Il turismo affossato dal personale - QdS

Il turismo affossato dal personale

Vanessa Paradiso

Il turismo affossato dal personale

giovedì 03 Settembre 2009

Turismo. Un’accoglienza da serie C mette in fuga i visitatori.
Risorse mal sfruttate. La Sicilia, secondo l’indagine Unioncamere-Isnart in collaborazione con l’osservatorio nazionale del turismo, è la meta preferita dagli italiani per l’estate, ma le sorprese sono dietro l’angolo.
Turisti penalizzati. Ammonta a circa 20 mila € il budget a disposizione di ogni singolo Servizio turistico regionale. Con tale scarsità di fondi anche realizzare una brochure risulta un’impresa.

PALERMO – L’indagine Unioncamere-Isnart in collaborazione con l’Osservatorio Nazionale del Turismo mostra come la Sicilia sia la meta preferita dagli italiani per l’estate 2009. Ma cosa trova il turista appena mette piede nella nostra ridente isola? Paga il prezzo di notevoli ritardi dettati dalla carenza di infrastrutture materiali e immateriali e di un’organizzazione turistica seria e programmata.
Le cose non andavano bene prima, né tanto meno dopo l’emanazione della legge 15/09/2005 n.10 che ha dettato le norme per lo sviluppo turistico della Sicilia e norme finanziarie urgenti. Con tale legge si è decretata la soppressione delle aziende autonome di soggiorno e turismo e la istituzione dei servizi turistici territoriali.
Al 30 giugno 2006 sono state soppresse le Aapit istituite nel 1986 e i beni e le attività delle predette aziende sono state trasferite alle province regionali competenti per territorio, alle quali sono state assegnate le competenze proprie delle Aapit, nonché la vigilanza sulle imprese turistiche operanti nel territorio. Presso ogni Provincia regionale si istituiva la Conferenza provinciale del turismo con funzioni consuntive, che doveva esprimere (ma quanti lo hanno fatto?) indicazioni utili alla redazione del programma di sviluppo e promozione turistica della provincia regionale.
Un capitolo a parte (art. 8, Legge 10/2005) detta le norme per le associazioni pro loco. Si legge “la Regione riconosce e favorisce le attività delle associazioni pro-loco, quali associazioni di volontariato senza finalità di lucro che svolgono attività di valorizzazione turistica delle realtà e delle potenzialità naturalistiche, culturali, storiche, sociali e gastronomiche delle località in cui operano e che si propongono i seguenti obiettivi: a) organizzazione, anche in collaborazione con enti pubblici e/o privati, di iniziative quali visite, escursioni, attività di animazione locale, azioni di valorizzazione ambientale e gestione dei monumenti e dei relativi servizi, finalizzati alla loro fruizione turistica; b) promozione del miglioramento dei servizi di accoglienza ed informazione turistica, delle infrastrutture e della ricettività alberghiera ed extralberghiera; c) sviluppo di attività di turismo sociale, con particolare riguardo alla terza età, ai minori ed ai disabili”.
Ad oggi quante di queste norme sono state realizzate e attuate? Cominciando dai Servizi turistici territoriali, secondo quanto prevede la legge, dovevano essere uno per Provincia, cioè nove, ma poi come ci ha dichiarato l’ex assessore al turismo Bufardeci “le province hanno deliberato la nascita di ulteriori tredici servizi turistici,  per cui oggi se ne contano 22”. A Catania, ne erano stati programmati tre ed ora si ridimensionano: quello sito in via Cimarosa ha chiuso i battenti e nella città ne rimangono solo due ubicati all’aeroporto e alla stazione. Se vogliamo guardare al servizio turistico sito all’aeroporto ci rendiamo conto che lo stesso non è sufficiente a soddisfare le esigenze dei vacanzieri. Non solo, ma anche lo stato in cui versa è a dir poco invitante. Al riguardo, il Sen. Enzo Bianco, consigliere comunale del Pd ha affermato che“è un pessimo biglietto di benvenuto per chi arriva all’aeroporto di Fontanarossa”.
Analizzando il costo del personale ex Aast (circa 150 unità) – transitato alle province – possiamo quantificare in circa 7 milioni di euro le spese sostenute per dipendenti funzionari e personale. In totale, considerando, inoltre, il personale Aapit liquidato e quello transitato alla regione, possiamo calcolare con certezza ben 13 milioni di euro per le spese del personale delle soppresse Aapit e Aast. Ma a fronte del pagamento di tanti milioni di euro la Regione ha previsto per il 2009 480.000 € per i ventidue servizi turistici regionali. Se la matematica non è un’opinione ammonta a circa 20 mila euro il budget a disposizione di ogni singolo servizio turistico regionale.
E allora cosa pretende il turista ed il singolo cittadino siciliano che paga le tasse? In buona sostanza, l’istituzione dei servizi turistici territoriali si è rivelata un totale fallimento sia per la mancanza di fondi adeguati e di conseguenza per la mancanza di depliants informativi, brochure e personale in grado di poter parlare ed interagire con turisti di nazionalità diversa, sia per mancanza di idee e di formazione culturale turistica ed enogastronomica. Gli esperti sono stati collocati negli uffici della regione ed altri sono pensionati.

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