Decreto legge del “Fare”. Camera, fiducia per Letta - QdS

Decreto legge del “Fare”. Camera, fiducia per Letta

redazione

Decreto legge del “Fare”. Camera, fiducia per Letta

giovedì 25 Luglio 2013

Infrastrutture: 3 mld €. Novità per imprese e contribuenti in difficoltà

ROMA – Con 427 voti favorevoli e 167 contrari, il governo di Enrico Letta ha ottenuto dalla Camera la fiducia sul “decreto legge del fare”, che ora va in Senato per la seconda e probabilmente ultima lettura.
Il voto finale di Montecitorio potrebbe completarsi oggi, a causa anche dell’ostruzionismo di M5s, che ha presentato oltre 200 ordini del giorno.
Il provvedimento contiene diverse misure volte a sostenere il flusso del credito alle imprese, semplificare la burocrazia e abbreviare la durata dei procedimenti civili, anche attraverso il ripristino della mediazione obbligatoria per un ampio spettro di controversie.
Oltre ad ampliare le regole di accesso al Fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese, il decreto introduce un finanziamento agevolato per le aziende che vogliono rinnovare macchinari e impianti ad uso produttivo. Il meccanismo si basa su un plafond di 2,5 miliardi — incrementabile fino a 5 — istituito presso la gestione separata della Cassa depositi e prestiti, che fornirà la provvista alle banche.
Per finanziare sconti in bolletta la Robin Hood Tax, l’addizionale Ires sugli extra-profitti, viene estesa alle imprese energetiche di dimensioni minori, con un volume di ricavi superiore a 3 milioni di euro e un imponibile di oltre 300.000 euro.
Il decreto mobilita investimenti in infrastrutture per un totale di circa 3 miliardi di euro. Il grosso deriva dal fondo di 2,03 miliardi (per il quadriennio 2013-2017) istituito al ministero delle Infrastrutture e che servirà a garantire la continuità dei cantieri in corso o l’avvio di nuovi lavori.
Scende a 200 da 500 milioni il valore minimo delle infrastrutture per le quali è previsto il regime di defiscalizzazione parziale.
Sempre in campo tributario, il decreto limita i poteri di Equitalia per venire incontro alle esigenze dei contribuenti in difficoltà. La possibilità di rateare il pagamento delle imposte è ampliata fino a 120 rate (prima erano 72) e sale a otto da due il numero minimo di rate non pagate, anche non consecutive, a partire dal quale il debitore decade dal beneficio della rateizzazione. Inoltre, il governo ha stabilito l’impignorabilità della prima ed unica casa a fronte di debiti iscritti a ruolo, ad eccezione dei casi in cui l’immobile sia di lusso o comunque classificato nelle categorie catastali A/8 e A/9 (ville e castelli).
Novità anche sulla Tobin tax, la tassa sulle transazioni finanziarie introdotta dal precedente governo di Mario Monti. Il primo versamento slitta al 16 ottobre per tutte le tipologie di attivi sottoposti all’imposta. Da questa misura il ministero dell’Economia si attende un gettito di circa 1 miliardo l’anno.

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