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Catania – Ersu, borse di studio congelate aspettando i fondi da Palermo

Desiree Miranda

Catania – Ersu, borse di studio congelate aspettando i fondi da Palermo

venerdì 26 Luglio 2013

Cappellani: “Annunciato un aumento dei fondi ministeriali per il prossimo anno, ma il problema rimane”. Dal 2011 trasferimenti col contagocce. E il credito è salito a 10 mln €

CATANIA – “Non abbiamo i soldi per pagare la seconda rata delle borse di studio per i nostri studenti”. È quanto comunica il presidente dell’Ente regionale per il diritto allo studio universitario di Catania, Alessandro Cappellani. Il problema è legato al mancato trasferimento delle risorse economiche necessarie da parte della Regione siciliana. Un problema annoso, che risale al 2011 e che fa registrare un credito di oltre 10 milioni di euro nei confronti dell’ente catanese.
“Mi spiace moltissimo per i ragazzi che per me, come spero sto dimostrando, sono sempre al primo posto. Ma faccio richieste da almeno due mesi, ho anche inviato una lettera ufficiale per sollecitare i funzionari regionali, ma arrivano solo piccole tranches, che non risolvono certo il problema – afferma Cappellani -. Eppure gli impegni di spesa sono stati fatti, ma ogni volta dicono che manca qualcosa perché parta il pagamento. Forse non hanno la liquidità?”, si chiede il presidente dell’Ersu etnea.
La colpa dunque, almeno questa volta, non è dell’ente catanese, ma il presidente non vuole darla a nessuno in realtà. Ne fa più una questione burocratica che di volontà politica. “Ho fatto anche i complimenti all’assessore Scilabra che ha annunciato un aumento dei fondi ministeriali per il prossimo anno, ma il problema rimane”. L’ente catanese, in effetti, negli ultimi tempi ha pagato molti arretrati ai suoi studenti, “eliminando quell’anomalia per cui le somme residue non venivano pagate ai ragazzi da almeno quattro anni”, dice Cappellani. Una operazione che ha di certo soddisfatto i ragazzi e che è costata all’ente circa 10 milioni di euro, un cambio di rotta rispetto al passato fortemente voluto dal presidente Alessandro Cappellani e che ha richiesto anche un cambio di attitudine al lavoro da parte dei dipendenti.
“Ma i funzionari dell’ente hanno capito che i ragazzi devono sempre essere al primo posto e la positività della nuova strada è testimoniata anche dal fatto che arrivano pochissime email di reclamo adesso, prima, invece, si contavano a centinaia”, dichiara il presidente. Per il pagamento della seconda rata, però, si dovrà ancora attendere, come dovranno farlo anche i fornitori. I mancati trasferimenti da parte della Regione del saldo del fondo integrativo Stato-Regione dal 2011, infatti, impediscono anche il pagamento di questi, il cui servizi come mense e pulizia, solo per fare qualche esempio, sono indispensabili per gli studenti. E se per saldare il presente occorre ancora aspettare, ci sono buone notizie per il futuro. È annunciato infatti, un aumento del fondo integrativo erogato dal ministero dell’Istruzione per le borse di studio universitarie della Sicilia per l’anno 2012 (assegnazione pubblicata sulla gazzetta ufficiale del 24 giugno 2013) da 9,7 milioni di euro, nel 2011, a 24,5 milioni di euro. Un risultato ottenuto grazie all’operato svolto dagli Ersu siciliani, secondi in termini di servizi, dopo la Toscana, nella classifica nazionale.
Catania riceverà circa otto milioni di euro che contribuiranno ad aumentare il numero delle borse di studio. “Al momento ne forniamo circa tre mila, troppo poche a fronte di una popolazione studentesca di oltre 50 mila studenti”, dichiara ancora il presidente Alessandro Cappellani. E novità positive sono previste anche per le residenze. È di pochi giorni fa, infatti, l’accordo con il ministero per un cofinanziamento di circa un milione e mezzo per parte, per la realizzazione di una nuova struttura residenziale con 70 posti letto alla Cittadella. E prospettive simili sono all’orizzonte per il recupero di quella parte di residenza, sempre alla cittadella, che a seguito di uno smottamento del terreno non è agibile. “Credo che il presidente debba occuparsi di migliorare i servizi ai ragazzi, non del dovuto”, chiosa Cappellani.

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