Canoni demaniali, la Regione indaga - QdS

Canoni demaniali, la Regione indaga

Rosario Battiato

Canoni demaniali, la Regione indaga

venerdì 30 Agosto 2013

Nei giorni scorsi chiuse tre strutture abusive, nelle province di Palermo e Agrigento, che non pagavano da anni. L’assessore al Territorio, Lo Bello: “Controlli straordinari per tutelare gli operatori in regola”

PALERMO – La Regione vuole salvare il mare annunciando controlli più stringenti sugli stabilimenti balneari per tutelare gli operatori in regola. Maria Lo Bello, assessore all’Ambiente, lo ha comunicato in una nota presentata sul suo sito ufficiale nei giorni scorsi.
Il prologo della vicenda risale allo scorso martedì, quando la Procura di Termini Imerese ha dato mandato alla Capitaneria di Porto di Porticello di mettere i sigilli alla struttura dove erano ormeggiate almeno 100 imbarcazioni distribuite su una superficie di 5 mila metri quadrati. Ci sono attualmente quattro indagati per la gestione del porticciolo turistico di San Nicola l’Arena a Trabia, in provincia di Palermo. Secondo quanto emergerebbe dall’inchiesta, la concessione demaniale per la gestione dei pontili era scaduta tra il 2009 e il 2010 e non c’era stato nessun nuovo affidamento. L’indagine, ancora ufficialmente in corso, è cominciata diversi mesi fa per appurare le quote di pagamento per lo stazionamento sui pontili e i destinatari delle somme versate dai proprietari delle barche.
 
Non è la prima volta che un’operazione del genere si svolge in Sicilia. Nelle scorse settimane altri due porticcioli abusivi erano stati chiusi nell’agrigentino e precisamente a Porto Empedocle e a Giallonardo, nel comune di Realmonte. Tre casi che hanno aperto una voragine sull’effettivo stato di legalità che regna nel variegato mondo delle concessioni demaniali isolane, dove peraltro si registra da diversi anni un’evasione dilagante. Un decreto del presidente della Regione, firmato lo scorso aprile, aveva innalzato i canoni demaniali del 600 per cento, ma la protesta della forte lobby dei titolari degli stabilimenti balneari, nonché diversi ricorsi al Tar effettuati con la collaborazione dei Comuni, aveva convinto la Regione a ridiscutere gli aumenti mettendo un provvisorio stop all’aumento previsto a partire dal gennaio del 2013.
 
L’assessorato al Territorio vuole vederci chiaramente. “Controlli straordinari – si legge in una nota dell’assessore Lo Bello – saranno effettuati in Sicilia su spiagge, stabilimenti balneari e porti”. Nessuna paura per gli operatori turistici in regola, che, invece, saranno tutelati da questa operazione. “Si tratta di un’azione a tutela degli operatori turistici titolari di concessioni demaniali marittime valide e in regola con il pagamento del canone – continua la nota – ma spesso danneggiati da una concorrenza sleale che specula sul patrimonio ambientale dell’isola per fare affari spesso in barba alle leggi e a danno della collettività”. ?Dagli uffici dell’assessorato temono che “ci possano essere molti altri casi di attività abusive su aree demaniali in Sicilia”. Il prossimo 10 settembre è prevista una riunione per pianificare una serie di ispezioni alla presenza dei vertici del Corpo forestale, del Demanio marittimo e delle Capitanerie di porto.
 
Anche la qualità del mare è nel mirino dell’assessorato che sta pianificando, in collaborazione con l’Arpa, dei controlli straordinari per verificare lo stato di salute delle acque nell’agrigentino. Ma non ci si può fermare a controlli circoscritti. L’obiettivo a lungo raggio è quello di attuare maggiori controlli per tutelare il mare siciliano e avviare il potenziamento della rete infrastrutturale per la depurazione su cui, tra le altre cose, pende anche un procedimento di infrazione Ue per una cinquantina di comuni siciliani.

 


 
Controlli della flotta ministeriale
 
PALERMO – Non c’è solo la Regione a controllare i mari isolani. Ad inizio agosto il ministero dell’Ambiente ha istituito una rete di pronto intervento tramite una flotta di 35 navi (9 d’altura e 26 costiere), dislocate nei principali porti italiani, pronte a salpare in pochi istanti dall’allarme diramato dalle Capitanerie di porto in caso di inquinamento, soprattutto da idrocarburi, a tutela delle coste, dei fondali e di flora e fauna marine. L’operazione è stata firmata con Castalia, il consorzio che fornisce il servizio. Ci sono da controllare il greggio e i carburanti raffinati che costituiscono le maggiori minacce di inquinamento delle coste e dei fondali mentre gli incidenti più diffusi sono la collisione, l’incendio, l’incaglio, avarie a infrastrutture petrolifere.

La flotta è stata dislocata negli scali a maggiore rischio di inquinamento e infatti ci sono diverse realtà siciliane. In particolare tra le basi di pronto intervento ci sono le siciliane Messina, Sant’Agata di Militello, Termini Imerese, Trapani, Sciacca, Licata, Pozzallo e Augusta. 
Esiste anche una scorta di attrezzature negli 8 depositi a terra a Civitavecchia, Genova, Napoli, Messina, Bari, Ravenna, Venezia e Cagliari. (rb)

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