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Messina – Il silenzio assordante sulla Fiera. Che si aspetta per il commissario?

Francesco Torre

Messina – Il silenzio assordante sulla Fiera. Che si aspetta per il commissario?

venerdì 21 Giugno 2013

Rinnovato per due mesi l’incarico di Maria Amoroso. E intanto le passività ammontano a 4 mln €. Sciolta da un anno, sommersa dai debiti, ma ancora non c’è il liquidatore

MESSINA – Che una pagina della storia cittadina si fosse chiusa in modo traumatico lo avevamo appreso già nel novembre scorso, allorquando la giunta regionale Lombardo comunicò – con un colpevole ritardo di quasi sei mesi – di avere esitato la delibera per lo scioglimento dell’Ente fiera.
 
Oggi, a un anno da quella decisione, quel provvedimento comincia a trasformarsi in qualcosa di concreto: per la prima volta dopo 77 anni quest’estate non si svolgerà la Fiera campionaria, l’evento agostano di massa per eccellenza. Nel bene e nel male, la sua assenza si sentirà, ma siamo sicuri che i cittadini se ne faranno una ragione, aiutati anche dal fatto che – come pare – alla cittadella fieristica per opera dell’Autorità Portuale sarà comunque programmato un calendario di eventi musicali e teatrali, grazie a una partnership con i privati.
Più grave, semmai, è il fatto che dopo 12 mesi dalla delibera di scioglimento, con un cambio di Governo regionale avvenuto, il rinnovo dell’amministrazione comunale in itinere e un procedimento di sfratto in corso (è questa la prima notizia del giorno, l’Autorità Portuale ha messo fuori dalla porta i lavoratori che attendono stipendi arretrati da marzo 2012), non si sia ancora provveduto a nominare un commissario liquidatore e a dare tempi certi per lo scioglimento definitivo.
Che l’attuale assessore Vancheri non abbia le idee chiare su cosa fare lo dimostra il lungo elenco di rinnovi a Maria Amoroso, architetto e dirigente dell’amministrazione regionale, in qualità di commissario ad acta. L’ultimo di questi è stato pubblicato sulla Gurs il 14 giugno scorso (ed è questa la seconda notizia del giorno), per una durata di “mesi due, e comunque non oltre la data di insediamento del nuovo commissario liquidatore dell’ente, al fine di provvedere: – al pagamento di tutte le spese correnti urgenti e indifferibili; – alla resistenza in giudizio in argomento nonché compimento di ogni atto urgente e indifferibile”.
 
I maligni potrebbero pensare che l’attesa abbia chiare motivazioni politiche, e che il nome del commissario nelle intenzioni del presidente Crocetta dovrà essere concertato con la coalizione di destra-centro-sinistra che sostiene il candidato sindaco Calabrò, e forse in questo cattivo pensiero c’è molto di vero. E veri, anzi verissimi, all’Ente Fiera sono i tanti debiti che dovranno essere ripianati prima di procedere con lo scioglimento: oltre 2 mln € nei confronti di creditori e fornitori; 1,5 mln € circa di contenzioso; 500 mila € di arretrati per i dipendenti.
Più che virtuale, invece, è ormai il lavoro, poiché dalla fine dell’ultima campionaria i 12 dipendenti si trovano nella paradossale situazione di timbrare quotidianamente il cartellino senza avere nulla da fare, aspettando solo che qualcuno vada a spiegargli che destino avranno. Adesso, non avranno nemmeno un ufficio dove riunirsi.
 

8 mln in investimenti. Le promesse da “marinaio” dell’Autorità portuale

MESSINA – Quando l’Autorità portuale promette qualcosa a riguardo della cittadella fieristica – ormai in città lo sanno anche le pietre – i cittadini devono sottrarre almeno l’80% alle parole pronunciate. Nel dicembre 2012, all’epoca cioè dell’occupazione dell’ex Teatro in Fiera, il Comitato portuale aveva annunciato 8 milioni di euro di investimenti, l’indizione di un bando europeo, l’apertura totale della cittadella con l’eliminazione delle barriere, uno spazio attrezzato per turisti e croceristi, il trasferimento dell’acquario comunale e la creazione di un Museo del mare. Alle porte dell’estate 2013, gli unici interventi attuati sono stati quelli di scerbatura e di manutenzione ordinaria, qualche nuova panchina e aiuola e alcune demolizioni. Un amministratore di condominio, obiettivamente, avrebbe saputo fare molto di più.

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