Tanti edifici abbandonati e pericolosi ad Augusta. In centro è allarme sicurezza - QdS

Tanti edifici abbandonati e pericolosi ad Augusta. In centro è allarme sicurezza

Giuseppe Solarino

Tanti edifici abbandonati e pericolosi ad Augusta. In centro è allarme sicurezza

mercoledì 19 Giugno 2013

Cittadini e associazioni chiedono l’intervento del Comune, che deve vedersela con i privati

AUGUSTA (SR) – In città persiste da anni un grave problema che sembra non trovare una logica soluzione: diversi edifici e abitazioni, siti in buona parte nel centro storico, lasciati in abbandono e ridotti in pessime condizioni. Alcuni sono così malmessi, come il gruppo di case ubicate in via X Ottobre, dinanzi al plesso scolastico Cappuccini, che possono costituire una grave minaccia all’incolumità dei passanti. Le travi che sostengono le case pericolanti sono ormai vecchie e in cattive condizioni, e la struttura diventa ancor più a rischio quando vi sono forti piogge, così come accaduto nei mesi scorsi, che hanno determinato la caduta di calcinacci.
Cittadini e organizzazioni varie da tempo segnalano questa situazione agli Enti interessati ma, fino a ora, senza alcun esito. Il problema fu sollevato un anno addietro anche dalla Circoscrizione Isola, che mise in rilievo la necessità di intervenire in tempi rapidi per mettere in sicurezza un edificio pericolante, ma un contenzioso tra il Comune e i proprietari dell’edificio bloccò di fatto l’iter dell’intervento.
Sempre in via X Ottobre insiste un’altro edificio abbandonato da oltre più di un decennio, divenuto ricettacolo di immondizia e rifugio per animali randagi. Inizialmente il suddetto edificio venne utilizzato dalla Esso come foresteria, successivamente passò di proprietà alla Marina militare – che lo utilizzò, per alcuni anni, insediandovi alcuni uffici – ma quando la Marina militare non ritenne più opportuno utilizzare la struttura (avendo costruito delle palazzine all’interno della zona militare, in zona Comando Marina di Terravecchia e nella vecchia Darsena) lo stabile venne abbandonato al proprio destino, con il crollo della tettoia antistante l’edificio, fortunatamente senza conseguenze alcune. A tal proposito, ci si chiede se non sia opportuno che il Comune verifichi la necessità di rilevare tale struttura e utilizzarla per le proprie necessità, trasferendovi uffici e riducendo i propri canoni di locazione.
Il problema si complica ulteriormente quando a trovarsi in pessime condizioni sono degli edifici destinati ad uso pubblico come il cine-teatro Kursaal, ubicato all’interno dei giardini pubblici Orso Mario Corbino. Altri edifici a uso pubblico e in cattive condizioni sono l’ex cinema Impero, l’ex Macello comunale e la ricetta di Malta.
Sarebbe inoltre necessaria una mappatura dei palazzi esistenti disabitati in stato di abbandono e di degrado per rendersi conto della reale situazione urbana e adottare eventuali provvedimenti. Nel quartiere Terraveccia-Paradiso, per esempio, insistono due edifici costruiti abusivamente e mai completati. Uno di questi si trova in via Dessiè ed è sotto sequestro da ben 38 anni, ma fino a oggi non è stato ancora demolito e ormai diventato ricettacolo di cani randagi e topi.
 
L’altro immobile si trova in ronco Salso ed è rimasto incompleto per effetto della sospensione dei lavori, avvenuta negli anni Settanta: l’edificio versa in un totale stato di abbandono ed è diventato una vera e propria discarica abusiva piena di rifiuti di ogni tipo.
Altre case abbandonate, spesso con porte e finestre murate e senza tetto, si riscontrano nelle vie Epicarmo, Xifonia e Megara.
 
Tutti i suddetti edifici ovviamente rappresentano anche un grosso problema per il decoro urbano cittadino. L’ultima segnalazione, in ordine cronologico, proviene dall’ex dirigente del movimento politico–culturale L’Altra Augusta, Mimmo Di Franco. “All’angolo tra la principale arteria cittadina, via Principe Umberto, e via Colombo – ha affermato – si trova un edificio in pessime condizioni con tetto in eternit. Questo sito è il biglietto da visita all’ingresso del corso principale del centro storico. Rappresenta un pericolo sia per la sicurezza che per l’igiene in quanto, attraverso le finestre senza vetri, la gente butta dentro l’immondizia. Molti Comuni hanno fissato un periodo di tempo trascorso il quale si interviene con la demolizione di edifici fatiscenti, addebitando le spese ai proprietari”.
“Bisognerebbe – ha concluso – creare una task force che si occupi di censire gli edifici abbandonati, ricettacoli di immondizie ed animali, convocare i proprietari e prospettare delle agevolazioni fiscali sugli oneri di urbanizzazioni. Formare una società cooperativa che, con finanziamenti agevolati, compri le aree dismesse per ricostruire su di esse delle abitazioni, queste andrebbero in affitto agevolato alle giovani coppie. Si otterrebbe in questo modo la riqualificazione del centro storico, si rimetterebbe in moto l’edilizia, con tutto l’indotto, ed i vari settori che le ruotano attorno”.

Il settore Lavori pubblici: “Situazioni sotto controllo”

AUGUSTA (SR) – Il dirigente comunale del IV settore Lavori pubblici, Carmelo Bramato, in merito ai fabbricati pericolanti ha sottolineato come il Comune sia stato “sollecitato da tempo per quanto riguarda i rischi che alcuni edifici potrebbero comportare all’incolumità delle persone”.
“Tuttavia – ha aggiunto – da un punto di vista della sicurezza non sussistono pericoli in quanto lo stato dei fabbricati, apparentemente pericolanti, è tenuto sotto controllo e, nei casi a rischio, è stata disposta la loro messa in sicurezza tramite recinzioni e transennamenti adeguati. Da tempo è in corso la mappatura di tutti i palazzi e le strutture abbandonati. Valuteremo, a seconda dei casi, le azioni da intraprendere nel più breve tempo possibile al fine di indurre i proprietari a sistemarli. Purtroppo un serio intoppo in questa azione è determinato dal fatto che in alcuni casi i proprietari non sono di facile reperibilità”.
“Per quanto concerne il caso di via Dessiè – ha aggiunto – il palazzo potrebbe essere prima requisito e successivamente demolito. L’iter preventivo, per questo tipo di interventi, prevede due fasi: la prima in cui il Comune notifica ai proprietari dell’immobile la necessità di intervenire entro un determinato lasso di tempo con lavori di consolidamento; trascorso detto periodo di tempo sarà il Comune stesso a pianificare e mettere in atto l’intervento di messa in sicurezza, notificando ai proprietari la spesa cui l’Amministrazione va incontro con l’obiettivo di rivalersene in seguito”.
“L’ex foresteria Esso – ha concluso – non è di nostra competenza. L’immobile appartiene alla Marina militare”.

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