L'Rca auto degli italiani diventa ancora più cara a causa dell'aumento delle aliquote provinciali, ovunque in aumento
Sul tema
assicurazioni auto non accennano a placarsi le polemiche. Non bastava la disputa fra Ania ed Ivass sull’andamento delle tariffe: ad infuocare gli animi c’è, infatti, anche
l’aumento dell’impostaprovinciale.
La tassa, introdotta in seguito all’approvazione del
decreto sul federalismo fiscale (metà 2011), conferisce alle Province la facoltà di deciderne liberamente l’importo. I dati riportati sul sito del
Ministero dell’Economia mettono, però, di fronte ad
un’amara verità:
quasi l’80% degli enti provinciali ha, infatti, incrementato il prelievo sull’
assicurazione auto, portandolo al massimo consentito (aliquota al 16%).
Le Province virtuose che non hanno seguito la “massa”, mantenendo l’aliquota al valore base di 12,50% sono purtroppo solamente due, come a dire che dietro all’elevato costo delle tariffe Rca non ci sono solo frodi e fantomatici sinistri, ma anche e soprattutto un gettito fiscale ai limiti del tollerabile.
Per venire incontro ai cittadini, già abbastanza vessati da un carico fiscale così oneroso (anche rispetto ad altri Paesi Ue), le Province dovrebbero, quindi, avere un maggiore senso di responsabilità e ridurre l’importo dell’imposta provinciale.
Sarà forse per questo motivo che il Governo ha annunciato nei giorni scorsi una riforma nazionale dell’Rca?