Abolire le autorizzazioni intensificare i controlli - QdS

Abolire le autorizzazioni intensificare i controlli

Carlo Alberto Tregua

Abolire le autorizzazioni intensificare i controlli

sabato 06 Luglio 2013

Disoccupati veri, disoccupati falsi
 

Il lavoro non si crea per decreto. Il processo parte dalla messa in moto della macchina economica delle imprese, che devono investire e ampliare il loro mercato conquistandone altra parte. Come conseguenza, vi è la necessità di assumere nuovo personale. La messa in moto della macchina economica crea un secondo effetto: nuovo lavoro per l’indotto, vale a dire per tutti gli autonomi che diventano fornitori delle imprese, o per le opere strutturali, o per i servizi diversi fra cui quelli di manutenzione, o per la produzione di semilavorati.
Le Pubbliche amministrazioni (statale, regionali e locali) non creano ricchezza, seppure contribuiscono a consumare forniture di beni e di servizi che, quindi, fanno incrementare il volume d’affari delle imprese.
Il punto dolente sta proprio negli abusi delle forniture di beni e servizi, nel senso che vi è un alto tasso di corruzione, per cui essi sono pagati (non sempre) a prezzi superiori a quelli di mercato, in modo che dalla differenza scaturiscano le opportune tangenti per i dirigenti pubblici disonesti.

I dirigenti pubblici, ecco la cancrena del nostro Paese. Sia ben chiaro, lo ribadiamo all’infinito, che la grande maggioranza di essi è fatta da persone perbene, cioè oneste. Una parte di esse è anche professionalizzata e capace. Poi vi è una minoranza di dirigenti disonesti, ripetiamo, anche se capaci, che venderebbero la loro madre per denaro, promozioni o potere.
A proposito di questi, occorre prendere due iniziative legislative, a livello statale e locale, in modo da ottenere i seguenti risultati: valorizzare e premiare quelli onesti e capaci; mettere in condizione di non nuocere incapaci e disonesti.
La via è semplice da enunciarsi: si tratta di abolire indistintamente tutte le autorizzazioni preventive; e, contestualmente, potenziare fortemente i controlli successivi, in modo che le iniziative partano senza i lacci tremendi di chi mette in atto procedure insensate e cervellotiche, al solo scopo di costringere cittadini e imprese a chiedere i favori.
Ma, per contro, rigorosi e costanti controlli vadano a colpire gli abusi o le violazioni di legge in tutti i settori, in modo che cittadini e imprese siano dissuasi dal commetterli. Tutto ciò si può fare, basta volerlo.

 
Il ministro per la Pubblica amministrazione e la Semplificazione, Gianpiero D’Alia, continua a tuonare contro i burocrati minacciando sanzioni. La verità è che la burocrazia difende se stessa, ovvero la sua parte peggiore, perché impedisce di inserire nei provvedimenti legislativi rigorose sanzioni per chi sgarra. Ed è evidente che senza di esse quella parte cattiva dei burocrati che, vedi caso, detiene le leve delle procedure, continuerà a delinquere e a farsi corrompere.
Nello stesso Ministero è sottosegretario Gianfranco Micciché, ripescato da Berlusconi in modo sorprendente. Anch’egli tuona contro i dirigenti incapaci e disonesti, ma nessuna iniziativa concreta ha preso per stroncare questi meccanismi maleodoranti.
Ormai è inutile girarci intorno: o si procede nella direzione indicata, per ora solo auspicata da ministro e sottosegretario, in tempi brucianti o l’Italia resterà cristallizzata con le possibilità di crescita sempre più lontane, giorno dopo giorno.

In questo quadro di disfunzione della Pubblica amministrazione si inserisce il gravissimo problema della disoccupazione. Anche in questo caso bisogna distinguere fra disoccupati veri e disoccupati falsi. Fra occupati che fanno il loro lavoro e altri che scappano dal posto di lavoro per fare altre attività, ovviamente in nero, come nel settore pubblico.
In Sicilia, vi sono 26 mila forestali. Quanti di essi sono sul territorio a presidiarlo? Nella Regione vi sono oltre 20 mila dirigenti e dipendenti. Quanti di essi sono presenti sul posto di lavoro ed effettivamente mandano avanti i fascicoli con tempestività e coscienza?
Costoro sono formalmente occupati, ma quando non adempiono al proprio dovere sono sostanzialmente disoccupati, pur percependo regolarmente stipendi, tredicesime, quattordicesime, liquidazioni e godendo di ferie, nonché di assenze per malattie vere o false, tutto a danno dei contribuenti che pagano comunque il loro stipendio.
I falsi disoccupati sono un’altra cancrena, come la corruzione. Va estirpata chirurgicamente, in modo rapido.
 

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