Assemblea regionale siciliana in stallo, norme in alto mare - QdS

Assemblea regionale siciliana in stallo, norme in alto mare

Raffaella Pessina

Assemblea regionale siciliana in stallo, norme in alto mare

mercoledì 07 Agosto 2013

Ddl antiparentopoli indietro, ma Crocetta: “Operazione trasparenza è in piedi”. Seduta aperta e chiusa su Ddl indicatori occupazionali

PALERMO – Riprenderanno questo pomeriggio alle 16 i lavori all’Ars. Ieri, nel corso di una breve seduta il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone ha avviato i lavori d’aula sul ddl che era all’ordine del giorno sulle  norme in materia di scostamento degli indicatori occupazionali per le misure del POR 2000-2006. Sul ddl è stata rinviata la discussione generale, e dopo l’intervento del presidente della commissione Attività produttive, Bruno Marziano, l’Aula ha approvato il passaggio agli articoli. “Il ddl – ha spiegato Marziano nella sua relazione – prevede uno scostamento dei parametri occupazionali dal 50% al 90% per le aziende che ricevono i fondi europei, al fine di evitare una pioggia di revoche di finanziamenti da parte delle aziende siciliane, che per via della crisi non riescono a rispettare i parametri”.
Intanto i motivi per fare polemica all’interno del Palazzo dei Normanni toccano gli argomenti più disparati. I parlamentari Pd, Giovanni Panepinto e Fabrizio Ferrandelli chiedono spiegazioni sulle nuove porte di sicurezza montate tra i corridoi di Palazzo dei Normanni. “Vergogna a chi a pensato e progettato il posizionamento di una porta, dai discutibili criteri estetici, in uno dei siti artistici piu’ belli del mondo, meta di migliaia di turisti. Probabilmente l’installazione della porta nel corridoio di accesso alla Sala Rossa ed alla Sala gialla, è servito solo a sperperare soldi pubblici”. “Questa struttura orribile – continuano – deve essere immediatamente rimossa. Intanto sarebbe interessante sapere se nell’organico dell’Ars esiste chi ha competenze artistiche o se invece la competenza è solo quella dell’acquisizione di beni e servizi e soprattutto attraverso quali criteri vengano affidati gli eterni e continui lavori che interessano il palazzo. L’assessore ai beni culturali – concludono Ferrandelli e Panepinto – venga immediatamente a fare un sopralluogo e se vuole l’aiuteremo personalmente a rimuoverla”.
Intanto resta ancora da definire il Ddl antiparentopoli. Ad inizio di settimana il presidente della Regione Crocetta aveva dichiarato che “La norma antiparentopoli è il naturale sviluppo di una legge che doveva essere aggiornata. E’ una legge siciliana che ha superato tutti i criteri di legittimità, è stata estesa l’incompatibilità e il concetto di socio anche occulto, e riguarderà anche gli enti onlus. I principi per fare quell’operazione di trasparenza che volevamo rimangono tutti in piedi”.
 
In caso di approvazione tale legge “sancirebbe le incompatibilità tra le cariche di amministratore e rappresentante di istituzioni regionali con la gestione di società che ricevono denaro pubblico. Il ddl verrà approvato in due step: prima si provvederà all’approvazione all’Ars di un testo che sancisce con norme più cogenti le incompatibilità e incandidabilità e le rafforza sul solco della legge regionale già in vigore e di quella nazionale, la 39 del 2013, la legge anticorruzione. Un’altra e successiva norma riguarderà ulteriori approfondimenti e tratterà di eventuali incompatibilità di cariche pubbliche anche con la gestione di onlus o enti senza fini di lucro, consentendo di affrontare il capitolo della formazione.  
“È mia intenzione, con l’assenso della commissione, separare i due percorsi – spiega Crocetta – con due norme diverse. Mi auguro che riusciremo ad approvare entro la pausa estiva questa prima norma sulle incompatibilità per avere il tempo di approfondire il resto”. Prosegue Crocetta: “La nostra linea è molto chiara e il nostro ragionamento molto radicale: i parlamentari in quanto tali non possono avere alcun rapporto economico con la Regione”. La questione della formazione professionale, che così come formulata nel ddl che sarà riscritto non è piaciuta al Commissario dello Stato, sarà aggirata con una norma che impedisce a chi ricopre una carica pubblica di gestire qualsiasi onlus o ente senza fine di lucro.

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