Apertura nuove partite Iva: il Sud cresce ma non decolla - QdS

Apertura nuove partite Iva: il Sud cresce ma non decolla

Liliana Rosano

Apertura nuove partite Iva: il Sud cresce ma non decolla

giovedì 26 Settembre 2013

Sono 41.192, secondo gli ultimi dati del ministero dell’Economia relativi al mese di luglio 2013. Il commercio si conferma il settore produttivo più “quotato” (24,3% del totale)

PALERMO – Forse potrebbe essere un timido segnale di ripresa o forse una scommessa, soprattutto da parte dei giovani a tentare la via del lavoro autonomo.
Gli ultimi dati del ministero dell’Economia e delle Finanze relative allo scorso mese di luglio registrano 41.192 nuove partite Iva.
In confronto al corrispondente mese dello scorso anno si registra un leggero aumento (2,9%), mentre rispetto al mese precedente l’incremento sale al 4,4%. Un leggero incremento anche al Sud, dove le partite iva cominciano ad essere in leggero aumento.
La distribuzione per natura giuridica, mostra una leggera diminuzione della quota relativa alle persone fisiche nelle aperture di partita Iva (pari al 72,3%) in favore delle società di capitali che superano la soglia del 20%. Rispetto al luglio 2012 si nota un forte calo di aperture relativo alle società di persone (-20,3%) ed apprezzabili incrementi per società di capitali e persone fisiche, andamento influenzato sia dalle nuove norme che facilitano la costituzione di società a responsabilità limitata sia dall’adesione al regime fiscale di vantaggio riservato ai giovani sotto i 35 anni.
 
Nel mese di luglio, infatti, 10.213 persone fisiche (pari al 24,8% del totale delle nuove aperture) hanno aderito a tale regime, riservato ai disoccupati ed ai lavoratori in mobilità, che per cinque anni limita l’imposta dovuta al 5% degli utili dichiarati, esonerando da Iva ed Irap. Riguardo alla ripartizione territoriale delle aperture, il 42,4% di esse si colloca al Nord, il 23,5% al Centro ed il 34% al Sud ed Isole; il confronto con luglio dello scorso anno evidenzia, in una prevalenza di aumenti, un andamento molto irregolare, con differenze più marcate in Regioni meno popolose (Umbria, Molise e Sardegna con aumenti attorno al 15% e Valle d’Aosta e Calabria con cali di oltre il 10%).
La classificazione per settore produttivo mostra che il commercio continua a registrare il maggior numero di aperture di partite Iva: il 24,3% del totale, seguito dalle attività professionali con circa il 13%. Rispetto al luglio 2012, tra i settori principali si notano i sensibili incrementi delle attività finanziarie e della comunicazione (34,2% e 17,3%), mentre i pochi settori in (modesto) calo sono l’agricoltura, i trasporti e le attività immobiliari. Si segnala, dopo 10 mesi consecutivi di calo, una lieve ripresa del settore delle costruzioni (+0,8%).
Relativamente alle persone fisiche, la ripartizione per sesso è relativamente stabile, con i maschi cui appartiene il 64,3% di aperture di partite Iva. Quasi la metà delle aperture è dovuta a giovani fino a 35 anni e poco più di un terzo alla classe 36-50 anni. Rispetto al corrispondente mese dello scorso anno, tutte le classi di età registrano aumento. Per quanto riguarda i dati del giugno 2013, sono state aperte 39.353 partite Iva, con una calo del -3,8% rispetto a giugno 2012. Nell’arco dei 12 mesi del 2012, l’incremento delle aperture è stato del +2,2%. Tra i settori in cui si sono venute a creare nuove partite Iva nello scorso Giugno, quello del commercio registra come al solito ilmaggior numero di aperture. Quest’ultimo presente oltre il 24% del totale, a seguire poi le varie attività professionali (12,9%) e il settore edilizio (9,7%). Per quanto riguarda l’andamento rispetto all’anno precedente, tra i settori più importanti è da segnalare il forte aumento (+50%) delle attività finanziare e assicurative. Un incremento apprezzabile è pure quello che si può constatare nell’ambito del campo sanitario, con un +8,4% rispetto all’anno precedente. Al contrario, le flessioni più rilevanti riguardano il settore edilizio, attività professionali, istruzione e attività artistiche, tutte comprese tra il 6 e il 10%. Crollo totale nel settore del trasporto aereo del 100%, con nessuna apertura di partita Iva nel mese di riferimento.

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