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Sbarca in Italia il progetto “Smart Future” ma la Sicilia non è tra le regioni sperimentali

Liliana Rosano

Sbarca in Italia il progetto “Smart Future” ma la Sicilia non è tra le regioni sperimentali

martedì 16 Luglio 2013

Previste 300 classi digitali in tutta la penisola nel triennio 2013-2015. Formazione specifica per i docenti. La scuola 2.0 è ancora una realtà poco conosciuta da noi, in molti istituti anche carenza di Pc

CATANIA – Registro elettronico al posto di quello cartaceo, lavagna interattiva e tablet al posto di quaderni e fogli. La scuola del nuovo millennio si digitalizza ed è pronta alla sfida globale: essere multimediale. Già dal prossimo anno scolastico alcune scuole siciliane potrebbero trovarsi a gestire la nuova realtà multimediale prevista dal progetto internazionale Smart Future di Samsung, nato per favorire la digitalizzazione dell’istruzione indirizzato in primis agli insegnanti, quindi agli studenti e alle loro famiglie. Tutto questo per essere al passo con l’Europa visto che un recente studio Ocse sul piano nazionale per la scuola digitale sottolinea il ritardo dell’Italia per quanto riguarda le dotazioni multimediali e l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione: “Un piano ben strutturato” ma “con pesanti vincoli di bilancio”, lanciato nel 2007 e ancora non entrato a pieno regime. Questa la fotografia in chiaroscuro dove le ombre prevalgono sulle luci e il gap didattico e tecnologico dell’Italia rispetto agli altri Paesi Ocse appare in tutta la sua evidenza.
Infatti in Sicilia si contano sulla punta delle dita le scuole che hanno adottato in via sperimentale alcuni strumenti multimediali come la lavagna interattiva mentre in molte scuole non ci sono neanche i computer a disposizione.
 
Il progetto, che parte a settembre in Lazio e Lombardia, prevede la realizzazione di classi digitali in circa 300 scuole italiane nel triennio 2103-2015 (le prime 50 entro la fine dell’anno) dotandole di tecnologie digitali interattive e corsi di formazione rivolti ai docenti. Per rendere Smart Future un’iniziativa indipendente, Samsung ha deciso di avvalersi di autorevoli esperti provenienti da diversi ambiti inerenti al mondo dell’educazione e della scuola attraverso la creazione di un Advisory Board che farà da garante per certificare la rigorosità del progetto, valuterà periodicamente le scuole dove attuare l’inserimento di dispositivi digitale e, soprattutto, la tipologia di supporto da offrire agli insegnanti accompagnandoli dalla fase di training allo svolgimento di lezioni digitali nelle classi.
 
Oltre alla formazione sull’uso dei nuovi strumenti didattici, alle scuole verrà fornito tutto l’hardware necessario: lavagna digitale, tablet e banda larga wi-fi. E a livello di software il gigante sudcoreano ha realizzato una suite di applicazioni integrate che coprono ogni aspetto dell’apprendimento, dai quiz interattivi fino a una piattaforma di pubblicazione sulla quale gli editori potranno diffondere i loro contenuti.
 

 
L’approfondimento. Un risparmio sino al 30 per cento per le famiglie
 
La digitalizzazione della scuola in realtà era stata già prevista nella cosiddetta  “Agenda digitale” contenuta nel decreto-legge sviluppo firmato dall’allora ministro dell’istruzione Francesco Profumo che prevede l’adozione di libri di testo misti o completamente digitali nelle scuole elementari (prima e quarta), medie (prima) e superiori (prima e terza) a partire dall’anno scolastico 2014/2015. Le famiglie, sottolinea il ministero con un comunicato, potranno risparmiare il 20% della spesa dedicata all’acquisto dei volumi nel caso in cui gli istituti propendano per la forma mista, libro cartaceo più contenuti presenti in Rete quindi. Se il formato sarà solo digitale si potrà arrivare al 30%. Il ministero metterà a disposizione degli insegnanti una piattaforma mediante la quale consultare i testi per procedere con l’eventuale adozione. Il progetto della Samsung prevede  un Roadshow che partirà a settembre e coinvolgerà 7 regioni entro la fine dell’anno, con l’obiettivo di coprirle tutte entro il 2015. Sessioni dimostrative nelle scuole per raccontare – a studenti, insegnanti, genitori ed educatori – come può cambiare il modo di apprendere.

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