Termovalorizzatori, si guarda indietro - QdS

Termovalorizzatori, si guarda indietro

Rosario Battiato

Termovalorizzatori, si guarda indietro

venerdì 20 Settembre 2013

La valorizzazione energetica in centrali è decisiva in tanti Paesi che hanno una gestione virtuosa del rifiuto. La Regione può trovare al più presto le soluzioni europee per finanziare le costruzioni

PALERMO – La Sicilia è tecnologicamente in ritardo sia nel dibattito scientifico che nell’effettiva realizzazione. Un esempio sempre attuale è la vicenda dei quattro termovalorizzatori del piano emergenza rifiuti del commissario/governatore Totò Cuffaro, varato nel lontano 2002, e ancora oggetto di discussione in sede politica all’Ars.
 
Appare chiaro che la vicenda giudiziaria non si è ancora conclusa, perché ci sono stati i ricorsi delle aziende che avevano “vinto” molto discutibilmente in bando di gara, ma appare oltremodo fuori luogo programmare il futuro della gestione dei rifiuti isolani continuando a discutere di quegli impianti per la valorizzazione energetica i cui progetti ormai sono da considerarsi obsoleti e lontani dalle più avanzate tecnologie europee.
 
Così mentre Danimarca, Svezia, Germania, Svizzera, e l’Italia settentrionale, hanno già inserito da anni la valorizzazione energetica all’interno del loro virtuoso ciclo dei rifiuti, nell’Isola il dibattito si è cristallizzato attorno ai quattro termovalorizzatori cuffariani.
Due giorni fa l’assessore all’Energia e ai servizi di pubblica utilità, Nicolò Marino, ha trasmesso alla Procura della Repubblica di Palermo, “una dettagliata relazione sulla complessa vicenda relativa alla procedura di affidamento dell’appalto per la realizzazione di quattro termovalorizzatori” nell’Isola. È stato Raffaele Lombardo a chiudere la vicenda dell’incenerimento sbattendo la porta in faccia all’esito del bando di gara e predisponendo un nuovo piano rifiuti, approvato nel luglio del 2012 dal ministero, in cui non si faceva cenno alle creature cuffariane. Tuttavia la vicenda giudiziaria, che procede ormai a fasi alterne da diversi anni, non è ancora definitivamente chiusa.
 
“Tre recenti sentenze del Tar Sicilia Palermo, nel rigettare i ricorsi proposti dai raggruppamenti temporanei d’impresa avverso l’annullamento in autotutela della predetta procedura – ha sottolineato l’assessore Marino – hanno evidenziato l’esistenza di un collegamento sostanziale tra tutte le offerte ammesse che, secondo il Giudice amministrativo, non potevano che essere previamente concertate ‘a tavolino’”. Un fatto chiaramente grave che ha impegnato Marino a “mettere in campo ogni azione necessaria e utile a fare luce su eventuali responsabilità”. Per questo, l’assessore, oltre alla relazione depositata in Procura, ha annunciato di “avere istituito una commissione interna al Dipartimento che dovrà passare in rassegna i percorsi amministrativi che hanno caratterizzato la complessa vicenda”.
Atti assolutamente sacrosanti, ma che non possono bloccare il sistema di valorizzazione energetica nell’Isola, un sistema presente ormai in tutta l’Europa dove il ciclo di gestione del rifiuto è virtuoso e dove le discariche hanno sempre meno impatto.
 
Sull’installazione dei termovalorizzatori, inoltre, pur non esistendo una linea di finanziamento europeo ad hoc, ci sarebbero da poter eventualmente utilizzare, sfruttando anche la fase emergenziale dell’Isola, dei fondi all’interno del Programma Operativo della Regione Siciliana del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale. In altri termini, qualora termovalorizzatori moderni e adatti al recuperto termico ed elettrico venissero inseriti nel piano rifiuti al vaglio del dipartimento acque e rifiuti, si potrebbero trovare delle soluzioni. Esistono anche i prestiti europei. La Bei (Banca europea per gli Investimenti) ha già appoggiato in passato piani di finanziamento per la costruzione di termovalorizzatori all’interno di progetti ambientali integrati.

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