Ucciardone: “Carcere a rischio per insufficienza di agenti” - QdS

Ucciardone: “Carcere a rischio per insufficienza di agenti”

Patrizia Penna

Ucciardone: “Carcere a rischio per insufficienza di agenti”

martedì 27 Agosto 2013

L’allarme arriva dal segretario generale aggiunto dell’Osapp, Domenico Nicotra. Timori per l’ordine e la sicurezza penitenziaria della struttura palermitana

PALERMO – “L’ordine e la sicurezza penitenziaria del carcere palermitano ‘Ucciardone’ sono a rischio per l’insufficienza di poliziotti penitenziari”. Lo dice il segretario generale aggiunto dell’Osapp, Domenico Nicotra, secondo il quale “l’ormai esiguo personale in servizio nell’istituto palermitano non riesce più a garantire i livelli minimi di sicurezza’’. “È gravissimo- continua – che un importante presidio di sicurezza qual è un istituto penitenziario non possa adempiere al proprio mandato e questo perché negli ultimi anni nessun significativo incremento di poliziotti penitenziari sia stato disposto dal D.a.p.’’.
L’allarme lanciato dal segretario Osapp Nicotra, resterà anch’esso inascoltato? Non c’è dubbio che quasi sicuramente esso resterà lettera morta eppure è ormai fin troppo evidente che, non solo all’Ucciardone, ma in tutte le strutture carcerarie italiane, il dramma vissuto al di qua e al di là delle sbarre, ha pari gravità e desta in egual modo crescente preoccupazione.
Se la situazione dei detenuti, infatti, tra sovraffollamento e carenze igienico-sanitarie è divenuta ormai insostenibile e la condanna dell’Ue in tal senso è giunta senza appello, come un coro unanime, quella degli agenti penitenziari (gli “altri detenuti”) non è di certo migliore: sottodimensionamento, stress, turni insostenibili e supporto psicologico carente costituiscono problematiche comuni all’intera categoria, la cui vita lavorativa è divenuta ormai impossibile.
I numerosi casi di suicidio tra i poliziotti rappresentano la manifestazione più drammatica ed evidente del fatto che i penitenziari sono divenuti strutture invivibili sotto tutti i profili: umano e lavorativo. Pochi agenti penitenziari, troppi detenuti: le carceri italiane sono sempre più bombe ad orologeria pronte ad esplodere.

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