Niente energia ad abusivi ed evasori - QdS

Niente energia ad abusivi ed evasori

Carlo Alberto Tregua

Niente energia ad abusivi ed evasori

venerdì 23 Agosto 2013

Stimoli per crescere, non per spendere

Il debito pubblico è ulteriormente aumentato a 2.075,1 mld € (giugno 2013). La sua crescita è inarrestabile, perché la spesa pubblica è inarrestabile, mentre gli interessi sui titoli di Stato aumentano, seppur di poco, nonostante lo spread diminuisca. Apparente paradosso, dovuto al fatto che gli interessi sui bund tedeschi sono in aumento.
La difficile situazione dell’attuale maggioranza non fa vedere la fine del tirare a campare del governo Letta. In oltre cento giorni, non è riuscito a varare né ad approvare una sola riforma che dia competitività e innovazione al sistema economico, che tagli le unghie alle corporazioni, che diminuisca i privilegi di burocrazia e classe politica.
Letta sembrava un chierichetto quando ha dichiarato con sussiego di avere ordinato la vendita di tre velivoli di Stato e la diminuzione di auto blu con un risparmio di 50 mln €, le cui risorse saranno trasferite alla Protezione civile. Un pio desiderio, perché occorrerà tempo per avere il risparmio supposto.

La questione centrale è che in Italia si spende molto e male. Le cause principali sono due: corruzione e inefficienza. Le due cause vanno a braccetto, perché dove c’è inefficienza si espande la corruzione, mentre la corruzione è possibile anche perché c’è inefficienza.
Poi manca la trasparenza, per cui politici e dirigenti pubblici hanno sempre qualcosa da nascondere. I loro scheletri negli armadi li rendono ricattabili e condizionabili. Un Governo serio, venti Giunte regionali serie, oltre ottomila sindaci seri dovrebbero attuare immediatamente e totalmente il Codice dell’amministrazione digitale (Dlgs 82/05), modificato attraverso il Dlgs 33/13. Se vi fosse trasparenza in tutti gli enti pubblici statali, regionali e comunali, la corruzione subirebbe un duro colpo.
Vi è l’altro elemento indispensabile a ribaltare la situazione, cioè inserire organizzazione in tutti i gangli pubblici. Tradotto, significa che gli stessi servizi possono produrre più unità con pari spese, ovvero a parità di unità prodotte si spende molto di meno. Le riforme sono indispensabili, ma ci vogliono moralità ed etica per avere la forza di farle.

 
Lunedi 19 agosto è entrato in funzione il sistema informatico nazionale che consente all’Agenzia delle Entrate di verificare 35 mila dichiarazioni dei redditi del 2010 per l’anno 2009. La verifica dovrebbe portare alla scoperta di tanti evasori che spendono molto più di quanto dichiarano nei rispettivi modelli. Trentacinquemila nuovi fascicoli sono più un deterrente che una vera lotta all’evasione, tenuto conto che in un anno vengono presentati oltre 40 milioni di dichiarazioni. Tuttavia, costituiscono uno spauracchio e molti contribuenti saranno indotti a dichiarare il vero, o quasi.
La lotta all’evasione non prevede uno strumento elementare: collegare il diritto a utilizzare energia con il dovere di pagare i tributi, secondo la semplice regola che non bisogna fornire energia ad abusivi ed evasori. La predetta regola anti-evasione potrebbe essere utilizzata anche dai sindaci.

Non si capisce perché i cittadini iscritti alle anagrafi comunali possano utilizzare forniture di acqua e luce senza preliminarmente esibire un certificato fiscale di corretto contribuente. Non si capisce perché i sindaci non riscuotano la Tares insieme alle fatture dell’energia ed a quelle dell’acqua.
Qualcuno obietterebbe: ma i fornitori di acqua e luce non sono esattori. è vero. Tuttavia, a mali estremi, estremi rimedi. è difficilissimo snidare i microevasori. È difficilissimo per i Comuni abbattere cospicui crediti per morosità e combattere tutti coloro che utilizzano quei servizi senza pagarne il relativo tributo.
Gli strumenti ci sono, bisogna avere la forza morale per utilizzarli, anche a costo di perdere il consenso dei cattivi cittadini, che di abuso ed evasione fanno un’arma ricattatoria nei confronti di coloro che chiedono il voto.
Crescita vuol dire cambiamento, di mentalità e di comportamenti. Continuare il malcostume che ha rovinato l’Italia significa prendere in giro quei cittadini che provano rabbia, ira, ma sono sconsolati. Per questo non vanno a votare.
 

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