La spesa per il personale assorbe il 38 per cento delle spese correnti. Agli investimenti solo le briciole (11 per cento). La Corte dei Conti boccia la gestione delle amministrazioni siciliane
PALERMO – Un esercito di dipendenti che, nonostante il numero, non riesce a garantire ai cittadini siciliani servizi efficienti, puntuali e in linea con gli standard europei. Il giudizio della Corte dei Conti sulla gestione delle risorse economiche da parte dei Comuni della Sicilia è senza appello: si spende tanto e male.
La solita storia, fatta di meccanismi elefantiaci mantenuti in piedi soltanto per pagare buste paga improduttive e investimenti che restano fermi al palo (e con essi la possibilità di aprire cantieri per opere pubbliche e creare occupazione).
Emblema della situazione appena descritta è la questione legata ai precari, che dal 2009 al 2012 sono costati ai Comuni siciliani, e dunque alla collettività, quasi un miliardo di euro. Peccato che, in termini di servizi resi, nessuno se ne sia accorto
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