Spiagge splendide ma molto pericolose, tra ordinanze ignorate e pochi controlli - QdS

Spiagge splendide ma molto pericolose, tra ordinanze ignorate e pochi controlli

Calogero Conigliaro

Spiagge splendide ma molto pericolose, tra ordinanze ignorate e pochi controlli

martedì 27 Agosto 2013

Tra Lido Rossello e la Scala dei Turchi il rischio crolli resta altissimo, ma i bagnanti fanno spallucce

REALMONTE (AG) – Quelli che hanno scandito l’estate che ci stiamo ormai lasciando alle spalle – come testimoniano i primi temporali che hanno annunciato il prossimo arrivo di settembre – sono stati giorni dalle temperature roventi, che hanno convinto anche i più riottosi a trascorrere qualche ora al mare, magari sulle bellissime coste della provincia di Agrigento.
Tra queste hanno subito un vero e proprio assedio quelle della cittadina di Realmonte, che può vantare numerosi chilometri di costa tra i più belli del territorio. Una bellezza a cui purtroppo in alcuni casi si deve associare la pericolosità di alcuni tratti di spiaggia, sovrastati da falesie per nulla sicure, le quali spesso costringono Comune e Capitaneria di Porto a emanare divieti di interdizione e passaggio. Tutti regolarmente ignorati da incauti bagnanti nostrani o turisti italiani e stranieri. Un pericolo che, nonostante l’indifferenza dei fruitori delle spiagge, è concreto, come dimostrano le numerose frane documentate soltanto negli ultimi tempi.
“È un problema serissimo – afferma il sindaco di Realmonte Piero Puccio – che spesso non mi fa dormire la notte. I tratti più a rischio delle nostre coste sono quelli tra Lido Rossello e la Scala dei Turchi e quello tra la Spiaggetta e la torre di Monterosso. In entrambi i casi abbiamo assistito a crolli abbastanza recenti, ma le ordinanze dal Comune non vengono rispettate. Nel tratto vietato alla Spiaggetta, per esempio, i cartelli con i divieti sono stati fatti sparire. Eppure basterebbe spostarsi di pochi metri per trovare delle spiagge sicure”.
Perché dunque non potenziare i controlli ed evitare che bagnanti sconsiderati possano mettere a rischio la loro incolumità?
“Purtroppo – spiega il sindaco – per far rispettare queste ordinanze ci sarebbe bisogno di uomini della Polizia municipale che a oggi non abbiamo. In tutto, Realmonte dispone di due vigili, compreso lo stesso comandante, e due ausiliari del traffico reclutati tra gli articolisti. Si potrebbe pensare a un bando interno, ma occorrerebbero fondi aggiuntivi per le spese del personale che sono bloccati dalle leggi in materia di rigore finanziario”.
“In molti casi – ribadisce il primo cittadino – le nostre transenne sono state scavalcate – oppure abbiamo assistito al fenomeno dell’arrivo sulle spiagge direttamente dal mare, tramite imbarcazioni da diporto. Il tutto nonostante i controlli da parte della Capitaneria, che si trova ad agire su un territorio molto vasto”.
La Guardia costiera svolge dunque un ruolo fondamentale per tentare di arginare l’incoscienza di chi decide di rischiare la propria vita pur di tuffarsi in mare in un luogo vietato.
“Ogni anno – spiega Pietro Carosia, capitano di fregata e comandante in seconda della Capitaneria di Porto Empedocle – interveniamo monitorando la costa ed emettendo le apposite ordinanze, che si sommano a quelle dei sindaci delle zone costiere interessate. Grazie a questi provvedimenti, da noi adottati in base all’articolo 1164 del Codice della navigazione, sono possibili interventi coercitivi con sanzioni pecuniarie da 100 fino a 1.000 euro verso i trasgressori delle ordinanze di interdizione per pericolo di pubblica incolumità”. Per quanto riguarda il divieto di navigazione, esso è fissato sino a 150 metri dalle scogliere a picco sul mare e a 350 metri dalle spiagge pianeggianti.
Anche quest’anno i controlli sono stati assicurati nel corso dell’operazione Mare sicuro 2013, che ha impegnato diverse motovedette e gommoni della Guardia costiera lungo i 70 chilometri delle coste di competenza della capitaneria empedoclina. Un lavoro tutt’altro che facile per la sicurezza dei bagnanti e dei diportisti, che va ad affiancarsi a quello dovuto alla vigilanza e al soccorso per l’immigrazione clandestina, che interessa spesso anche le acque agrigentine.
Laddove poi non riescono ad arrivare le istituzioni, si inserisce il lavoro di sensibilizzazione dei cittadini: per denunciare il pericolo che corrono coloro i quali si recano nei tratti di costa proibiti, infatti, si sono attivate di recente anche alcune associazioni locali.
“Dal primo di agosto e fino alla fine del mese – spiega Claudia Casa, responsabile di Legambiente Agrigento – presidiamo la Scala dei Turchi, grazie ai nostri campi organizzati e la presenza di nostri volontari. Il nostro intento è quello di sensibilizzare la gente a rispettare il luogo, comprendendo allo stesso tempo la delicatezza stessa del sito. Vogliamo creare una diversa fruibilità nel rispetto dell’ambiente, divulgando le caratteristiche della Scala dei Turchi”.
“Per il resto – aggiunge – ci occupiamo anche di dissuadere la gente dal sostare, possibilmente anche con bambini, sotto le pericolanti falesie che dalla Scala dei Turchi vanno verso Realmonte. Purtroppo noi non abbiamo nessun potere coercitivo e il nostro operato si limita sempre all’ambito della dissuasione”.
Anche l’associazione di volontariato di Protezione civile Aeop si occupa di cercare di far fruire nel migliori dei modi la Scala dei Turchi e impedire il prelievo di marna portata a casa come souvenir. Un fenomeno, quest’ultimo, che rischia di trasformare la località turistica in una cava a cielo aperto.

 
Interventi di pulizia per il decoro della zona

REALMONTE (AG) – La Provincia non ha ottemperato alle proprie responsabilità – la scusa è sempre la stessa: mancanza di risorse finanziarie – e per questo motivo alla pulizia della Scala dei Turchi ci hanno pensato gli amministratori locali e i volontari di Legambiente, che nelle settimane più calde dell’anno hanno effettuato interventi lungo tutta la zona costiera, assicurando così un intervento di pulizia sostitutivo rispetto a quel servizio che avrebbe dovuto garantire la Pubblica amministrazione.
“Il nostro intervento – spiegato Claudia Casa, rappresentante dell’associazione ambientalista – è stato necessario poiché in questo momento il sito è di fatto abbandonato dal punto di vista della pulizia. Paradossale appare però che per molta gente il nostro sia un vero e proprio servizio pubblico e non un’azione di volontariato”.

Intanto, però, per giungere alla Scala dei Turchi il cammino è tutt’altro che agevole a causa dei new jersey protettivi posti lungo la battigia nel tratto sottostante il cantiere aperto per la riparazione della Strada provinciale 68.
“Questo intervento – dice il sindaco di Realmonte, Piero Puccio – è stato necessario per la tutela dei visitatori. Senza di esso saremmo dovuto intervenire bloccando l’unico tratto via terra da cui si può giungere alla Scala dei Turchi. A breve, comunque, la strada sarà completata e riaperta al transito”. La speranza è che questo annuncio si tramuti in realtà in tempo davvero stretti, perché il traffico, a causa della chiusura della strada, è stato certamente ostacolato.

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