Ecobonus tra energia e lavori antisismici - QdS

Ecobonus tra energia e lavori antisismici

Rosario Battiato

Ecobonus tra energia e lavori antisismici

venerdì 02 Agosto 2013

Ampliata la detrazione anche agli interventi per il consolidamento antisismico. In Sicilia un patrimonio di 800mila immobili. Approvato alla Camera il cosiddetto ecobonus, entro domenica si attende il passaggio al Senato

ROMA – Remare contro la crisi sulla barca della green economy. Nei giorni scorsi la Camera, dopo il parere favorevole del Governo e della commissione Ambiente, ha approvato praticamente all’unanimità (appena un astenuto) il decreto legge sull’ecobonus introducendo, tra le novità più rilevanti, le detrazioni del 65% previste dal governo per il tutto il 2013 anche all’adeguamento antisismico. E si lavora per stabilizzare il contenuto del provvedimento a partire dal 2014.
Entro domenica si prevede la definitiva approvazione al Senato per il decreto legge sull’ecobonus che diventa una vera e propria misura di sistema per rilanciare l’economia nazionale puntando sulla sostenibilità energetica e sul consolidamento antisismico. Si tratta di misure che coniugano lavoro, quindi ripresa dell’edilizia e di altre professioni collegate alla green economy, e sicurezza, dal momento che buona parte del patrimonio edilizio nazionale – circa il 70% dice una stima dell’Enea – non sarebbe perfettamente in grado di reggere un sisma di una certa entità. Inoltre il governo è impegnato, vista anche l’assoluta compattezza dell’Aula nel votare il provvedimento, a stabilizzare le detrazioni dal 2014 nella Legge di stabilità dove saranno anche indicate le coperture finanziarie.
I contenuti del decreto promuovono a pieni voti l’efficienza energetica con una detrazione d’imposta del 65% distribuita su 10 anni per le spese sostenute fino al 31 dicembre di quest’anno. Il provvedimento vale anche per le pompe di calore ad alta efficienza e gli impianti geotermici a bassa entalpia. La detrazione è estesa anche per il consolidamento antisismico su prime case e capannoni ad alta pericolosità, cioè nelle aree che la mappa di pericolosità sismica inserisce nei settori 1 e 2.
 
In Sicilia nella prima fascia rientrano le zone del Belice e una parte dell’area dello Stretto, mentre nella zona 2 abbiamo circa l’80% dei Comuni isolani. A partire dal 31 dicembre 2020, inoltre, tutti i nuovi edifici dovranno essere a “energia quasi zero”, e questa regola comincerà a essere valida due anni prima per gli edifici pubblici. Per raggiungere i diversi target energetici il governo dovrà predisporre un nuovo piano entro giugno 2014.
Tra il 2007 e il 2011, ha censito l’Enea, grazie al bonus energetico in Sicilia sono stati effettuati interventi su 5.500 strutture. Di queste ben 5.393, pari al 97% del totale, hanno avuto una destinazione d’uso residenziale. Il costo medio per intervento ha sfiorato diecimila euro, mentre dei 55 milioni di euro investiti ce ne sono stati 30 portati in detrazione.
Dati che testimoniano la grande potenzialità ancora esistente in Sicilia in materia di efficientamento energetico. Anche in materia di antisismica ci sarebbe molto da lavorare, visto che ci sono almeno 800 mila abitazioni costruite antecedentemente alla prima normativa antisismica, cioè la Legge 2 febbraio 1974, n. 64 (Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche). In In Italia l’efficienza energetica con detrazione al 55%, il provvedimento poi allungato e ampliato al 65% dal decreto ecobonus del governo Letta, ha prodotto 1,4 milioni di interventi, 18 miliardi di investimenti e 50 mila posti di lavoro.
La definitiva approvazione in Senato del dl potrebbe creare almeno 100 mila nuovi posti di lavoro.

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