Giuseppe Falzea: "Gli architetti messinesi verso il Mediterraneo" - QdS

Giuseppe Falzea: “Gli architetti messinesi verso il Mediterraneo”

Lina Bruno

Giuseppe Falzea: “Gli architetti messinesi verso il Mediterraneo”

martedì 02 Luglio 2013

Forum con Giuseppe Falzea, presidente dell’Ordine degli Architetti di Messina

Quanti sono gli iscritti e qual è il trend degli ultimi anni?
“Sono 1.762 con un trend in crescita. Il momento comunque che vivono le professioni tecniche in generale, gli architetti in particolare, specie in Sicilia”.
Qual è il ruolo del’ordine in una città come Messina?
“Cerchiamo in qualche modo di sopperire alla mancanza di una facoltà di Architettura. Ci occupiamo di due aspetti, uno più legato alla funzione di Organo di Magistratura di primo grado, che da luglio comunque non ci sarà più e poi siamo impegnati in attività culturali e di promozione”.
Come giudica la separazione delle funzioni disciplinari?
“È utilissimo perché ci lascia spazio per assolvere ad altre funzioni; ci dovremo occupare adesso di formazione professionale che diventerà obbligatoria e che sarà un’attività veramente impegnativa. Finora ce ne siamo occupati poco e per corsi per cui c’era un certo interesse come quelli sulla sicurezza. Adesso con l’obbligo di aggiornamento dovremo prevedere percorsi formativi 365 giorni l’anno, bisognerà quindi rivedere tutta l’organizzazione dell’Ordine”.
Quali sono i vostri obiettivi?
“Vorrei intanto organizzare bene la formazione anche attraverso la costituzione della Fondazione dell’Ordine degli Architetti nel Mediterraneo. Vorremmo poi fare la Casa dell’Architettura del Mediterraneo, abbiamo sottoscritto un protocollo di intesa con il Comune che ci ha messo a disposizione un’ala del Palacultura. Creeremo una struttura che dialogherà con le altre realtà del Mediterraneo, sarà un contenitore di studio di tutte le dinamiche di trasformazione dei nostri luoghi: idee, ragionamenti, progetti verranno elaborati dal basso. Attraverso la fondazione pensiamo di incrementare le attività culturali finalizzate al dibattito sull’Architettura qui in città. Abbiamo fatto un incontro a maggio con l’architetto americano Denis Schofield, ideatore del famoso ‘cubo apple’ di New York, questo per tentare di far uscire Messina dalla provincialità”.
Dal punto di vista del paesaggio e del decoro architettonico come vi ponete?
“Su questo fronte siamo molto determinati, siamo stati molto attenti in questi ultimi tre anni a seguire i fatti importanti. Riteniamo che il governo del territorio si debba rifondare su un’ottica nuova che è un’ottica ambientalista. Bisogna fare edifici a risparmio energetico realizzati con tecniche di bioarchitettura, perché per consumare poco un edificio deve essere fatto bene, cosa fondamentale quindi è costruirlo secondo determinate logiche e poi trovare sistemi di approvvigionamento energetico che lo rendano quasi indipendente. Dal 2020, per gli edifici pubblici, questo sarà obbligatorio e subito dopo lo sarà per quelli privati”.
Concretamente cosa siete riusciti a fare?
“Siamo riusciti a bloccare degli interventi che l’Amministrazione aveva predisposto: quelli della Mortelle Tono dove abbiamo letto dei tentativi speculativi; quelli sul Tirone dove erano previsti grandi concentrazione di volumi, più idonei per le aree degradate che per quelle di interesse storico; abbiamo bloccato l’operazione Magazzini generali ed ex Silos Granai dove erano previsti interventi di edilizia residenziale con preventivo cambio di destinazione d’uso dei siti. In quell’area invece pensiamo che di debbano predisporre interventi legati alle attività marittime. In accordo con l’Autorità Portuale abbiamo contribuito inoltre ad aprire gli spazi della cittadella fieristica; stiamo organizzando un grande evento nella prima decade di luglio con tanti artisti messinesi mentre promuoveremo un concorso internazionale di idee per la riqualificazione dell’intera area”.
 
Quali sono le proposte per rilanciare il ruolo dell’Ordine
“Stiamo lanciando a livello nazionale insieme a Legambiente il Progetto Riuso, acronimo di Riqualificazione urbana sostenibile con l’adesione di Ance, Anci e Confindustria. Vogliamo rilanciare l’edilizia ‘rottamando’ gli edifici che non hanno qualità architettonica, ricostruendoli secondo logiche nuove. A livello regionale abbiamo predisposto due disegni di legge per la riqualificazione urbana sostenibile con degli incentivi sia economici sul pagamento degli oneri di urbanizzazione che volumetrici. Stiamo anche sollecitando la Regione a fare sua la legge sulla Bellezza predisposta da Legambiente, orientata tra l’altro sull’idea di città che si sviluppano in altezza”.
La vostra attenzione su Messina quale sarà?
“Qui si è permesso, con un piano del 1977, di sopraelevare gli edifici esistenti di un piano, in deroga anche alle regole sulla sicurezza. Siamo stati governati da strumenti urbanistici finalizzati alla crescita e non alla trasformazione, mentre in Europa da 20 anni si ragiona per migliorare la città che c’è. Adesso bisogna bloccare questa tendenza. A Messina staremo attenti al nuovo Piano regolatore e intanto speriamo che venga approvata la nuova legge urbanistica con le proposte fatte dalla Consulta Regionale degli Architetti. Prima o poi l’edilizia ripartirà e a quel punto dobbiamo avere regole nuove”.
 


Curriculum Giuseppe Falzea
 
Nato a Messina nel 1960, Giuseppe Falzea si è laureato in Architettura presso l’Università di Reggio Calabria nel 1986. Dal 1997 ha l’abilitazione di coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione e di direzione lavori. Dal 1997 al 2002 è stato vice presidente della commissione Edilizia del Comune di Messina e consulente del presidente della Provincia Regionale per la elaborazione del piano di riqualificazione urbana e sviluppo sostenibile dell’area metropolitana. È componente del Consiglio provinciale dell’ordine degli Architetti, prima come tesoriere e, dal novembre 2010, come presidente.

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