“La libera professione sta vivendo un momento di crisi devastante. In città abbiamo circa il 90 per cento degli studi che hanno chiuso con i professionisti che svolgono l’attività presso la propria abitazione e la penalizzazione di un indotto che per noi è rappresentato da segreterie, apparecchiature informatiche oltre che da penne e matite. In provincia il discorso è diverso: ci sono dei Comuni dove i professionisti riescono a sostenere le spese per aprire uno studio attrezzato perché i costi sono più sostenibili. In città siamo circa 1500 ingegneri e non so neppure se arriviamo a 200 studi professionali. Questo è l’effetto della crisi che ci ha colpito pesantemente. Dove non c’è l’imprenditore che investe, e non solo nell’edilizia ma nei diversi settori che l’ingegneria abbraccia, dall’informatica alla chimica dal nucleare alla medicina e all’elettronica, diventa complicato reggere un’attività come la nostra ed in particolare a Messina”.
“È da anni che sollecitiamo una burocrazia più snella nell’attività imprenditoriale ma la politica è stata sorda alle nostre richieste. Nelle nostre battaglie di questi anni ci siamo sentiti soli e a questo punto vogliamo fermarci un attimo per capire qual’è la direzione che dobbiamo prendere, per quale obiettivo lavorare. Del nostro Ordine professionale (circa 3000 iscritti) fanno parte ingegneri che hanno attività industriali, imprese edili ed anche agricole. Due anni fa abbiamo fatto un incontro sulla sburocratizzazione dell’attività imprenditoriale ma devo dire che non abbiamo avuto grande interesso attorno a questa iniziativa. Oggi il tema è diventato di grande attualità. Nel 2011 avevamo anche organizzato un tavolo tecnico per stabilire delle azioni finalizzate al rilancio dell’edilizia, insieme a sindacati e varie forze produttive. Avevamo invitato anche i rappresentati degli istituti bancari per lanciare la proposta di un microcredito con un tetto di 50 mila euro a tassi agevolati, al 4 o 5 per cento, ma nessuno di loro si è presentato”.
“Abbiamo presentato una proposta ‘Piano casa modificato’ per incentivare la messa in sicurezza di immobili sia civili che industriali e commerciali prevedendo un aumento della volumetria del 40 per cento per chi volesse demolire abitazioni fatiscenti. Ma anche qui non abbiamo avuto riscontri positivi né sostegno. Le modifiche che avevamo previsto alla Lr 6/2010 consentiva di creare una sorta di perequazione: per chi avesse dei fondi proponevamo la possibilità di sfruttare la cubatura con delle costruzioni che avrebbero dato un nuovo assetto al territorio. Abbiamo una zona così devastata dal punto di vista edilizio e così ampia con tutte le casupole e le baracche, con dei piani di risanamento che sono come la tela di Penelope, che tentavamo di rilanciare l’edilizia anche con investimenti privati. Ma il problema è trovare chi è disponibile ad investire, delle banche disposte ad offrire condizioni più favorevoli e il sostegno della politica. Noi oltre che proporre, come professionisti, non possiamo fare”.
“Negli ultimi 4 anni abbiamo organizzato più di 25 corsi professionali indirizzati al settore della sicurezza, della certificazione energetica, della mediazione civile. Da sottolineare il percorso formativo organizzato nel 2011 sulle “Opportunità di finanziamento dell’Unione europea”.
“Abbiamo presentato una modifica alla legge sui ll.pp. sul rifinanziamento dei fondi di progettazione e da dirigente della regione Sicilia ho proposto di togliere i servizi di ingegneria alle Pubbliche amministrazioni. Tenere ancora negli uffici pubblici le attività specifiche della libera professione, progettazione, direzione lavori, servizi inerenti la sicurezza, come dice la Legge, toglie lavoro alla libera professione, la pubblica amministrazione deve fare solo controllo, vigilanza e programmazione. Ci troviamo di fronte a dei casi in cui negli stessi uffici si fanno progetti, si appalta e si collabora ed è una follia. Da cinque anni facciamo questa battaglia e finalmente adesso abbiamo anche il sostegno della Consulta regionale. Bisogna però cambiare la legge”.
“Nel 2011 abbiamo avuto grosse difficoltà ma abbiamo tenuto, malgrado l’attacco concentrico di Confindustria, Sindacati e di tutta una serie di forze sociali che vedevano in noi un nemico. Per fortuna abbiamo fatto capire l’importanza del lavoro di rete perché se non andiamo nella stessa direzione è il fallimento per tutti. Non vogliamo diventare dei burocrati di Stato, chiediamo di essere messi in condizione di lavorare per una rinascita della città”.
professioni della Camera di Commercio di Messina dal Maggio 2012, è consigliere d’Amministrazione del Rina (Registro Italiano Navale) da giugno 2012 e vice presidente della Consulta Regionale dell’Ordine degli ingegneri di Sicilia da Febbraio 2011. L’ingegnere Trovato è inoltre dirigente del Servizio pianificazione e controllo della Segreteria tecnica operativa dell’Ato idrico di Messina.