Rifiuti Ispra 2013: in Sicilia vincono ancora le discariche - QdS

Rifiuti Ispra 2013: in Sicilia vincono ancora le discariche

Rosario Battiato

Rifiuti Ispra 2013: in Sicilia vincono ancora le discariche

giovedì 20 Giugno 2013

Circa il 90% dell’immondizia in discarica, il 41% non viene sottoposto a nessuna forma di pretrattamento. Isola ultima regione per valori di differenziata e tra le prime per produzione di rifiuti

PALERMO – Non tutte le crisi vengono per nuocere. La lunga recessione economica che sta soffocando l’Europa ha permesso di abbattere la produzione nazionale dei rifiuti – primo comandamento dell’Ue in materia – posizionandola al di sotto delle 30 milioni di tonnellate, un dato che non si registrava da un decennio. Lo rivelano i dati dell’ultimo rapporto Rifiuti Ispra 2013 presentato ieri a Roma. La Sicilia, com’era ampiamente prevedibile data la quotidiana emergenza a cui siamo abituati, è la spina nel fianco della media nazionale in tutti i valori necessari per una gestione sostenibile e virtuosa del rifiuto.
Nel 2012 l’Italia ha sfiorato quota 30 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti, in calo di circa 1,4 milioni rispetto al 2011. Si tratta di dati ancora provvisori, specifica l’Ispra nel dossier, ma che rendono comunque conto degli effetti combinati della crisi e di una maggiore consapevolezza dei cittadini. Per la Sicilia il calo è stato quasi impercettibile dal momento che si è passati da 2,5 milioni di tonnellate a 2,4, anche se la variazione percentuale è stata tra le più alte d’Italia (-6,1%). Il dato siciliano rientra nella top five nazionale della produzione che vede anche Lombardia (4,6 milioni di tonnellate), Lazio (3,2), Emilia Romagna (2,7) e Campania (2,5). Purtroppo, ad eccezione di quest’ultima, il sistema regionale siciliano è l’unico a non essere in grado di gestire in maniera sostenibile questa mole di rifiuti. A confermalo ci sono tutti i dati sullo smaltimento.
Il primo risultato che spezza a metà l’Italia è la raccolta differenziata. Regioni come il Veneto e il Trentino Alto Adige superano il 60% con dati in continua crescita. Altre regioni come Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna abbattono la soglia del 50%. Dall’altra parte del Paese troviamo invece la Sicilia che ha “esultato” per aver oltrepassato il 10% già nel 2011, mentre lo scorso anno ha toccato quota 13,2%. Il dato siciliano resta comunque il più basso d’Italia, inferiore sia alla media meridionale (26,7%) che a quella nazionale (39,9%). Tanto per riepilogare nel 2011 in Sicilia sono stati prodotti 2,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani dei quali 2,2 milioni sono stati classificati come “raccolta indifferenziata” (88,70%) e 289 mila (11,21) come “raccolta differenziata”. Appena 2.367 tonnellate (0,09) sono stati gli "ingombranti a smaltimento". Per rendersi conto della mala gestione basta considerare un’altra regione che ha la stessa popolazione e quasi la stessa produzione di rifiuti dell’Isola: il Piemonte, a fronte di una produzione di 2,1 milioni di tonnellate di rifiuti, ne differenzia 1,1 milioni.
In Sicilia, dove ancora si attende la piena applicazione della lr 9/2010 che liquida il sistema Ato, è assente un sistema impiantistico all’altezza anche se buoni valori si stanno registrando sul fronte del trattamento meccanico-biologico (+41% tra il 2010 e il 2011, 60 mila tonnellate autorizzate) con un solo impianto e sul compostaggio (+46% tra il 2010 e il 2011, 282 mila tonnellate autorizzate) con 15 impianti.
Dati positivi ma ancora lontani dai modelli europei perché in Sicilia la discarica rappresenta ancora la forma di gestione prevalente per il 91% dei rifiuti prodotti. Nel 2012, dati ancora provvisori, su un totale di 2,4 milioni di tonnellate in discarica finiscono poco più di 2 milioni pari all’83%. Nell’Isola, denuncia il report dell’Ispra, il 41% dei rifiuti smaltiti non viene sottoposto ad alcuna forma di pretrattamento. L’Italia ha una media di smaltimento in discarica pari al 40%, ma ci sono regioni che hanno valori "europei": la Lombardia conferisce in discarica appena l’8%, mentre il Friuli e il Veneto arrivano al 14%.

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