Drogati di gioco: crescita del 26% dei siciliani in stato patologico - QdS

Drogati di gioco: crescita del 26% dei siciliani in stato patologico

Adriana Zuccaro

Drogati di gioco: crescita del 26% dei siciliani in stato patologico

venerdì 09 Agosto 2013

Secondo il dipartimento politiche Antidroga, in Italia, 3 dei 19 milioni di scommettitori sono a rischio ludopatia. Il 35,2% degli studenti che gioca ogni giorno fa anche uso di sostanze stupefacenti

PALERMO – Pensare che quasi un terzo della popolazione italiana non perde occasione per rincorrere la fortuna grattando una lotteria istantanea o investendo del denaro in scommesse e giochi di vario genere lascia senza fiato. Diversi i campanelli d’allarme risuonati nell’ultimo anno. Ad oggi, infatti, l’Italia conta 19 milioni di scommettitori, 3 dei quali vivono in bilico tra i rischi del gioco d’azzardo problematico e la condizione patologica definita ludopatia. Sono per lo più persone afflitte dalla solitudine, disoccupati, individui cui la crisi ha tolto tutto oppure “sognatori ad occhi aperti”, desiderosi di apparenti e semplici svaghi che trovano nel gioco un appiglio di speranza. E sono sempre più numerosi. Cresce infatti la preoccupante sensazione che la “febbre del gioco” possa diventare a breve una vera e propria piaga sociale, a limite epidemico.
A proposito, attraverso la rilevazione Gap-Dpa è stato chiesto alle Regioni/PP.AA. di trasmettere dati riepilogativi sui soggetto affetti da gambling patologico e sottoposti a trattamento presso le proprie strutture di cura: in Sicilia mentre nel 2011 i soggetti trattati erano 441, il 2012 ha assistito a un incremento del 26,2% per un totale di 596.
E non finisce qui. Perché tra gli altri dati raccolti dal Dipartimento Politiche Antidroga nel Rapporto 2013, il fenomeno rilevato che più desta seria preoccupazione riguarda i giovani “drogati dal gioco”. Relativamente al gambling e ai dati sugli adolescenti si stima infatti che, nell’anno 2013, circa 1.250.000 studenti delle scuole superiori di secondo grado abbiano partecipato ad almeno un gioco d’azzardo, almeno una volta durante gli ultimi dodici mesi.
Inoltre, su un campione statisticamente rappresentativo di ben 34.483 mila studenti tra i 15 e i 19 anni, i dati relativi ai soggetti potenzialmente o effettivamente ludopatici evidenziano che gli adolescenti con comportamenti di gioco patologico hanno un uso contemporaneo di sostanze stupefacenti pari al 41,7% rispetto ai loro coetanei che non giocano, che presentano invece una prevalenza di uso di sostanze molto più bassa e statisticamente significativa pari a 17,5%. Mentre per gli adolescenti che giocano saltuariamente la prevalenza di consumo di droga si attesta al 24.4%, per i giovani considerati giocatori l’uso di droghe sale a un preoccupante 34,1%. Ciò dimostra quindi una corrispondenza biunivoca secondo la quale all’aumentare lo stadio del gioco d’azzardo in cui l’adolescenza si perde, maggiore diventa il consumo di droghe.
A confermarlo, i dati aggiornati del Dpa: il 35,2% degli studenti che gioca ogni giorno o quasi, fa anche uso di sostanze stupefacenti.
Tra i giochi più diffusi tra gli adolescenti compaiono le lotterie istantanee, le innumerevoli tipologie di Gratta e Vinci, Win for life, che si attestano tra quelli giocati annualmente con una percentuale del 26,4%; seguono Lotto e Superenalotto con il 13.7%. Gli appena citati responsabili del rischio ludopatia di quasi 3 milioni di italiani tra i 15 e i 64 anni rappresentano i giochi nazionalpopolari favoriti in assoluto, con percentuali che vanno dal 75% al 67% nelle regioni del centro-sud e che si ritrovano, anche se con valori leggermente inferiori, in quelle settentrionali. Sempre al meridione particolarmente diffuse sono anche le scommesse sportive, effettuate in Sicilia per un indice del 20%, insieme ad altri giochi con le carte.
Anche se poi è quasi impossibile imbattersi in un bar, in un tabacchi o in un pub in cui non si possa scommettere o grattare “l’anelata fortuna”, è allarmante scoprire che nel centro-sud, rispetto a quanto accade nel resto del Paese, in molti giocano a casa propria o di amici: dal 21% nelle Marche fino al 30% in Sicilia.

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