Imu bye-bye, cancellata la tassa più “odiata” dagli italiani - QdS

Imu bye-bye, cancellata la tassa più “odiata” dagli italiani

Patrizia Penna

Imu bye-bye, cancellata la tassa più “odiata” dagli italiani

venerdì 30 Agosto 2013

Dal Mezzogiorno il 18,12% del gettito totale: qui l’importo medio pagato è pari a 441,06 €. Al suo posto arriva la più equa Service Tax ma non mancano le polemiche

ROMA – Il tormentone “Imu sulla prima casa” ci ha accompagnato tutta l’estate. Ma la cancellazione di quella che a giusto titolo è stata definita la tassa più odiata dagli italiani (poiché colpisce il bene sacro per antonomasia che è la prima abitazione, il nido), sembrerebbe essere divenuta ormai ufficiale. Il condizionale è d’obbligo, soprattutto quando ci sono di mezzo le imposte che spesso e volentieri escono dalla porta per poi rientrare dalla finestra.
Sorvolando sul trionfalismo, forse un po’ fuori luogo, del Pdl che non ha esitato a fare della cancellazione dell’Imu il simbolo di una vittoria politica, non sono mancate le polemiche da parte di chi (Movimento Cinque Stelle in primis) non ha potuto fare a meno di sottolineare che il decreto legge varato dal Consiglio dei ministri è stato spacciato per un provvedimento “tax free”, ma in verità nasconde l’inganno. Il 1° gennaio 2014, infatti, farà il suo esordio la Service Tax (o Taser), caratterizzata da due componenti: la gestione dei rifiuti urbani (Tari) e la copertura dei servizi indivisibili (Tasi).
“La Service Tax sarà meno pesante, e dunque più equa, della somma di Imu più Tares”: lo ha assicurato il ministro per gli affari regionali e le autonomie, Graziano Delrio. “La service tax, o meglio la tassa locale sui servizi, sarà un’imposta che si pagherà sulla base dei servizi di cui il cittadino fruisce – ha spiegato – e dunque la pagheranno certamente i proprietari degli immobili e in parte anche gli inquilini. Però i principi che il Governo si è dato in via preliminare e che verranno definiti meglio nella legge di stabilità sono che gli inquilini debbano avere un carico molto basso, che debba essere una tassa progressiva e quindi equa, che superi le iniquità dell’Imu, che sia ampiamente manovrabile dai Comuni”.
“Abbiamo però anche garantito che ci sarà un tetto per evitare che l’imposizione fiscale diventi addirittura superiore o uguale alla somma di Imu più Tares. Inoltre, la service tax semplificherà perché ingloberà una nuova tassa sui rifiuti che terrà molto più conto dello stimolo a fare la raccolta differenziata. Complessivamente, dunque, la nuova tassa sui servizi sarà meno pesante di Imu più Tares” ha concluso il ministro. L’ottimismo di Delrio fa il paio con quello espresso dalla Cgia Mestre (“un segnale di grande sensibilità nei confronti delle famiglie”) che in uno studio ha misurato i vantaggi economici che le famiglie italiane godranno dall’abolizione dell’Imu sulla prima casa decisa l’altro ieri dal Governo Letta.
 
“Con l’abolizione dell’Imu sulla prima casa i maggiori benefici ricadranno sulle tasche delle famiglie laziali: a seguito di un gettito complessivo sulla prima casa che nel 2012 ha portato nelle casse dei Comuni laziali 753,2 milioni di euro, con il mancato pagamento dell’Imu le famiglie risparmieranno nell’arco dell’anno ben 457 euro. A ruota seguono quelle della Liguria: con un gettito complessivo annuo che nel 2012 è stato di 170,1 milioni di euro, pari ad una media per famiglia di 295 euro all’anno. Al terzo posto di questa speciale graduatoria si piazzano le famiglie piemontesi: dopo aver pagato l’anno scorso ben 379,5 milioni di euro, il vantaggio su base annua sarà di 274 euro”. Ma quali sono state le proporzioni del gettito Imu al Sud? Secondo un’indagine condotta dal Ministero Economia e Finanze, dal Sud e dalle Isole proviene solo il 18,12% del gettito totale (dunque circa 720 milioni dei 4 miliardi complessivi). Dal Nord il 54,81% e dal Centro, invece, il 27,07%. L’importo medio pagato non supera al Sud i 441,06 €. Al Nord si arriva a € 682,22, mentre al Centro si sfiorano i 750 € (€746,27 per l’esattezza).

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