Parco Etna, litigio sulla vigilanza - QdS

Parco Etna, litigio sulla vigilanza

Giuseppe Bellia

Parco Etna, litigio sulla vigilanza

sabato 05 Settembre 2009

“Il caso del disboscamento avvenuto a Zafferana è circoscritto a due ettari, non a venti”. Il direttore dell’Ente: Legambiente ingigantisce i dati. La replica: mai fatto

NICOLOSI (CT) “Legambiente prova sempre ad attaccare il parco in modo inusitato, questo è inaccettabile”.
Non le manda a dire il direttore del Parco dell’Etna, Giuseppe Spina, ai rappresentanti della sezione catanese del movimento, dopo la denuncia pubblica di quest’ultimi sull’area disboscata nei pressi di Zafferana Etnea.

Questa è stata sottoposta a sequestro giudiziario dal comandante del Nucleo operativo provinciale del Corpo forestale Luca Ferlito e succcessivamente sono scattate le denunce all’Autorità giudiziaria per deturpamento di bellezze naturali. Spina tuona contro l’associazione ambientalista, a partire dalla portata dello scempio perché esso sarebbe ridotto a soli due ettari.
“A seguito degli accertamenti forestali il disboscamento di Zafferana non è stato di venti ettari come sostenuto da Legambiente, bensì di due, per cui il fenomeno sicuramente è molto più limitato. Ciò non toglie che è stato commesso un reato di carattere ambientale e quindi le autorità preposte si sono adoperate”.

Il direttore dell’Ente parco spiega la difficoltà di vigilare su un’area molto  ampia, quella dell’area protetta, senza che questi possa disporre di personale addetto al controllo del territorio.

“Il Parco dell’Etna ha un territorio di 59.000 ettari in cui l’Ente non ha un personale addetto al suo controllo, ovvero le guardie parco. Pertanto, il controllo è demandato per legge al Corpo forestale, ma anch’esso è dotato di personale esiguo”. Un’ultima “stoccata” Spina la lancia all’associazione ambietalista accusandola di lanciare critiche “dietro una poltrona”.
“Diventa troppo comodo e facile per Legambiente criticare continuamente l’Ente parco dietro una scivania invece di collaborare”. Il direttore coglie l’occasione per sottolineare invece la diminuzione degli incendi registrati durante il 2009 nell’area protetta, grazie alla collaborazione con i volontari della Protezione civile a seguito di un protcollo d’intesa sottoscritto con il Ripartimento forestale della Provincia di Catania.

“Quando c’è una collaborazione istituzionale, si ottengono sempre ottimi risultati Nel momento in cui si mettono più forze in campo a livello istituzionale con le associazioni di volontariato si ha un effetto deterrente, nei confronti di coloro che hanno intenzione di appiccare incendi nel nostro territorio”.

Renato De Pietro, presidente di Legambiente Catania replica alle accuse mosse da Spina. “è inaccettabile che simili abusi avvengano in un’area protetta istituita dal 1987”. De Pietro smentisce anche i dati sul disboscamento di Zafferana oggetto di controversia fra l’associazione e il Parco dell’Etna replicando che “quei dati non l’abbiamo mai forniti”.

Il presidente dell’associazione ambientalista etnea rimanda al mittente l’accusa di scarsa collaborazione avanzata dal direttore del Parco dell’Etna. A suo sostegno cita l’impegno di Legambiente Catania nel censimento e nella segnalazione delle discariche abusive nell’area del parco. “In passato noi abbiamo già collaborato con il parco, fornendo a questo un sito completo delle micro discariche presenti nell’area protetta”.

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