Bolletta dell’energia elettrica e i conguagli da capogiro - QdS

Bolletta dell’energia elettrica e i conguagli da capogiro

Michele Giuliano

Bolletta dell’energia elettrica e i conguagli da capogiro

martedì 23 Luglio 2013

La denuncia dell’Aduc: “Si paga in base ad un criterio di calcolo di una media di consumo”. Le tariffe sono fissate dall'Aeeg su base annua, a fasce di consumo

PALERMO – La bolletta dell’energia elettrica è da sempre uno dei rebus più complicati che l’ingegno umano abbia mai partorito, secondo le malelingue forse proprio allo scopo di renderla illeggibile ai più. Proprio recentemente diverse organizzazioni di categoria hanno pubblicato numerosi dossier nei quali vengono evidenziati i fallimenti delle tariffe biorarie introdotta dal Gse. Lo scopo di questa tariffa era di fare risparmiare il contribuente consumando energia nelle fasce orarie notturne e festive, ma la poca differenza di prezzo l’ha resa di fatto inutile.
Oggi invece ci si sofferma su un altro aspetto che certamente danneggia ancora una volta il consumatore nella giungla proprio del servizio di erogazione dell’energia elettrica, ovvero il criterio di calcolo, in bolletta, del dovuto per i consumi. Le tariffe dell’energia elettrica sono fissate dall’Autorità garante per l’energia ed il gas (Aeeg) su base annua, a fasce di consumo. In realtà però la fatturazione è riferita al bimestre, quindi l’effettivo calcolo dei consumi in bolletta non avviene utilizzando queste tariffe ma quelle che derivano dalla “conversione” delle tariffe annuali in tariffe bimestrali. Più precisamente il calcolo avviene sulla base del “criterio pro-quota giorno”, rapportando il calcolo a 60 giorni, come attualmente previsto Delibera Aeeg 301/2012 art.10.10. “Non mettiamo in dubbio – sostiene l’Aduc, l’associazione per i diritti degli utenti e consumatori – che questo sia un criterio ragionevole dal momento che la bolletta non è annuale. Ma, proprio perché la delibera parla espressamente di consumo annuale, sarebbe presumibile che a fine anno venisse eseguito un conguaglio con i consumi effettivi annuali. Altrimenti l’Aeeg si sarebbe dovuta limitare a pubblicare, anziché tariffe annuali, tariffe pro-quota giorno. Naturalmente nessun conguaglio viene fatto. Ciò può determinare un aggravio di costi per l’utente. Considerando infatti che i consumi di una normale famiglia non sono costanti nell’arco dell’anno, è facile, soprattutto nei mesi di picco (pieno inverno e piena estate), che gli stessi eccedano la media annuale e che quindi si vada ad intaccare una fascia di costo molto più alta”. Per capire meglio viene fatto un esempio di un utente tipo con contratto a 3Kw, consumi annui pari a 2700 Kw, residente e servito in regime di “maggior tutela” ed usando le tariffe in vigore nel secondo trimestre 2013. La situazione quindi è la seguente: dal 1° a 1800° kWh/anno si pagano 12,98 centesimi/kWh; dal 1801° al 2640° 18,52 c€/kWh; dal 2641° al 4440° 24,89 c€/kWh; dal 4441° in poi 29,56 c€/kWh. Consumando in modo regolare i 2700 kW dell’utente medio durante tutto l’anno avremo 6 bollette identiche da 450 kW calcolate di 67,36 euro che per 6 bollette fa 404,16 euro all’anno.
Se per ipotesi consumassimo tutti i 2700 kWh nel primo bimestre e nei restanti 5 non si consumasse nulla avremmo un totale di 718,91 euro che, sommato alle altre 5 bollette a zero, fa 718,91 all’anno. Non esistendo però il conguaglio di fine anno, il nostro ipotetico utente spenderebbe 314,75 in più di quanto avrebbe dovuto.

 


 
Tutte le “voci” inserite all’interno di una bolletta
 
Per leggere le bollette elettriche serve un ingegnere. Sul tema della trasparenza, come pure dell’oggettiva difficoltà di lettura di documenti complessi quali quelli che riuniscono le diverse voci che compongono la bolletta elettrica, torna oggi l’Aduc, che denuncia: “Continuiamo anche a pagare il nucleare”. Tra le tante voci si notano ‘Dispacciamento’, ‘Componente dispacciamento (parte variabile)’, ‘Componente dispacciamento (parte fissa)’, ‘Componente di perequazione’, ‘Quota potenza’, ‘Quota fissa’, ‘Quota variabile’, ‘Energia’, ‘Energia attiva’, ‘Composizione mix energetico relativo all’approvvigionamento del mercato di maggior tutela’, ‘Composizione del mix medio nazionale utilizzato per la produzione di energia elettrica immessa nel sistema elettrico italiano’. Il tutto scritto in 11 facciate. C’è anche la voce nucleare. Spiega l’associazione: “Abbiamo centrali nucleari in funzione? No, ma stiamo pagando la sistemazione di quelle che un referendum del 1987 abolì. Sono passati ben 25 anni e continuiamo a pagare per il nucleare. Ma non ci avevano detto che il nucleare serviva e avrebbe risolto i nostri problemi di approvvigionamento energetico? Si, lo avevano detto, omettendo quanto sarebbe costato a noi e alle prossime generazioni”.

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