole, dalle Elementari fino alle scuole Superiori, affidati ai giovani comandanti dei reparti esterni. Il Comando generale in accordo con il ministero dell’Istruzione dell’università e della ricerca, ha deciso di promuovere un’attività massiccia in tutti gli Istituti per educare alla legalità ed i riscontri sono stati positivi. Abbiamo utilizzato dei supporti multimediali per spiegare con un linguaggio semplice cosa significa pagare le tasse e come senza gli introiti fiscali non abbiamo ad esempio né scuole né ospedali. La legalità conviene anche in termini economici. Ricordo che il nostro comandante generale in un occasione pubblica, davanti ad una platea di giovani, con una frase, “lo Stato vince sempre”, ha sintetizzato il senso del nostro lavoro. In realtà malgrado le molteplici difficoltà che ha attraversato, dalla mafia al terrorismo, lo Stato continua ad esserci con la forza della legalità.
“Siamo reduci da un importante operazione conclusa a dicembre e che ha riguardato le false attestazioni della presenza del personale allo Iacp, un servizio che ha avuto una risonanza nazionale. Stiamo lavorando su alcuni filoni sia su input dell’autorità giudiziaria che in autonomia. Non bisogna criminalizzare nessuna categoria, neppure quella dei dipendenti statali. Messina non è peggio di altri posti, il malcostume purtroppo è diffuso. Magari l’anno scorso c’è stata la concomitanza dei servizi in qualche Ente pubblico con l’arrivo della sentenza relativa ai fatti dell’Università che ha fatto scattare un campanello d’allarme, ma in realtà siamo in linea con il resto del Paese”.
“In questi giorni ho scritto una lettera ai miei reparti dove ho ricordato la necessità di intervenire in modo concreto nei confronti degli sprechi e ho sollecitato un’azione di controllo costante sulla spesa pubblica. Non possiamo permettere che si facciano acquisti di materiali che restano inutilizzati. La linea di indirizzo che sto lanciando è quella di controllare i soggetti che hanno avuto finanziamenti pubblici nel momento più vicino possibile in cui ricevono i soldi, per impedire, in presenza di illeciti, che venga continuata l’erogazione. In un momento di crisi il cattivo uso del denaro pubblico appare veramente intollerabile”.