Bergoglio predica ma niente soluzioni - QdS

Bergoglio predica ma niente soluzioni

Carlo Alberto Tregua

Bergoglio predica ma niente soluzioni

venerdì 12 Luglio 2013

Bellissima omelia rivolta allo spirito

La Chiesa di Pietro era fatta di persone povere che non avevano beni materiali, bensì una fede ed una voglia di fare proseliti e di diffondere il Verbo che non avevano eguali. Con questo modo di fare, ne morirono migliaia quando cercarono di inserire tale forte novità prima nelle Province e poi nel cuore dell’Impero romano.
In duemila anni, l’alba del Cattolicesimo è andata verso cambiamenti per raggiungere il crepuscolo dei nostri giorni, ove invece la materialità, la finanza, i paramenti ricchi di ori  sgargianti, le auto di lusso ed altri simboli del potere sono diventati l’aspetto più vistoso della comunicazione.
Nel precedente secolo vi sono stati pochissimi Papi che hanno tentato il ritorno al passato e fra essi Roncalli, Giovanni XXIII, un sant’uomo che papa Francesco nominerà Santo nel prossimo ottobre.
Non ci sembra altrettanto Sant’uomo Wojtyla, che, restando al suo posto fino all’ultimo respiro non ha avuto l’umiltà di ritirarsi per morire in pace.

Bergoglio sta cercando di diminuire i comportamenti materiali di una Chiesa che dovrebbe essere solo spirituale, ma incontra la fortissima resistenza della Curia romana, abituata alla gestione del potere, quello materiale, perché quello spirituale non è un potere. è proprio l’intromissione dello Stato estero, qual è quello del Vaticano, nelle questioni dello Stato italiano, l’unico al mondo che ne subisce l’influenza, ad essere un comportamento deprecabile.
Nel cattolicissimo Brasile, Paese con il più alto numero di cattolici (170 milioni), lo Stato è insensibile alle intromissioni di quei cardinali. Curare le anime è indispensabile, a curare il corpo ci devono pensare le istituzioni.
Papa Francesco ha fatto un blitz a Lampedusa, ha chiesto perdono per tutti i morti senza indicare i responsabili, cioé gli Stati che li hanno costretti a fuggire. Nelle sue nobili parole non si è, però, riscontrata alcuna soluzione per evitare quelle morti conseguenti alla speculazione inumana della mafia dei traghettatori, che portano quei poveretti nella porta d’Europa (Lampedusa) dissanguandoli, perché li costringono a versare migliaia di dollari pro capite.

 
La questione dell’immigrazione clandestina è ovviamente di portata europea, ma gli oneri più pesanti, intanto, sono caricati solo sullo Stato italiano, anche se va sottolineato che tutta l’attività che circonda l’assistenza agli immigrati ed il loro trasferimento dall’isola Pelagia comporta l’arrivo colà di cospicue risorse finanziarie che alimentano l’economia locale.
Bergoglio avrebbe potuto, anche a titolo simbolico, comunicare che alcuni dei clandestini fossero accettati all’interno dello Stato del Vaticano, ma non l’ha fatto. Avrebbe potuto chiedere che l’Unione europea si preoccupasse di dare una soluzione, ma non l’ha fatto.
Alcuni soggetti hanno ideato delle ipotesi al riguardo. Per esempio, quello di concordare con le nazioni frontaliere (Egitto, Libia, Tunisia e Marocco) da cui provengono i clandestini, appositi uffici attraverso cui canalizzare l’immigrazione, identificando persona per persona e consentendo un flusso ordinato non solo nella porta d’Europa bensì in tutte le Nazioni partner che si affacciano nel Mediterraneo .

Contestualmente alla soluzione indicata dovrebbe essere accoppiata una vigilanza navale, collegata attraverso i satelliti e posta sul limite delle acque territoriali di quelle Nazioni, in modo da intercettare i barconi dei disperati che dovrebbero essere salvati, ma poi ricondotti alle coste d’origine.
Sembra l’uovo di Colombo ma non lo è perché manca la volontà di trovare una soluzione anche da parte del Governo italiano che fa vittimismo, ma non affronta la questione in modo vigoroso in sede europea.
Libera Chiesa in libero Stato sosteneva Cavour, ed è logico che la Chiesa si occupi delle anime e lo Stato delle persone fisiche. Laddove la religione si vuole occupare anche delle questioni materiali, come in Iran o in Turchia con la predominanza dell’islamismo sulle questioni civili, viene meno ogni forma di libertà e di democrazia, perché si sottopone ogni cittadino a regole che nulla hanno a che fare con quelle della convivenza.
Ognuno faccia il proprio mestiere, la miscela serve solo a confondere le idee e a danneggiare i cittadini di qualunque colore e identità.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017