Limiti alla buonuscita anticipata per i dipendenti regionali - QdS

Limiti alla buonuscita anticipata per i dipendenti regionali

Andrea Carlino

Limiti alla buonuscita anticipata per i dipendenti regionali

sabato 22 Giugno 2013

Disposizioni della circolare del 6 febbraio scorso del direttore del Fondo pensioni regionale. I regionali possono richiederla per l’acquisto della prima casa non oltre il 30 giugno

PALERMO – Novità per l’indennità di buonuscita dei dipendenti dell’Amministrazione regionale. Infatti nel quadro di una razionalizzazione del regolamento di attuazione, il Fondo Pensioni Sicilia ha revisionato, tramite un circolare del 6 febbraio scorso, alcune disposizioni relative alle richieste di anticipazione delle indennità di buonuscita.  E’ noto, infatti, che l’anticipazione dell’indennità di buonuscita ai dipendenti dell’Amministrazione regionale è disciplinata dal regolamento di esecuzione dell’art. 20 della L.R. 11/88 approvato con Decreto Presidenziale 31 luglio 1991, n. 41, pubblicato nella Gurs n. 14 settembre 1991, n. 44 e dal Decreto presidenziale 31 luglio 1991, n. 41 – Regolamento di esecuzione dell’art. 20 della legge regionale relativo all’anticipazione della indennità di buonuscita ai dipendenti dell’Amministrazione regionale.
La novità principale, come di evince dalla lettura della circolare, riguarda il termine di presentazione dell’istanza di anticipazione per l’acquisto della prima casa. Le istanze, infatti, dovranno pervenire al Fondo per il tramite degli Uffici del personale di appartenenza entro il 30 giugno dell’esercizio finanziario nel corso del quale si chiede l’anticipazione. Le istanze pervenute in data successiva saranno considerate inammissibili  e dovranno essere riproposte nel primo semestre dell’anno successivo.
Per vincoli di bilancio, si legge nel provvedimento, le istanze di anticipazione pervenute al Servizio buonuscita, a partire dal 1 gennaio 2013, saranno soddisfatte nei limiti delle risorse finanziarie disponibili per l’anno in corso e saranno applicate alle istanze per spese sanitarie (urgenza e gravità dell’intervento sanitario) e per l’acquisto della casa (prima richiesta nel corso del rapporto di lavoro, acquisto casa destinata al dipendente rispetto alla casa destinata al figlio, presenza documentata nel nucleo familiare di soggetti disabili o affetti da gravi patologie, gravità della situazione abitativa in seguito a procedure di sfratto esecutivo, non dovuto a morosità, altre particolari e documentate situazioni di bisogno).
Si precisa, si legge nella circolare, "che le copie dei provvedimenti di riscatto per buonuscita dovranno essere accompagnate dalle certificazioni relative ai pagamenti e gli Uffici preposti saranno invitati a segnalare l’eventuale contemporaneità delle domande di prestito, dietro cessione del quinto, con le istanze di anticipazione che risultano in corso di istruttoria, ma non ancora evase e ad informare sull’eventuale insorgenza di altri motivi ostativi".
 


Non può sommarsi alla cessione del quinto dello stipendio
 
L’anticipazione dell’indennità di buonuscita non è conciliabile con la cessione del quinto dello stipendio. L’amministrazione regionale, in tempi di magra, mette un freno alle uscite.
La cessione del quinto dello stipendio è una particolare tipologia di prestito personale, da estinguersi con cessione di quote dello stipendio o salario fino al quinto dell’ammontare dell’emolumento valutato al netto di ritenute.
Come previsto dall’ultima versione del D.P.R. 5 gennaio 1950 n. 180 (come aggiornato dalla legge 14 maggio 2005 n. 80) questa tipologia di prestito è destinata a tutte le categorie di lavoratori dipendenti, sia dello Stato e del comparto para-statale (come specificamente previsto dal testo originale del provvedimento legislativo) che delle aziende private (come definitivamente sancito dagli aggiornamenti previsti dalla legge 80/2005). Nella stessa legge 80/2005 è stata estesa la possibilità di cedere parte della propria retribuzione anche ai pensionati di tutti gli enti previdenziali. Possono contrarre la richiesta anche i dipendenti delle aziende private, ma la banca o l’ente finanziario si riserva la possibilità di valutare le garanzie.

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