Le imprese siciliane arrancano. Prevale ancora il pessimismo - QdS

Le imprese siciliane arrancano. Prevale ancora il pessimismo

Gianluca Di Maita

Le imprese siciliane arrancano. Prevale ancora il pessimismo

mercoledì 14 Agosto 2013

Secondo Unioncamere, sebbene i dati generali registrino miglioramento, si resta sempre nella negatività. Sud e Isole, uniche zone d’Italia in cui non aumenta la fiducia nelle attese industriali

PALERMO – Estate a due facce per le imprese e i loro affari. L’attesa di vedere concretizzata la fine della crisi si fa sempre più pesante. Poche settimane fa il Qds ha pubblicato, sulla base dei dati Istat, l’andamento del clima di fiducia delle imprese a luglio, registrando una ventata di speranza per le imprese siciliane. Giunti ad Agosto, sebbene gli andamenti tendenziali siano in ripresa in tutti i comparti rispetto al 2012, sia nel manifatturiero che nel settore del commercio e dei servizi, si resta nel campo della negatività. Secondo la ricerca, realizzata dal centro studi di Unioncamere, nell’industria manifatturiera tuttavia, è riscontrabile un apprezzabile saldo tra attese positive e negative, con un recupero della fiducia nei tre mesi estivi.
La distanza tra pessimisti e ottimisti si riduce, in senso positivo, anche per quanto riguarda le attese sul fatturato: dal -20% del terzo trimestre 2012 al -15% riferito al terzo trimestre di quest’anno. Per quanto concerne i settori dell’industria, l’unica eccezione è rappresentata dalle industrie chimiche, petrolifere e delle materie plastiche dove, rispetto a un anno fa, il saldo tra attese positive e negative aumenta di 5 punti percentuali a favore di queste ultime. Sul versante opposto, il solo comparto a evidenziare attese più positive che negative (anche se di soli 2 punti percentuali) è quello delle industrie alimentari. Il recupero più forte (12 punti) rispetto alle attese di dodici mesi fa, riguarda invece le industrie dei metalli, dove il saldo tra le aspettative di aumento e quelle di una diminuzione della produzione passa da -29 a -17 punti percentuali.
Dal punto di vista territoriale la situazione cambia. Per quanto riguarda l’industria manifatturiera, il Sud e le Isole sono le uniche zone italiane ad aver registrato un peggioramento del clima di fiducia rispetto al 2012 (da -16 a -19, con un saldo negativo del -3).
Al contrario invece, rispetto all’estate 2012, si registra un netto peggioramento del sentiment degli imprenditori di commercio e dei servizi. la differenza tra attese positive e negative è di -18 punti percentuali, contro i -10 dello stesso periodo dell’anno scorso. In linea con questo dato anche le indicazioni che vengono dagli imprenditori dei servizi che, tra luglio e settembre, si attendono un ulteriore calo del volume degli affari (-15% contro il -7% del 2012).
 
Nel commercio, in particolare, il segmento che pesa di più sul persistere della sfiducia è ancora quello dei “monoprodotti” specializzati nell’alimentare (-34 punti il saldo tra attese positive e negative circa le vendite nel trimestre estivo, in forte peggioramento rispetto allo scorso anno); al contrario, nella Gdo prevalgono le attese di aumento, con un saldo positivo di 5 punti rispetto a chi prevede un calo delle vendite Anche qui, tuttavia, va segnalato un pesante effetto depressivo dell’incertezza sull’andamento del mercato, visto che nel 2012 il saldo positivo arrivava a +26 punti.
Guardando al territorio, le attese rispetto alle vendite del commercio appaiono negative ovunque, con i peggioramenti più sensibili rispetto al 2012 che si registrano nel Nord-Est (-13 punti) e Nord-Ovest (-10). Anche al Sud e nelle Isole si riscontrano dati negati, se nel 2°trimestre del 2012 si era al -12 quest’anno si è arrivati al -16.

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