(24. Continua. Le precedenti puntate sono state pubblicate il 22 febbraio, l’1, 12, 15, 22, 29 marzo, il 5, 12, 19 aprile, 3, 10, 16, 24 maggio, il 7 giugno, il 5, 12, 19, 26 luglio, 2, 9, 23, 30 agosto e settembre. La prossima pubblicazione è prevista venerdì 20 settembre).
Riguardo alla seconda questione, quella economica, l’ente statunitense sottolinea che il recupero dell’energia dai rifiuti non porta il cittadino ad avere guadagni in termini fiscali. In realtà, dire questo non basta.
Nonostante, infatti, tutte queste centrali presentino bilanci attivi e producano utili attraverso la vendita dell’energia prodotta e dei materiali recuperati (soprattutto metalli e inerti), i gestori di queste centrali operano sempre grazie ad un contratto stipulato con le municipalità, quindi i livelli di ritorno economico ai cittadini sotto forma di sgravi fiscali dalla bolletta dei rifiuti e/o dell’energia varia a seconda dei casi e dipende strettamente dai termini contrattuali sottoscritti dai contraenti.
Di certo, però, in ogni caso le municipalità ottengono grandi vantaggi rispetto a quanti (come le amministrazioni siciliane) si limitano a sottoscrivere contratti quasi esclusivamente con i gestori delle discariche, dove i rifiuti fanno solo danni e rimangono inutilizzati (tranne quando esistono sistemi di recupero del gas naturale prodotto dai rifiuti).
In Sicilia, per esempio, le amministrazioni pagano una media di ca. 105 €/T per conferire i loro Rsu in discarica, con una punta massima di 138,53 €/T per chi conferisce alla discarica di Trapani in contrada Borranea. A prezzi simili la regione potrebbe produrre energia, ridurre le emissioni di metano, ridurre la mole di rifiuti trasformandoli in inerti e lasciarsi alle spalle l’emergenza in cui si trova da mesi.
È per tutte queste ragioni che nei paesi considerati più virtuosi dal punto di vista della gestione dei rifiuti la produzione di energia da Rsu si configura come il male minore in termini sia economici sia ecologici.
Come insegna la "Waste Hierarchy", la gerarchia delle strategie per la gestione dei rifiuti, la soluzione migliore al problema è costituita dalle "tre R": Riduzione a monte dell’impiego di risorse, Riuso e Riciclo. Quando, però, vengono mischiate frazioni umide e secche e si produce il rifiuto, purtroppo non resta altro che trattarlo.
Nel 2010 le 87 centrali energetiche statunitensi a base di Rsu, distribuite in venticinque dei cinquanta Stati federali, hanno combusto ca. il 12% dei rifiuti da essi prodotti (ca. 29 milioni di T), dai quali sono stati recuperati ca. 2.700 MW di energia. Viste le premesse fatte, ci si potrebbe chiedere per quale ragione la combustione di Rsu rappresenti una così piccola porzione nel programma di gestione dei rifiuti statunitensi.
A questa domanda risponde ancora l’Epa, secondo cui, in generale, sono le regioni del mondo a più alta densità abitativa e con una quantità limitata di terreni, come molti stati europei o il Giappone, ad aver più bisogno di questa tecnologia. In uno Stato con una densità abitativa media così bassa come gli Stati Uniti (ca. 35 abitanti/km²), infatti, ci sono città ad altissima densità abitativa dove la presenza di questi impianti diventa necessaria; ci sono, però, anche regioni quasi o totalmente disabitate con distese sterminate di terreni e deserto dove le discariche vengono considerate un’opzione più fattibile, soprattutto nel breve termine, sia perché i costi sono più bassi sia perché c’è ampia disponibilità di terreni incoltivabili.
Un altro fattore decisivo è l’opposizione pubblica a questo genere d’impianti che, non avendo sempre avuto dispositivi di controllo delle emissioni aeree, si sono conquistati la cattiva fama di "mostri altamente inquinanti" che molte comunità preferiscono non avere vicino (nimbysmo).
Nelle prossime puntate della nostra rubrica-inchiesta settimanale torniamo a Londra per raccontarvi della nostra intervista ad Andy Pike, direttore di una delle centrali elettriche a base di rifiuti più avanzate al mondo, quella sita a Londra Belvedere, entrata in funzione appena due anni fa e visitata in esclusiva dal QdS tre mesi fa.
Insieme agli articoli pubblicheremo l’immagine di un codice a barre che, se scannerizzato con un’apposita app (Barcode, QR code o simili), vi indirizzerà alla prima puntata della nostra video-rubrica informativa sulla gestione dei rifiuti, in uscita ogni venerdì sul nostro canale youtube "Qdstube" e sul nostro sito (www.qds.it) a partire dalla prossima settimana.
Dopo aver pubblicato i contenuti dell’intervista, ritorneremo alla pubblicazione dei dati Epa sulle emissioni delle centrali Rsu.