Messina - Il Comune di Taormina incapace di riscuotere e indebitato per ben 32,4 mln € - QdS

Messina – Il Comune di Taormina incapace di riscuotere e indebitato per ben 32,4 mln €

Massimo Mobilia

Messina – Il Comune di Taormina incapace di riscuotere e indebitato per ben 32,4 mln €

martedì 03 Settembre 2013

Il solito problema irrisolto dei residui attivi, che da soli potrebbero mettere al sicuro l’ente. Martedi prossimo l’esame del bilancio consuntivo. Si prevede una seduta-fiume

TAORMINA (ME) – A cinque mesi dalla scadenza prevista dalla legge, approda finalmente in Consiglio comunale il Rendiconto relativo alla gestione economica del 2012. Verrà discusso dal civico consesso nella seduta di martedì prossimo e si tratterà probabilmente della solita riunione fiume sino a quando i consiglieri non riusciranno a trovare la quadra per riequilibrare dei conti già da tempo pesantemente compromessi. La nuova amministrazione del sindaco, Eligio Giardina, ha ereditato infatti un Comune sull’orlo del dissesto, indebitato sino al collo e già rinunciatario al Piano di riequilibrio finanziario pluriennale, ultima spiaggia di salvezza. Tant’è che la Corte dei Conti siciliana ha più volte ammonito Palazzo dei Giurati e resta alla finestra, pronta a dare l’estrema unzione in mancanza di ravvicinati e convincenti provvedimenti.
Il documento finale redatto dagli uffici finanziari e approvato dalla Giunta con la delibera n. 38 del 9 agosto non fa altro, infatti, che ribadire anche per il 2012 i sintomi di squilibrio che caratterizzano Taormina da almeno tre anni di bilanci a questa parte, ovvero “la deficitaria situazione di cassa per carenza di liquidità, il mancato rispetto del Patto di stabilità interno, la consistente mole di debiti fuori bilancio”.
 
Tecnici e nuovi amministratori sottolineano come nessun provvedimento in passato sia stato intrapreso per superare queste condizioni, così da portare l’Ente a rischiare l’applicazione di sanzioni in termini di riduzioni dei trasferimenti statali e la Corte dei Conti pronta a avviare la procedura di dissesto con annesso scioglimento del Consiglio comunale.
Un bilancio dove il primo problema è rappresentato dai debiti, pari a oltre 32,4 milioni di euro – di cui 17 milioni di natura pluriennale – a cui vanno aggiunti quelli fuori bilancio e le pendenze legali con la Impregilo. Un bilancio in cui ancora una volta vengono riportati residui attivi – ovvero somme spettanti al Comune non ancora riscosse – pari a ben 34,5 milioni di euro che da soli basterebbero ad azzerare i debiti, in cui troviamo 8,3 milioni di mancati incassi Tarsu e 8,4 milioni di mancati introiti dal pagamento del servizio idrico. Un bilancio che presenta, inoltre, un avanzo di amministrazione di 2,1 milioni di euro, e ricordiamo che di norma non è cosa buona e giusta per un ente pubblico ritrovarsi tra i piedi avanzi contabili.
Significano soldi mancati per servizi e sviluppo e, tanto per cambiare, Taormina conferma un pesante apparato che si interfaccia nei 24,4 milioni di euro di spese correnti, per giunta in aumento di due milioni rispetto al 2011, a fronte di soli 759.110 euro di spese per investimenti. Seppur in lieve diminuzione negli ultimi anni, il personale ad esempio pesa tanto sulle case comunali e continua costare oltre 5 milioni di euro.
 
E mentre al turismo vengono destinate spese per soli 98 mila euro, ovvero lo 0,4%, si arrivano a spendere 8,9 milioni per il settore territorio e ambiente o 7,3 milioni per i costi di amministrazione gestione e controllo. Neanche la cultura riesce a tenere il passo con appena 415 mila euro di spese. Giusto perché stiamo parlando del Comune considerato a torto o ragione "la capitale del turismo siciliano". Così facendo anche le ultime migliaia di turisti ancora attratti da Taormina potrebbero presto disinnamorarsi: la tassa di soggiorno in vigore da gennaio dovrà necessariamente andare a potenziare i servizi e non a limitare i debiti degli amministratori.

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