Fiducia agli italiani la crescita non è utopia - QdS

Fiducia agli italiani la crescita non è utopia

Carlo Alberto Tregua

Fiducia agli italiani la crescita non è utopia

martedì 16 Luglio 2013

Scelta Civica rompa i privilegi

Ho assistito come cronista alla kermesse di Scelta Civica, di sabato 13 luglio, al teatro Eliseo di Roma di cui c’è un ampio resoconto nelle pagine interne.
È la prima volta che il partito (o movimento) di Monti riunisce i quadri per indicare la strada che porterà al congresso costitutivo e all’elezione degli organi, secondo uno statuto non ancora definito.
SC ha solo 47 deputati e 20 senatori, numericamente ininfluente all’interno della Grande Coalizione. Come può incidere sull’azione di Governo e della strana maggioranza? Con un’azione che si basi sulla qualità piuttosto che sulla quantità, avendo presente la stella polare che è l’Agenda Monti.
Cosa c’è scritto in codesta Agenda? L’elenco delle riforme che Governo e Parlamento debbono adottare se vogliono rendere competitivo il nostro Paese e dare concrete possibilità alle future generazioni di trovare  delle condizioni economico-sociali adeguate allo sviluppo.

Vi sono solo sei mesi di tempo per strutturare in modo leggero SC, che deve attirare i cittadini di buona volontà che vogliono fare politica alta, cioé privilegiando l’interesse generale su quello privato. è proprio questa azione di qualità, eticamente elevata, che deve distinguere il nuovo movimento dai partiti tradizionali,  che funzionano sul favore individuale, sul clientelismo, alimentando i privilegi delle corporazioni, fra cui la peggiore è quella burocratica.
Il titolo della riunione era “Fiducia all’Italia”, noi avremmo scritto “Fiducia agli italiani”. Crescere significa mettere a posto tutti gli elementi che facciano funzionare complessivamente il sistema Paese. Perché ciò avvenga è necessario che il Governo prenda decisioni forti e la maggioranza le approvi in tempi brevissimi, perché tempo non ce n’è più.
Metodologicamente, bisogna avere presente che è indispensabile avere il dovere di decidere sulla base dei valori morali che devono essere i punti di riferimento delle Istituzioni nazionali, regionali e locali: equità e sobrietà fra i più importanti. Solo essi possono dare la forza per realizzare gli obiettivi convincendo i cittadini, ai quali si deve chiedere il voto, che le soluzioni adottate servono per il dopodomani e non per l’oggi.
 

Vi sono stati dodici interventi, oltre quello di Monti. Quasi tutti hanno fatto le diagnosi dei mali, pochissimi hanno indicato le soluzioni. Il primo dei mali è l’accidia dei politicanti, la loro inerzia, il loro prendere tempo, mentre raggirano i cittadini dicendo che questa è la maggioranza del Fare. A noi sembra, invece, una maggioranza del durare, come insegnava il divino Giulio Andreotti (Meglio tirare a campare che tirare le cuoia).
Prendere decisioni su profondi cambiamenti non significa che esse debbano essere impopolari, purché vengano spiegate ai cittadini, duramente colpiti dalla crisi, in modo da ottenerne il consenso sulla prospettiva di un futuro adeguato a un Paese civile.
Occorre toccare le loro corde più sensibili, sui veri bisogni fondati sui doveri, e sul Fare vero e non fittizio. Avere coraggio è il compito di una classe dirigente.

Mario Monti, con la sua solita pacatezza, ha spiegato come intende condurre SC: proporre riforme, riforme e riforme, mantenendo i conti in ordine, e quindi il consenso dei mercati sul nostro debito sovrano, tagliare la spesa pubblica improduttiva (quella degli apparati e non quella dei servizi), eliminare i privilegi delle diverse corporazioni.
Occorre aumentare fortemente la concorrenza, eliminando i monopoli delle partecipate pubbliche, a cominciare da Poste e Ferrovie; riformare profondamente la burocrazia, potenziando fortemente la legge 15/09, che premi i meritevoli e cacci gli infingardi ed i corrotti.
Monti ha sottolineato come i vincoli di bilancio siano la vera assicurazione delle nuove generazioni. Solo se saremo capaci di: a) non aumentare più il debito pubblico; b) tagliare quello esistente, sgraveremo figli e  nipoti di un onere diventato asfissiante.
Ora bisogna passare dalle parole ai fatti. SC raduni i migliori e cacci chi si è in trufolato al suo interno. La presidenza UE, nel secondo semestre 2014, e l’Expo 2015 potranno essere elementi propulsivi.
Serve un’organizzazione efficiente per spiegare ai cittadini questo  progetto, su cui ottenere consenso e voti.

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