Risarcimento sinistri: consigli su come accelerare l’indennizzo - QdS

Risarcimento sinistri: consigli su come accelerare l’indennizzo

Michele Giuliano

Risarcimento sinistri: consigli su come accelerare l’indennizzo

giovedì 22 Agosto 2013

Per gli incidenti auto ci si può rivolgere alle officine convenzionate con le assicurazioni. Compilando la constatazione amichevole si risparmiano almeno 30 giorni

PALERMO – In caso di sinistro spesso passa tanto, troppo tempo prima di ottenere l’indennizzo dalla compagnia di assicurazioni auto. Tuttavia è possibile accelerare le procedure conoscendo bene le opportunità offerte dall’attuale normativa. In particolare, i sinistri Rc auto possono essere risarciti in tempi più brevi rivolgendosi per le riparazioni alle officine convenzionate, avvalendosi della procedura del risarcimento diretto oppure del risarcimento in forma specifica. In generale, la compilazione del modulo di constatazione amichevole abbatte i tempi di indennizzo da 60 ad un massimo di 30 giorni.
 
Nel dettaglio, riparando la macchina danneggiata attraverso la rete di officine convenzionate con la compagnia si abbattono i tempi di risarcimento, in quanto è direttamente l’impresa assicurativa a pagare la riparazione senza che l’assicurato debba presentare la fattura del carrozziere (tutte le maggiori assicurazioni hanno una lista di riparatori convenzionati disponibile sul proprio sito internet). Con il risarcimento in forma specifica, invece, il rimborso del danno può avvenire soltanto se ci si avvale dell’intervento di officine convenzionate, come specificato dalle clausole contrattuali. Questa scelta, in sede di stipula della copertura Rc auto, permette non solo di accelerare le operazioni di indennizzo in caso di sinistro, ma di norma consente anche il pagamento di un premio assicurativo un po’ più basso.
Dal 2007 l’Isvap, oggi Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (Ivass), ha inoltre introdotto il risarcimento diretto con l’obiettivo, tra gli altri, proprio di accelerare i tempi di liquidazione. Con il risarcimento diretto, infatti, l’assicurato danneggiato può chiedere la liquidazione del danno direttamente alla propria compagnia di assicurazione. Sarà poi quest’ultima a rivalersi sulla compagnia di assicurazione dell’automobilista che ha commesso l’incidente con colpa. Il decreto Liberalizzazioni in pratica è venuto in soccorso degli automobilisti italiani. I tempi di risarcimento si sono accorciati anche per furto o incendio di una vettura assicurata. Fino allo scorso anno per poter godere dei benefici previsti dalla polizza auto stipulata, un automobilista che aveva subito il furto o l’incendio dell’auto avrebbe dovuto richiedere il “certificato di chiusura inchiesta”.
Il certificato attesta l’esito di un procedimento penale. Esso viene richiesto dall’assicurato al fine di ricevere il risarcimento dalla compagnia assicuratrice quando il procedimento penale contro ignoti, iscritto in relazione a un reato avvenuto nel territorio di competenza della procura della Repubblica presso il tribunale, sia stato archiviato dal Gip del tribunale perché non è stata possibile l’identificazione dei responsabili. La richiesta può essere effettuata dal diretto interessato o da un’altra persona incaricata, attraverso domanda in carta semplice indirizzata alla procura della Repubblica allegando, in caso non fossero noti gli estremi del procedimento penale, la denuncia di furto o incendio.  Il decreto ha semplificato la procedura, ma non tutte le compagnie seguono alla lettera l’aggiornamento.

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