Tariffe esose per attraversare lo Stretto, l’Antitrust vuole vederci chiaro: “Aumenti del 150% in 3 anni” - QdS

Tariffe esose per attraversare lo Stretto, l’Antitrust vuole vederci chiaro: “Aumenti del 150% in 3 anni”

Rosario Battiato

Tariffe esose per attraversare lo Stretto, l’Antitrust vuole vederci chiaro: “Aumenti del 150% in 3 anni”

venerdì 05 Luglio 2013

Aperta l’istruttoria nei confronti di Caronte & Tourist, Rfi, Bluferries, Meridiano Lines, Ustica Lines, Terminal Tremestieri e Consorzio Metromare. L’intervento dell’Autorità per il mercato, che sospetta l’azione di un cartello delle imprese, dopo la segnalazione degli utenti

ROMA – Si apre l’ennesimo capitolo su trasporti e Stretto di Messina. Stavolta non si tratta del ponte sospeso, ma di un’istruttoria avviata dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato lo scorso 26 giugno, ai sensi dell’articolo 14 della legge n. 287/90, nei confronti delle società Caronte & Tourist S.p.A., Rete Ferroviaria Italiana S.p.A., Bluferries S.r.l., Meridiano Lines S.r.l., Ustica Lines S.p.A., Terminal Tremestieri S.r.l. e del Consorzio Metromare dello Stretto, per accertare l’esistenza di violazioni dell’articolo 2 della legge n. 287/90 o dell’articolo 101 del Tfue (Trattato sul funzionamento dell’Unione europea). Sullo Stretto, stando alle segnalazioni degli utenti, ci sarebbe un problema di concorrenza in termini di tariffe praticate dagli operatori. Per essere più precisi, del 150% negli ultimi tre anni.
“Con numerose segnalazioni pervenute nel periodo compreso tra il 2009 e il 2013 diversi utenti hanno lamentato un progressivo e rilevante aumento delle tariffe praticate dagli operatori che forniscono il servizio di trasporto marittimo nello Stretto di Messina, per tutte le tipologie di trasporto (mezzi gommati e passeggeri)”. Si apre così il lungo testo dell’Autorità che mette in evidenza, a detta dei segnalanti, aumenti che “deriverebbero dalla totale assenza di concorrenza nel mercato, assenza comprovata, oltre che dal sostanziale allineamento delle tariffe, dal fatto che gli aumenti in questione sarebbero stati introdotti contestualmente o quasi dagli operatori”.
 
Nel mirino degli utenti l’adeguamento costante dei prezzi tra le imprese in un porto come quello di Messina che è tra i più importanti del Mediterraneo e il primo in Italia, potendo contare su circa dieci milioni di passeggeri trasportati all’anno. Un mercato ricco che, a quanto pare, soffrirebbe di eccessiva staticità. “Dagli accertamenti condotti – si legge nel documento dell’Autorità – risulta che il mercato del trasporto marittimo nello Stretto di Messina è caratterizzato da una domanda particolarmente rigida, in quanto esprime un bisogno di mobilità che non può essere soddisfatto altrimenti”.
Gli operatori del mercato, inoltre, risultano avere “frequenti e qualificate occasioni di contatto” sia tramite l’impresa comune TT (dove figurano i rappresentanti di C&T, Bluferries-RFI, Meridiano), mentre rappresentanti di C&T (Caronte & Tourist) e Rfi (Rete ferroviaria italiana, gruppo Ferrovie dello Stato) siedono anche nel Comitato portuale, principale organo dell’Autorità portuale di Messina con importanti compiti anche in materia di concessioni e autorizzazioni. In particolare C&T siede in rappresentanza degli armatori, mentre Rfi siede in rappresentanza delle imprese ferroviarie operanti nei porti, ma Rfi è un concorrente diretto di C&T, dal 2010 anche attraverso Bluferries.
 
“Nel contesto illustrato – continua l’Autorità – si collocano i sostanziali aumenti tariffari praticati almeno nell’ultimo triennio dagli operatori, principalmente C&T e Rfi. Tali aumenti, a quanto risulta, sono stati introdotti con una certa frequenza e in modo sostanzialmente contestuale”. In estrema sintesi l’Autorità ha ritenuto che le condotte descritte, di cui vi abbiamo fornito un saggio, poste in essere da Caronte & Tourist S.p.A., Rete Ferroviaria Italiana S.p.A., Bluferries S.r.l., Meridiano Lines S.r.l., Ustica Lines S.p.A., Terminal Tremestieri S.r.l. E Consorzio Metromare dello Stretto, sarebbero suscettibili di configurare un’intesa restrittiva della concorrenza nel mercato del trasporto marittimo di linea di mezzi gommati e di passeggeri nello Stretto di Messina in violazione dell’articolo 2 della legge n. 287/90 o dell’art.101 del Tfue.
La fine dell’istruttoria, e quindi l’accertamento di eventuali violazioni, salvo particolari proroghe, è prevista entro il 31 ottobre 2014. Dall’ufficio stampa dell’Autorità, sentito dal QdS, hanno precisato che “eventuali sanzioni possono arrivare fino al 10% del fatturato complessivo delle imprese coinvolte”.

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