Libertà vo cercando! - QdS

Libertà vo cercando!

Carlo Alberto Tregua

Libertà vo cercando!

giovedì 05 Settembre 2013
Qual è il desiderio più grande per una persona umana? Conquistare la libertà. Libertà può essere un’utopia. Comunque non si conquista mai la libertà assoluta, perché quella individuale ha un limite invalicabile: la libertà degli altri; e un altro limite invalicabile: la libertà generale della collettività.
Nell’ambito delle regole che precedono, l’aspirazione può e deve essere realizzata. Come? In primo luogo, affrancandosi dai bisogni materiali.  Perché questo accada è necessario che ognuno di noi lavori e produca risorse finanziarie che gli servano per vivere. Neanche tante, perché l’ingordigia del denaro apporta squilibrio comportamentale. Bisogna sempre ricordare che il denaro è un mezzo non un fine. Guai a rovesciare la questione.
Lo zio Paperone o l’avaro di Molière (Jean Baptiste Poquelin 1622 – 1673) vivevano ed operavano per accumulare denaro: un’attività squallida.
A parte l’eventualità di procurarsi denaro delinquendo, ovvero tentare la sorte agli ippodromi, nelle case da gioco legittimate dallo Stato, ove i cittadini spendono quasi cento miliardi l’anno, ovvero nei quattro casinò italiani, oppure nelle centinaia di casinò in tutti gli altri Paesi d’Europa e del mondo. A parte questi modi, quello onesto è di lavorare duramente e proficuamente, in modo da portare in cassa redditi su cui devono essere pagate le imposte fino all’ultimo euro.
Per guadagnare onestamente e meritevolmente bisogna esercitare una professione o un mestiere che generi ricchezza. Tutti coloro che lavorano nella pubblica amministrazione non ne generano affatto e, dunque, non possono essere considerati membri attivi della collettività.
I servizi pubblici sono indispensabili a cittadini ed imprese. Vero. Ma a condizione che le risorse umane, le risorse professionali e finanziarie siano quelle necessarie per produrli e nulla di più. Ma le nostre pubbliche amministrazioni (statale, regionali e comunali) brillano per l’assenza dei valori quali il merito e la responsabilità.
Per esercitare lavoro produttivo di ricchezza è indispensabile possedere knowledge (conoscenza), che si acquisisce nelle università funzionanti (quelle italiane sono una esigua minoranza), ovvero con l’esperienza sul campo, andando a bottega.
 
Il mestiere e la professione si possono rubare. Bisogna avere curiosità, voglia di impegnarsi, sacrificio e tenacia. Più si impara, più si diventa innovativi, migliori risultati si conseguono.
Nonostante le parole di quella parte corporativa del sindacato che continua a lamentare la mancanza di posti di lavoro, nel nostro Paese vi sono centinaia di migliaia di opportunità di lavoro cui tanti disoccupati non sono capaci o non hanno voglia di rispondere.
Liberandosi dai bisogni materiali una persona lo diventa di più. Ma c’è un altro forte condizionamento per acquisire libertà: riguarda le convenzioni, quello che dicono gli altri, quello che pensano gli altri. Insomma, l’ossessione di vedersi giudicati da chi magari non lo merita o non ne è capace.
Gli stilisti di moda indicano quello che ognuno dovrebbe acquistare e indossare, molti giovani e meno giovani vestono griffati anche nell’intimo. Tutti questi pensano con la testa degli altri.

Chi pensa con la testa degli altri non è libero perché segue come un cagnolino le indicazioni che gli pervengono. E se mi vedono con qualcuno, cosa pensano gli altri? E se faccio questa o l’altra cosa non in linea col senso convenzionale, cosa pensano gli altri? E se vado controcorrente o parlo fuori dal coro, cosa pensano gli altri? E poi, per ascoltare gli altri, non fanno quello che vorrebbero, magari perdendo belle occasioni.
La libertà dalle convenzioni si conquista leggendo, leggendo e leggendo. Comprendendo il più possibile la Natura e le sue Regole, la nascita dei viventi e la cessazione delle cellule, i meccanismi degli elementi fondamentali: aria, acqua, terra e fuoco.
Man mano che la conoscenza aumenta, ci accorgiamo sempre di più della nostra immensa ignoranza. Ma questo non ci deve scoraggiare, anzi, incentivare a leggere ancor di più,  perché solo così si capisce di più e si mettono al bando i luoghi comuni, quasi sempre stupidi, o i proverbi, altrettanto stupidi, che ci condizionano.
Chi è veramente libero non subisce condizionamenti, perché ascolta tutti, ma decide da solo.

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