La Sicilia copi la Svizzera - QdS

La Sicilia copi la Svizzera

Carlo Alberto Tregua

La Sicilia copi la Svizzera

sabato 13 Luglio 2013

Rsu, trasporti, scuole, infrastrutture

La Confederation helvetique (Ch) ha visto il suo embrione nel 1291, quando quattro cantoni fecero un accordo di co-gestione. La prima Costituzione data invece il 1848, quando in Italia vi furono i moti rivoluzionari. La seconda Costituzione fu approvata nel 1876. Oggi i 26 cantoni che compongono la Svizzera funzionano in base a un ordinamento veramente federale, secondo il quale ciascuno di essi ha non solo autonomia, ma anche gestione totale di tutte le attività.
Fra i cantoni, quello del Ticino, di lingua italiana, è il più vicino al nostro Paese, eppure ne è anche distante per tanti versi. Il cantone è una Repubblica vera e propria, con una propria Costituzione, ha autonomia fiscale, una propria giustizia, una propria polizia, una propria scuola. Al suo  interno vi sono i Patriziati, che posseggono beni immobili e rappresentano la radice delle popolazioni. Il tutto ben amalgamato e funzionante in modo ineccepibile.

Il tragico problema del Meridione d’Italia riguardante la spazzatura, cioè i rifiuti solidi urbani, là non esiste. Infatti, fin dal 2000 sono vietate le discariche. Quelle preesistenti sono state bonificate integralmente e trasformate in parchi, utilizzati dai cittadini con piena soddisfazione.
Lo Stato del Canton Ticino, con circa 300 mila abitanti, funziona in base a piani annuali e poliennali: quello finanziario, quello degli investimenti e quello della manutenzione della legislazione. Con 3,4 mld di Franchi svizzeri, la spesa corrente alimenta e serve quanto abbisogna ai cittadini. Oltre un decimo è destinato agli investimenti.
La sanità funziona in base a un insieme di bilanciamenti fra pubblico e privato. Il Cantone contribuisce per il 55%, mentre i cittadini hanno l’obbligo di assicurarsi, in modo da contribuire indirettamente per il 45% dell’assistenza.
Gli ospedali sono tutti privati, ma non possono stabilire l’ammontare dei Drg (la fattura delle prestazioni) a proprio giudizio, in quanto tali Drg sono fissati di comune accordo fra assicurazioni e ospedali stessi, con la supervisione del Cantone. I bisognosi, cioè quelli a basso reddito – e nel Cantone sono pochi – pagano poco per le prestazioni sanitarie.

 
Un’altra questione interessante è la previdenza. Tutti i cittadini svizzeri (sono poco meno di otto milioni) su un territorio di 41.285 kmq, appena compiono 18 anni sono iscritti d’ufficio alla previdenza e anche se non lavorano o proseguono gli studi hanno l’obbligo di effettuare versamenti (anche modesti) dell’ordine di 4/500 franchi l’anno. Cosicché, nessuno dei cittadini elvetici può rimanere senza pensione quando arriva a 65 anni, perché durante tutta la vita, anche non lavorativa, è stato costretto a versare i contributi.
Nel corso del forum (pubblicato all’interno) che abbiamo svolto con il presidente del Consiglio di Stato (l’equivalente del nostro presidente della Regione), Paolo Beltraminelli, abbiamo potuto appurare come nel settore della pubblica amministrazione vi è la misurazione del tasso di efficienza di ogni dirigente e dipendente, cui corrisponde la relativa retribuzione anche premiale.

Tale efficienza è stata individuata nel corso dell’altro forum che abbiamo fatto col neo sindaco di Lugano, Marco Borradori, pubblicato ieri. Una città di 65 mila abitanti, un Comune che ha 1.600 dipendenti con sindaco e sei assessori eletti. Anche nel caso del Consiglio di Stato i cinque membri sono eletti, svolgono la funzione contestuale di assessori e dirigenti del comparto e, in questo modo, risparmiano cinque indennità. A turno, ogni anno, ognuno di essi fa il presidente.
Torniamo al sindaco di Lugano, che resta in carica per cinque anni, con i suoi sei assessori eletti. Una questione importante che mi veniva riferita riguarda il controllo del territorio, perché tutti i vigili di cui disponeil Comune lo controllano centimetro per centimetro, ora per ora. Non si vede un foglio di carta per strada, ognuno fa quello che deve fare senza enfasi, inquadrato in un sistema di regole comprese dalla popolazione e rispettate o fatte rispettare, volenti o nolenti.
Ecco, questa realtà, come quella dei Lander tedeschi, della Finlandia o della Scozia andrebbe vista e studiata dalla nostra Regione. E copiata con gli opportuni adattamenti. Si può fare, ora, non domani.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017