Legge violata. La 122/2010 impone agli Enti locali di non superare il tetto del 40% di spesa per il personale su quella corrente. La media, in Sicilia, è già del 48,1%. Si pensa di riservare il 50% dei posti in eventuali concorsi agli ex dipendenti a tempo determinato, ma il Patto di Stabilità impedisce nuovi contratti
PALERMO – Il fenomeno dei precari siciliani, che ha messo le radici alla fine degli anni Ottanta, come si può evincere dalle dimensioni che ha assunto, è diventato molto preoccupante soprattutto se consideriamo i tagli effettuati in tutta Italia, la spending review e le leggi che il Governo nazionale sta mettendo in atto per tagliare i cosiddetti rami secchi.
Che siano spesso stati assunti, dalle varie amministrazioni, per meri scopi politici, è ormai assodato: anni di politiche clientelari hanno portato infatti a ingenti sperperi di somme pubbliche e questi lavoratori sono stati assunti, per buona parte, in cambio di voti nelle varie tornate elettorali.
Ora la Regione ha deciso di non pagarli più e di scaricarli ai Comuni, che però – par varie ragioni – non possono prendere in carico questa enorme spesa. (
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