Ars, 36 giorni di ferie a 20 mila euro al mese - QdS

Ars, 36 giorni di ferie a 20 mila euro al mese

Carlo Alberto Tregua

Ars, 36 giorni di ferie a 20 mila euro al mese

sabato 24 Agosto 2013

Vergognarsi di fronte a 300 mila disoccupati
 

Lunedì 12 agosto è stato l’ultimo giorno lavorativo (si fa per dire) per l’Assemblea regionale. I consiglieri di Palazzo dei Normanni erano tanto affaticati che hanno ritenuto indispensabile prendere 36 giorni di ferie, ma non gratuitamente, perché, mentre il tempo scorre, l’Assemblea continua a liquidare a ciascuno di essi almeno 20 mila euro lordi al mese. Parimenti, i 245 dirigenti e dipendenti dell’Ars continuano a percepire i loro magri stipendi che partono da 80 mila euro l’anno lordi ai neoassunti, per arrivare agli oltre 400 mila del vertice.
Palazzo dei Normanni è un’istituzione che ci costa, quest’anno 164 milioni di euro. L’analoga istituzione lombarda ne costa appena 55: lo spreco è di centoundici milioni.
Nonostante il presidente del Consesso, Giovanni Ardizzone, ci avesse assicurato, nel forum pubblicato il 19 febbraio 2013, che il 6 marzo successivo sarebbe stato portato in discussione il recepimento della legge Monti per tagliare le indennità dei consiglieri regionali, a distanza di oltre cinque mesi non se ne parla ancora.

Ogni volta che si riunisce l’Assemblea ne pubblichiamo il costo giornaliero. Un dato sintetico che si può riassumere così: dall’inizio della XVI legislatura a oggi l’Assemblea si è riunita 56 volte ed è costata 15 milioni di euro.
Per i 300 mila disoccupati e passa è incomprensibile questo comportamento. Cittadini siciliani che hanno sgomitato per essere eletti, non per servire il popolo, bensì per assicurarsi una ricca prebenda, in modo da mettere a posto se stessi, le proprie famiglie e i propri amici a danno dell’intera collettività siciliana.
Qualcuno pensa che lo facciano apposta, furbescamente, in modo da allontanare i cittadini dal voto e, per conseguenza far votare i loro accoliti che così consentono di mantenere questi privilegi. Ma questa è la strada della morte politica di questa classe dirigente, perché i soldi sono finiti e, senza di essi, è difficile alimentare clientelismo e favoritismo.
Sembra incredibile com’è che ancora non l’abbiano capito, eppure si tratta di persone mediamente intelligenti. Forse da questo punto di vista non vogliono sentirci.

 
Il cattivo funzionamento dell’Assemblea regionale si traduce in mancate riforme indispensabili per rendere competitivo il sistema economico siciliano, perché se non si fanno le riforme tutto continua ad andare come ora, cioè male. Le riforme devono essere fatte presto e bene, all’insegna dei due valori fondamentali di merito e responsabilità, senza i quali qualunque comportamento diventa inadeguato alle esigenze dei cittadini.
L’Ars ha anche una funzione importante: quella ispettiva. Deve controllare l’azione di governo sul piano della legittimità. E ha una terza funzione: approvare leggi con cui può trasferire da un capitolo di bilancio a un altro risorse finanziarie non utilizzate, in modo da renderle produttive.
Come si evince da queste brevi considerazioni, il ruolo della più alta istituzione siciliana è fondamentale. Dispiace che esso non sia interpretato al meglio perché al suo interno prevalgono interessi di parte anziché l’interesse dei siciliani.

Mentre i consiglieri regionali sono al mare o in montagna a godersi le meritate ferie, la Sicilia percorre la strada inclinata della recessione. Il suo Pil diminuisce, la disoccupazione aumenta, il sistema Regione, nel suo complesso, perde terreno.
In questo quadro, i migliori siciliani vengono tenuti appositamente in disparte per non disturbare le losche manovre che tanti indegni rappresentanti istituzionali compiono nel proprio esclusivo interesse. Non siamo noi a dire questa verità, ma è la verità stessa. Quella dei fatti e dei risultati che non arrivano, pubblicati sistematicamente dal QdS e mai smentiti.
Noi siamo ottimisti, nonostante tutto, e pensiamo che l’indecenza abbia un suo limite e che tutte le persone hanno una coscienza. Non è vero che fra i novanta consiglieri regionali non ve ne siano molti onesti e capaci. Non è vero che fra i tanti dirigenti e dipendenti dell’Ars non ve ne siano tanti onesti e capaci. Non bisogna sparare nel mucchio. Però, la questione è che consiglieri, dirigenti e dipendenti onesti e capaci debbono mettere gli altri in condizione di non nuocere. Oppure ne sono conniventi.
 

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