Crollo delle imprese nel settore dei servizi, in 6.652 costrette a chiudere i battenti - QdS

Crollo delle imprese nel settore dei servizi, in 6.652 costrette a chiudere i battenti

Vanessa Paradiso

Crollo delle imprese nel settore dei servizi, in 6.652 costrette a chiudere i battenti

mercoledì 09 Settembre 2009

Elaborazione dell’ufficio studi Confcommercio su dati Istat: in Sicilia in crescita la mortalità delle aziende. La provincia che dimostra la migliore salute è Catania, con 1.280 nuove iscrizioni

PALERMO – Dagli ultimi dati elaborati dall’Ufficio Studi Confcommercio su dati Istat si evidenzia che in Sicilia attualmente operano 475.759 imprese, delle quali ben 227.689 nei servizi di mercato, ovvero il 48% del totale delle imprese.
All’interno di questo macrosettore, la quota più rilevante è rappresentato da 143.444 imprese del commercio (il 30,3% del totale). Nel 2008 in Sicilia si sono iscritte 27.064 imprese e hanno cessato la loro attività ben 32.732, con un saldo negativo di -5.668 imprese.
Per ciò che concerne la Sicilia, i dati Istat ci mostrano che Catania è tra le città maggiormente fortunate con 1.280 nuove imprese, Siracusa con 532, Messina 456, Ragusa 91, mentre il peggiore risultato lo mostra Trapani con -926 imprese. Esaminando i vari settori, il calo maggiore si è avuto nei servizi (-6.652), seguito dall’agricoltura (-4.471), commercio (-4.463). Il commercio, specie quello al dettaglio, è il settore dove si può notare in maniera più forte la recessione.
Nell’anno 2008, Siracusa presenta 46 nuovi esercizi in più rispetto all’anno precedente, cui segue Palermo con 45 e via via Messina, Agrigento e Ragusa. Catania è la più penalizzata dove ben 405 esercizi al dettaglio hanno chiuso i battenti. Nel 2001-2007 si era calcolato in tutta l’Isola un valore aggiunto di 0,8 e si prevede che nel periodo 2008-2010 si arriverà a -0,7. Capofila Enna (-1,3), Caltanissetta (-0,9), Palermo (-0,7), Trapani (-0,3).
La debolezza che ha contraddistinto l’andamento degli ultimi anni ha sfibrato l’economia regionale rendendola ancora più vulnerabile di fronte alla crisi attuale che sta investendo il tessuto produttivo dei settori maggiormente rilevanti dell’isola, in particolare, lo ripetiamo il commercio ed il turismo.
In Sicilia operano in numero rilevante piccole imprese che devono affrontare una situazione aggravata dalla riduzione dell’accesso al credito, dalla diminuzione dei flussi turistici e dalla contrazione dei consumi.
La Fiba-Cisl aveva lanciato un patto tra banche, imprese, sindacati e associazioni dei consumatori per favorire l’accesso al credito e scongiurare il rischio usura. è l’accesso al credito il nodo principale per far ripartire l’economia. Anche il segretario regionale della Cisl, Maurizio Bernava, aveva chiesto alla regione di costituire un fondo di garanzia per l’accesso al credito. Tra le priorità individuate, c’è anche quella di far maggiormente leva sui Confidi e favorire gli investimenti delle imprese attraverso una fiscalità di vantaggio.

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