Libertà vo cercando! 2 - QdS

Libertà vo cercando! 2

Carlo Alberto Tregua

Libertà vo cercando! 2

venerdì 13 Settembre 2013
Diceva Joseph Conrad (1857-1924), che l’unica cosa che l’uomo può tradire è la propria coscienza. Il che significa che bisogna impegnarsi su un patto, quando si è sicuri che si debba (non che si possa) mantenere, ad ogni costo, salvo i casi di forza maggiore.
Non tradire la propria coscienza  significa osservare le regole etico-professionali per vivere correttamente. Questo è anche un modo per tendere alla libertà.
Salomone il giusto, figlio di Davide e Betsabea, compose da giovane il Cantico, da adulto Proverbi e da vecchio Qoelet, ovvero il predicatore. Da essi (e non solo) si trae la sapienza (sophia), che è il bene più importante che vi sia. è la sapienza che dà libertà, perché rende consapevoli dei meccanismi  creati dal Padre.
Non vivono secondo regole etiche coloro che, per fare i propri interessi calpestano il futuro dei giovani. Costoro sono deprecabili in ogni senso.

Neanche vivere secondo etica è di coloro i quali usano il proprio servizio per ingannare i cittadini. Molti lo fanno formulando in modo incomprensibile norme e decreti, proprio perché in tal modo essi non possano comprenderli e così essere ingannati, comprimendo la loro libertà.
Il linguaggio è un modo per farsi capire o nascondere i propri subdoli obiettivi. Chi è trasparente, chi usa concetti semplici, si trova nel versante del bene. Chi usa parole criptiche è invece in quello del male perché in tal modo vuole esercitare un potere basato sull’incomprensione dei terzi.
Il Vangelo era scritto in aramaico, la lingua di Gesù, ancora parlata in qualche piccolo enclave della Siria. Nelle sue traduzioni al greco e al latino ha sicuramente perso per strada tante verità. Sono incolpevoli coloro che non hanno tradotto bene per difficoltà obiettive, ma colpevoli gli altri che hanno tradotto male per proprio tornaconto.
Il linguaggio è uno strumento essenziale per diffondere libertà, ma anche per opprimere il prossimo. Ecco perché è indispensabile che vadano avanti i capaci e gli onesti, e vengano emarginati tutti coloro che si nascondono dietro le protezioni di questo o quel dinosauro

 
Fra le regole etico-professionali per essere liberi, desideriamo citarne alcune: apprendere i saperi, cioé le professioni ed i mestieri, perché solo chi sa può fare, solo chi sa può valutare, decidere e agire.
Poi occorre fare esperienza attivando qualunque lavoro (onesto), autonomo o dipendente, sapendo che l’esperienza lo consoliderà. Con esso, guadagnare onestamente e pagare tutte le imposte.
Il reddito netto deve servire alla sopravvivenza. Quello che la supera a formare riserve, possibilmente spendendo meno di quanto si incassa.
Non è utile indebitarsi per acquistare beni e servizi voluttuari, ma si può fare per acquistare beni durevoli.
Mai intaccare le riserve per la spesa corrente. Esse possono essere eventualmente trasformate, invece, da mobiliari a immobiliari e viceversa.

Cercare la libertà e raggiungerla non è cosa facile, anche perché in giro c’è tanto pietismo inutile che non è solidarietà.
Avere una sorta di comprensione per chi non ha voglia di imparare, di sacrificarsi, pensare che tutti tengono famiglia e comunque devono sbarcare il lunario, è totalmente sbagliato.
Altra cosa è invece sostenere i disabili, gli iponormali e tutti coloro che non sono autosufficienti. Per questi occorrono i servizi collettivi ed anche le azioni delle organizzazioni di pubblica utilità, le associazioni di servizio ed altre consimili.
Libertà c’è quando tutti i cittadini possono competere ad armi pari,  mettendosi in concorrenza tra di loro, di modo che prevalgano quelli bravi e vengano accantonati i raccomandati. Nessuno deve avere pretese perché appartiene a una casta o ad una corporazione, ma tutti devono pensare che la libertà è un grande traguardo se ognuno vi concorre.
Il quadro che rappresentiamo non  è semplice. Tuttavia, ognuno deve concorrere per realizzarlo. Ci vogliono decenni, e anche secoli, ma l’obiettivo si può e si deve raggiungere.

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