Sicilia: i rifiuti bruciano 183 mln all’anno - QdS

Sicilia: i rifiuti bruciano 183 mln all’anno

Rosario Battiato

Sicilia: i rifiuti bruciano 183 mln all’anno

martedì 25 Giugno 2013

Althesys ha calcolato i mancati introiti derivanti dalla differenziata ai minimi termini. Un risultato che sa di beffa. L’Isola fra le tre regioni peggiori: insieme hanno cancellato oltre un miliardo negli ultimi tre anni

PALERMO – Non ci sono solo le sanzioni europee e il mancato risparmio innescato dalla raccolta differenziata a pesare sul bilancio isolano dei rifiuti, ma anche gli introiti bruciati ogni anno dal mancato riciclo. Lo rivela una ricerca Althesys che ha calcolato come in Campania, Lazio e Sicilia siano andati persi circa 422 milioni di euro di benefici.
Gli ultimi dati Ispra sul sistema rifiuti dell’Isola sono stati diffusi qualche settimana fa e le ripercussioni di una differenziata che supera di poco il 10% e di uno smaltimento in discarica ancorato ancora al 90%, a fronte di Paesi europei e regioni italiane che hanno dati inferiori al 15%, sono state calcolate da Atlhesys, società specializzata nella consulenza strategica e nella ricerca nei settori ambiente, energia, utilities e infrastrutture.
Secondo i dati diffusi dalla società negli ultimi tre anni i mancati benefici da raccolta differenziata avrebbero prodotto un ammanco di 1,3 miliardi di euro in termini di benefici economici. Il mancato riciclo costa una media di 26 euro, un dato medio che va declinato a livello regionale e che produce la peggiore performance proprio in Sicilia dove si tocca il picco di 37 euro a cittadino. Andando in dettaglio non fare la differenziata costa 50,7 milioni di euro in Campania, 183,8 in Sicilia e 187 nel Lazio.
Tutto questo avviene proprio nelle settimane in cui l’Ue ha deciso di imprimere un’accelerazione al processo di infrazione che riguarda l’Italia. La Commissione ha infatti proposto di infliggere all’Italia per le emergenze rifiuti con il deferimento alla Corte Ue di giustizia multe salatissime pari a 28.090 euro da pagare ogni giorno fino alla sentenza definitiva del 2014, con il rischio di una ulteriore maxi multa da 256.819 euro per ogni giorno di ritardo che il nostro Paese accumulerà nel mettersi in regola.
Ci troviamo di fronte alle tre regioni meno virtuose di Sicilia. “Nel 2012 la Campania, il Lazio e la Sicilia – ha dichiarato Alessandro Marangoni, ceo di Althesys e capo del team di ricerca – sono state caratterizzate da livelli di raccolta differenziata ancora inferiori rispetto ai best performer nazionali”.
A tirare le somme a stare peggio di tutte è proprio la Sicilia. La Campania, che ha raccolto 2,6 milioni di tonnellate, presente dei casi estremi da curare, su tutti la situazione di Napoli e dintorni, ma ha comunque raggiunto una raccolta differenziata che ha superato il 40%, secondo i dati ispra diffusi nelle scorse settimane e aggiornati al 2012. Nel Lazio, a fronte di 3,2 milioni di tonnellate di produzione, la differenziata arriva al 22%. La Sicilia, invece, a fronte di 2,4 milioni di tonnellate ha toccato quota 13,3% di differenziata, manifestando un problema che è quasi equamente diffuso su tutto il territorio regionale. Un’emergenza finanziaria che quotidianamente le cronache isolane ci ricordano, mentre si avvicina la scadenza del 30 settembre, quando gli ambiti dovranno essere definitivamente liquidati per dare avvio ad una nuova fase della gestione dei rifiuti. Eppure, ad oggi, la risoluzione sembra ancora molto lontana.

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