“Purtroppo abbiamo avuto un taglio di oltre 800 milioni di euro dallo Stato per i Comuni, ma la Regione si è fatta carico di tutta la somma tagliata per evitare di farla pesare sui Comuni. Inoltre abbiamo fatto un accordo con l’Agenzia delle entrate ed abbiamo firmato un protocollo, partendo da Palermo ed estendendo questa iniziativa sempre di più, per la partecipazione comunale alla lotta all’evasione. Inoltre pensiamo dall’anno prossimo di modificare le modalità di erogazione da parte della Regione, che non deve dare più risorse con un fondo ai Comuni. La Regione deve cedere compartecipazioni al gettito Irpef. In questa maniera è più facile che l’ente locale si attivi per evitare l’evasione. Questo provvedimento a dire la verità era già pronto, ma abbiamo avuto dei problemi tecnici, perchè bisogna costruire un fondo di perequazione e per il quale abbiamo già aperto un tavolo di lavoro con l’Anci (Associazione dei Comuni )”.
“Ringrazio il Quotidiano di Sicilia per la segnalazione. Quando ho ricevuto la delega di assessore regionale per l’Economia però questa era già una realtà esistente e non sarebbe stato possibile modificarla in tempi brevi e in considerazione dell’approvazione dei documenti economico-finanziari”.
“Non c’è una preclusione di fondo ad intervenire sull’incentivo per i Comuni siciliani sul recupero dell’evasione fiscale, che è diverso rispetto al resto d’Italia. Il dialogo è aperto e costante e sono convinto che con un tavolo di coordinamento delle amministrazioni potremo definire questo aspetto nel modo migliore. Posso dire che questa materia è alla nostra attenzione. Inoltre il Patto di stabilita, è più ‘leggero’ per gli enti locali siciliani, grazie all’accordo per la realizzazione del ‘patto di stabilità regionale verticale incentivato per l’anno 2013’ siglato tra la Regione siciliana, l’Anci e l’Urps che porterà a ridurre fortemente gli effetti del patto di stabilità attuale per tutti i Comuni, abbattendo in media dell’80% la partecipazione ai saldi di finanza pubblica, azzerandola del tutto per i Comuni fino a 5.000 abitanti. Di fatto con questo accordo riusciamo a definire un quadro di finanza pubblica per il 2013, rendendo le prospettive dei Comuni assai meno complicate di quanto fosse prima. In particolare con il trasferimento di spazi finanziari dalla Regione ai Comuni per effetto del decreto legge 35, siamo in grado di azzerare per tutti i Comuni fino a cinquemila abitanti gli effetti del patto di stabilità che imponeva un saldo positivo che gli enti locali non sono ad oggi riusciti a rispettare”.
“Il declassamento del rating è un fattore negativo, determina riflessi finanziari sul nuovo indebitamento ma non incide direttamente sullo stock di debito esistente. In particolare non comporta effetti sul Pirandello bond, la più importante emissione della Regione, quotata sui mercati. Il downgrading non ha riguardato soltanto la Sicilia ma anche il Piemonte, il Lazio e la Campania e le motivazioni addotte dall’agenzia di valutazione per il declassamento della Regione hanno fatto riferimento al consistente deficit di bilancio dell’esercizio finanziario 2012 e alle condizioni negative dell’economia regionale, due elementi che non possono essere ricondotti direttamente all’azione del Governo. Le polemiche sollevate dal precedente Assessore hanno rischiato di determinare ricadute negative sulle finanze regionali quantificabili in oltre 400 milioni di euro. Il downgrading non comporterà alcuna conseguenza anche sui contratti derivati in essere, in quanto la possibilità, per le controparti finanziarie, di attivare le clausole di rescissione automatica degli stessi era già stata attivata a seguito del precedente declassamento. Il contratto stipulato con Bank of Scotland sarà chiuso anticipatamente mentre quello stipulato con Nomura, che presenta aspetti problematici, è ancora oggetto di contrattazione. L’unico mutuo che la Regione intende stipulare nel breve periodo ha come controparte la Cassa Depositi e Prestiti e, pertanto, le refluenze del downgrading sull’operazione saranno praticamente nulle”.
“Nel bilancio di previsione per l’esercizio 2013 gli interventi di spesa, alla cui copertura si provvede con l’avanzo vincolato, sono esclusivamente quelli riportati nella tabella (in pagina), la quale evidenzia che tra le poste più significative delle spese in conto capitale correlate all’avanzo vincolato è incluso il Fondo per la riproduzione di economie e pagamento di perenzioni in conto capitale, cui è confluito in gran parte l’avanzo vincolato, per l’importo di 7.494.979 migliaia di euro. Le ulteriori spese in conto capitale riportate nella tabella, che ammontano complessivamente a 4.721 migliaia di euro, finanziano interventi avviati in esercizi precedenti, nel rispetto delle destinazioni previste dalle norme statali di assegnazione ed i cui effetti, parlando in termini di impegno, si estendono per più esercizi (concorso nel pagamento di interessi o delle rate di ammortamenti di mutui) mentre, in termini di accertamento, hanno decisamente concorso alla determinazione dell’avanzo vincolato in precedenti anni.
L’elevato avanzo vincolato evidenzia indubbiamente, da parte dei diversi rami dell’Amministrazione regionale, una ridotta capacità di attivazione finanziaria delle ingenti risorse statali e comunitarie destinate al finanziamento di spese di investimento, che, comunque, vengono utilizzate esclusivamente nel rispetto del vincolo di destinazione”.