Regione, fuori i talenti dentro gli incapaci - QdS

Regione, fuori i talenti dentro gli incapaci

Carlo Alberto Tregua

Regione, fuori i talenti dentro gli incapaci

mercoledì 04 Settembre 2013

Spesa pubblica causa del dissesto
 

Abbiamo più volte scritto, senza ricevere mai smentita, che il bilancio della Regione è falso, per cui l’Ente si avvia al dissesto.
I nodi non sono ancora venuti al pettine. Quali sono questi nodi? I 18 miliardi di debiti che gravano sull’Ente direttamente o indirettamente e i 3,6 miliardi di crediti assolutamente inesigibili, come ha certificato la Corte dei Conti.
Abbiamo molta considerazione per il bravo Luca Bianchi, perché si sta dibattendo fra mille difficoltà dimostrandosi un eccellente acrobata che volteggia senza rete tra i capitoli di spesa e l’assenza di risorse finanziarie.
La causa del dissesto annunciato è l’enormità della spesa pubblica conseguente al comportamento clientelare delle ultime maggioranze e dei relativi presidenti (Cuffaro e Lombardo) ai quali, ahinoi, si sta aggiungendo Crocetta.
Come è noto, l’eccesso di spesa pubblica produce inefficienza nei servizi, blocca la macchina economica e non riesce a innestare un indispensabile processo di crescita. Gli apparati sono così pesanti che nessun dirigente generale riesce a gestirli, anche perché non sono in condizione di spostare un loro dipendente da una stanza all’altra.

Sono più restii a essere spostati gli incapaci, che si rifugiano in nicchie protette dai politici che li hanno raccomandati, e non hanno voglia di lavorare. Così agendo danneggiano i loro colleghi bravi e onesti, che sono una moltitudine. Ma è necessario che essi facciano un’azione decisa, pubblica e trasparente per isolare coloro che mangiano nella greppia pubblica senza nulla dare.
In Sicilia, vi sono moltissimi talenti e tanti cittadini che avrebbero voglia di dare una mano, anche gratuitamente. Per misurare con chiarezza chi intenda servire sul serio e chi intenda fare il parassita, basta eliminare i compensi nei Consigli di amministrazione di partecipate, Enti pubblici e simili e chiamare in quei posti solo i siciliani bravi che intendono lavorare gratis per la nostra Isola.
E ve ne sono tanti che, avendo raggiunto il successo per conto proprio, non hanno bisogno di essere pagati per dare la loro professionalità a favore dei propri concittadini.
 

Nel decreto che riforma la Pubblica amministrazione vi è una prescrizione importante: nessuno potrà più entrare nella Pa senza concorso. I precari-raccomandati, che vi sono già all’interno, possono considerarsi fuori, anche se il decreto prevede la possibilità del loro rientro attraverso il 50% dei posti riservati nei concorsi.
Anche questa clausola di salvaguardia è una prevaricazione di cittadini-raccomandati su cittadini non raccomandati. C’è da augurarsi che in sede di conversione questa violazione del diritto di uguaglianza (art. 3 della Costituzione) venga eliminata.
La Regione dovrebbe perseguire l’obiettivo di consentire ai migliori siciliani (talenti) di occupare posti di responsabilità e spianare ai giovani la strada per dimostrare quello che valgono. Insomma, cacciare gli incapaci, valorizzare i talenti. Mentre oggi avviene esattamente il contrario.

In questo indirizzo che faccia prevalere merito e responsabilità sul demerito e la raccomandazione, ha una funzione fondamentale la digitalizzazione di tutti i servizi regionali, in modo da conseguire principi di efficienza e trasparenza che avrebbero il pregio di lottare la corruzione e di migliorarli, evitando che cittadini e imprese si rechino fisicamente presso gli uffici della Regione, sia centrali che periferici.
Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, da bravo comandante, dovrebbe stare nel suo ufficio 12 ore al giorno per far funzionare questa macchina che costa formalmente 27 miliardi, sostanzialmente 17 miliardi.
Egli dovrebbe avere il Piano aziendale della Regione e ricevere giorno per giorno, come fanno tutti i capi azienda degni di questo nome, i rapporti sui risultati conseguiti.
Ribadiamo ancora che la Regione è un’azienda di produzione di servizi senza scopo di lucro. Per questo motivo deve essere organizzata ed efficiente.
Basta chiacchiere e proclami. Crocetta lavori intensamente e proficuamente per onorare l’incarico ricevuto dai siciliani, anche se in numero esiguo (solo il 15% di essi lo ha votato). Oppure si dimetta e faccia il capopartito.

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