Credito d’imposta, si sblocca la compensazione con F24 - QdS

Credito d’imposta, si sblocca la compensazione con F24

Dario Raffaele

Credito d’imposta, si sblocca la compensazione con F24

sabato 14 Settembre 2013

A 414 giorni dalla pubblicazione dell’Avviso 1, 1.184 imprese non hanno ancora potuto usufruire della misura prevista dalla L.106/11. L’Assessorato sblocca i codici del canale telematico per le aziende in regola con i documenti richiesti

CATANIA – Il credito d’imposta si sblocca. Forse già da lunedì le prime imprese riusciranno ad effettuare la tanto agognata compensazione con l’F24, così come previsto dalla L. 106/2011, regolamentata dall’Avviso n. 1 del 25 luglio 2012.
Sono passati ormai 414 giorni da quell’avviso; è stata prodottta (con molto ritardo) una graduatoria dalla quale sono emerse 1.184 imprese in regola per effettuare la compensazione con l’F24. Ma ancora di questi soldi, le imprese non hanno sentito neanche l’odore.
L’ultimo intoppo è derivato dalla necessità per le imprese di trasmettere al dipartimento Lavoro, così come previsto dall’articolo 8, comma 4 dell’Avviso pubblico n. 1 , una polizza fideiussoria vincolata. Peccato che il testo della fideiussione sia stato pubblicato dallo stesso Assessorato (dopo le insistenze del QdS) soltanto il 29 luglio scorso…
Le aziende in questo modo si sono ritrovate soltanto a inizio agosto nella condizione di poter chiedere l’affidamento bancario. Una concessione tutt’altro che scontata: nell’80% dei casi, infatti, gli Istituti bancari non rilasciano alcun fido e così la stragrande maggioranza di quei 1.184 imprenditori, che tra il 14 maggio 2011 e il 13 maggio 2013 hanno firmato oltre 5.000 contratti d’assunzione in favore di lavoratori svantaggiati, rischiano di restare in brache di tela. Ad oggi pare che le imprese in possesso di polizza si possano contare sulle dita di una mano.
Intanto, la prossima scadenza utile per effettuare la compensazione (16 settembre) è dietro l’angolo. Per questo motivo abbiamo inviato nei giorni scorsi una Pec (Posta elettronica certificata) in cui abbiamo chiesto ad assessore e dirigente generale di dare un segnale forte: esaminare, simultaneamente al loro arrivo, le fideiussioni trasmesse, rilasciando in tempo reale i codici necessari per entrare nel canale telematico e consentire così alle aziende di effettuare la compensazione con l’F24. Un comportamento diverso da questo sarebbe superficiale e soprattutto dannoso per le imprese che hanno già inviato la documentazione richiesta.
Abbiamo parlato ieri mattina con l’assessore al Lavoro, Ester Bonafede, chiedendole se il dipartimento Lavoro abbia intenzione di prendere in esame le fideiussioni inviate dalle aziende contestualmente al loro arrivo. L’assessore ci ha risposto dicendo che “questa è proprio la volontà del Dipartimento, volta ad attuare un processo di semplificazione necessario ad una pubblica amministrazione moderna”. Ulteriore conferma ci è giunta poco dopo dal dirigente generale Anna Rosa Corsello. Le fideiussioni sarano controllate immediatamente al loro arrivo per consentire così   alle imprese la cui fideiussione è in linea con il testo richiesto dall’Assessorato, di avere i codici di sblocco al canale telematico per effettuare la compensazione. “Gli uffici del dipartimento – ci dice il dg – stanno già esaminando le prime pratiche. Stiamo facendo il possibile per consentire alle imprese regolari di effettuare la compensazione con l’F24 già il 16 settembre prossimo”.
Certo restano ancora tanti dubbi sull’utilità e la modalità di produzione questa fideiussione. Innanzitutto i costi. Sembrerebbe un inutile pretesto per gravare l’azienda di una cifra che può variare dal 2 al 4 per cento di quanto ricevuto (una polizza fideiussoria costa infatti migliaia di euro). Riguardo agli alti costi, la dirigente generale Corsello, il 19 settembre 2012 (!) ci rassicurò che non avrebbe avuto oneri per le imprese. “La faremo gravare sul Fse. Stiamo preparando l’avviso”. Ma da quel giorno nessun avviso di tal genere è stato prodotto e conseguentemente pubblicato sul sito dell’Assessorato e sulla Gurs. Ad ogni modo, ci fa sapere il dg, nei giorni scorsi si è tenuto un incontro con i broker assicurativi volto a far sì che la fideiussione abbia dei costi quanto più “limitati” possibile.
Anche le modalità di presentazione sembrano una maniera per rallentare la fruizione del credito d’imposta. Il dipartimento chiede infatti che la fideiussione venga inviata per posta ordinaria e non accetta l’invio per posta elettronica certificata della scansione del documento con tanto di firma digitale. 
Le solite incongruenze della Regione siciliana. Ma quello che più preme alle imprese è che si possa sbloccare finalmente il credito d’imposta. Vera e propria boccata d’ossigeno per imprenditori beneficiari e lavoratori ad essi collegati. E forse siamo vicini a scrivere la parola fine.
 


L’approfondimento. Com’è utilizzabile il credito d’imposta
 
Il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione, attraverso il modello F24, a partire dalla data di comunicazione dell’accoglimento dell’istanza ed entro due anni dalla data di assunzione. Il bonus, inoltre, deve essere indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta nel corso del quale è riconosciuto e non concorre a formare il reddito ai fini delle imposte sui redditi, né il valore della produzione, ai fini dell’Irap.  Si perde il diritto al bonus quando: 1) il numero totale dei dipendenti a tempo indeterminato è inferiore o pari a quello nei 12 mesi precedenti l’assunzione; 2) i nuovi posti di lavoro non sono conservati per almeno due anni dalle piccole e medie imprese o tre anni dalle altre imprese; 3) vi è accertamento definitivo di violazioni non formali alla normativa fiscale, a quella contributiva o a quella sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori. L’agevolazione non è cumulabile con altri aiuti di Stato né con altre misure di sostegno comunitario.

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